Cultura e Spettacoli
Misteri d’Italia, distruzione dei Conservatori di musica: ecco di chi è la “gelida manina”
Published
7 anni faon
Sulla questione AFAM – precari dei Conservatori di Musica – e dell’emendamento fantasma proposto dal Senatore Bartolomeo Amidei, che appare e scompare poi in commissione, prima della sua approvazione, oltre che all’argomento della stabilizzazione di precari di Conservatorio, che si trascina vergognosamente da quasi vent’anni, nella più totale indifferenza di un governo che bada soltanto a raccattare voti, senza sanare la situazione di precariato storico degli appartenenti ad una delle eccellenze della nostra nazione, appunto l’AFAM, Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, e in più appoggia chi vorrebbe colpire al cuore i Conservatori Musicali, abbiamo registrato il parere autorevole del professor David Macculi, docente di composizione, direttore d’orchestra e compositore, membro dell’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei, attualmente docente al Conservatorio di Adria, in provincia di Rovigo.
Professor Macculi, a proposito della annosa questione dei precari a vita, di cui i Conservatori di Musica si sono serviti, e si servono ancora oggi, per il loro malpagato funzionamento, e per l’inserimento finalmente in ruolo dei quali sarebbe di giovamento approvare l’emendamento presentato dal senatore Amidei, emendamento che sparisce ogniqualvolta ci si avvicina ad una approvazione, nell’assenza di una qualsivoglia certezza, lei non può riferire l’autore/autrice di questa sparizione. Tuttavia, ragionando in ipotesi, per ovvie ragioni, lei me ne potrebbe fare qualcuna?
Bè, le ipotesi sono un po’ a tirare a indovinare. Tuttavia, l’insistenza con la quale il governo fa fallire qualsiasi tentativo di sistemare questi precari, fa pensare che ci sia dietro qualcos’altro, perché altrimenti non si spiega tutto questo impegno, qui non stiamo parlando di servizi segreti, o di armi segrete, o di appalti miliardari. Stiamo parlando di ottocento precari, non sono ottantamila, sono ottocento. Sono precari già in carico dello Stato, che quindi, dal punto di vista della finanziaria non costano quasi niente, o niente; cioè c’è solo l’adeguamento dello stipendio, ma stiamo parlando di poche briciole. E tra l’altro costa di più tenerli precari che tenerli a ruolo. Di fronte a questo, si può pensare che ci potrebbe essere, o ci potrebbe essere stato, dato che la cosa io l’ho già denunciata nell’incontro pubblico che c’è stato l’anno scorso a Rovigo, nel settembre del 2016. Se si va nell’ipotesi di smantellare, o comunque chiudere i Conservatori, o defunzionalizzarli o ridurli, o quello che sia, è ovvio che questi precari danno fastidio. Metterli in ruolo è un problema in più, per cui fa comodo sfruttarli finchè servono, e poi… tanti saluti. L’anno scorso c’era anche in piedi – ma comunque adesso è difficile trovare una documentazione scritta che lo possa dimostrare – ma c’era anche l’ipotesi che il DPR sul reclutamento, quello che dovrebbe uscire adesso, finalmente – ma l’anno scorso aveva tutt’altro tipo di impostazione – e cioè, secondo il DPR come era l’anno scorso che doveva essere presentato il 26 settembre del 2016, – una settimana dopo, nel 2016 ci fu l’incontro di Rovigo – ecco, questo DPR prevedeva che i precari della 128 avrebbero dovuto fare concorsi prima nazionali, poi, dopo averli superati, anche concorsi di sede. Mentre nel frattempo si sarebbe proceduto alla statizzazione dei pareggiati non si sa in che termini, ma a condizione che, secondo il MEF, una volta statizzati, non aumenti il tetto di spesa complessiva. Per non aumentarlo, bisogna che si faccia una riforma che porti alla chiusura di alcuni Conservatori. Così l’organico complessivo in Italia rimarrebbe invariato. Ecco questo è più o meno lo scambio che si era pensato di fare l’anno scorso. Io questa situazione l’ho denunciata pubblicamente in un incontro a cui erano stati invitati sette parlamentari, e uno dei promotori fu proprio il senatore Amidei, e lui in quell’occasione fece un intervento molto energico e molto incisivo sulla legge 128 e su questa situazione. Poi, il 19 settembre era stato già preceduto da un’interrogazione parlamentare del marzo del 2016, il cui testo fra l’altro lo scrissi io, in cui già adombravo questa ipotesi, che cioè i precari della 128 fossero merce di scambio. Il risultato di quell’incontro è stato che il DPR che era già pronto, e doveva essere presentato il 26 settembre, non è stato più presentato. Lo stanno presentando adesso, ma in tutt’altra forma. Questo DPR prevedeva non solo il concorso che quindi sarebbe andato avanti per degli anni, ma il concorso su posti che nel frattempo sarebbero stati occupati dai docenti dei pareggiati, i quali sarebbero entrati in ruolo senza concorso e senza niente. Tenendo presente che questi dei pareggiati sono stati assunti con procedure sconosciute, e non si sa neanche se sono musicisti, e i pareggiati tra i docenti precari della 128, di concorsi ne hanno fatti a centinaia, e tutti basati su titoli artistici, e quindi è una doppia presa in giro. Non solo, ma addirittura ci sono diversi colleghi della cosiddetta graduatoria della 128 che furbamente sono andati a insegnare nei pareggiati, proprio paventando questo tipo di situazione. Perché poi ci troviamo in una situazione in cui si va anche contro l’art. 3 della Costituzione, dato che il governo tratta in modo diverso docenti precari della stessa graduatoria, e cioè: se sono stati docenti di Istituti parificati, sono più meritevoli che non quelli che sono stati docenti di Istituti statali. E questo lo dice il governo, non lo dice Macculi. Questo rende l’dea di dove stiamo andando a finire. Quindi questa cosa è stata denunciata pubblicamente, oltre che con interrogazioni parlamentari, per cui hanno dovuto tentare di annacquare in qualche modo, hanno fatto finta l’anno scorso di voler risolvere il problema della 128, in modo da togliere armi all’opposizione, e poi all’ultimo momento l’hanno fatto saltare, quando non c’era più niente da fare. Quest’anno stanno ripetendo lo stesso gioco. La cosa si era risolta con la legge Madia, eravamo arrivati fino al Consiglio dei Ministri, quindi le Commissioni tutte d’accordo, Senato e Camera, e qui c’è stata la manina segreta che ha tolto il comma, dal Consiglio dei Ministri, quando di solito è il Consiglio dei Ministri, quello del 19 maggio, discute semplicemente se approvare o no, non si mettono a vedere i commi, non entrano nel merito. Quindi c’è stata una manina che ha continuato. La stessa cosa è successa adesso al Senato. Per la commissione bilancio era tutto a posto, l’emendamento del senatore Amidei presentato, segnalato con priorità, io ho parlato anche con la Puglisi, la senatrice, la relatrice della settima commissione, tutto a posto, poi all’ultimo momento il testo 1 ce l’aveva, il testo 2 ce l’aveva, nel testo 3 non c’era più.
Resta da chiedersi chi sia materialmente che opera queste manovre
Quello è da capire. Infatti il 19 settembre di quest’anno c’è stato un grosso scontro in Senato. Io ho cercato di capire chi e perché, e nella lettera al capo dello Stato l’ho scritto chiaramente, “Signor Presidente della Repubblica, voglio sapere chi e perché ha interesse a mantenere i Conservatori in questa situazione di completo dissesto organizzativo e funzionale, oltre che di disagio anche per la vita personale e professionale di così tanti docenti”. Che ci sia questo interesse è evidente, ed è evidente che si tratta di qualcuno del governo, ed è grave. Io suppongo si tratti di Paolo Troncon. È stato il direttore del Conservatorio di Castelfranco Veneto, dove poi non è stato più rieletto, ed è stato presidente della Conferenza dei direttori fino all’ottobre dell’anno scorso, del 2016. Lui è il mentore segreto – non tanto segreto, lo sappiamo tutti, – sia di Elena Ferrara, senatrice della 7^ Commissione, sia soprattutto di Filippo Crimì, deputato della 7^ e relatore eccetera eccetera. Non il Crimi, senatore dei M5S. Questo è il Filippo Crimì, deputato del PD di Modena. Questo Crimì ha studiato anche musica ed è stato anche allievo di Troncon. E Troncon ha l’ambizione di fare il supermanager dei futuri Politecnici musicali. Io poi, nella lettera al Capo dello Stato, lì ho anche scritto cosa significa cambiare denominazione e struttura al Conservatorio. Io ne ho scritto anche la storia, ho scritto, ve lo ricordate, il Conservatorio esiste come denominazione e come struttura da cinquecento anni. Quasi come l’Università che esiste da ottocento in tutto il mondo, che ha copiato non solo la struttura, ma anche il nome. Nel 1795 a Parigi è stato aperto il Conservatoire de Paris, stiamo parlando della Rivoluzione Francese. E poi è stato aperto il Konservatorium, scritto con la kappa, a Lipsia, a Praga, a Berlino, insomma, in tutti i paesi centroeuropei, nella prima metà dell’Ottocento, Budapest, e finanche in Sudamerica e in Nordamerica, in Inghilterra, dove assunse il nome di Conservatory, sempre derivato dall’italiano. Per arrivare a Pechino, ma non Pechino adesso, che c’è di tutto, io sto parlando di Pechino anni ’40, cioè ai tempi della Lunga Marcia, della guerra civile. Fra le tante cose Mao Tse Tung si è preoccupato di aprire un Conservatorio con la struttura e la denominazione italiana, derivata dall’italiano, a Pechino. E non è stato chiuso neanche con la Rivoluzione Culturale. Adesso la Elena Ferrara, Crimì e Troncon sono andati oltre la rivoluzione culturale, perché in Italia, se lei legge la legge 508 del ’99, dove c’è il cambio di denominazione, e si chiameranno Istituti Superiori di Studi Musicali, ecco l’Italia sarà il primo e unico paese del mondo a non avere più il Conservatorio. Si sta andando verso i poli musicali o politecnici, in modo che i Conservatori diventino più o meno licei musicali, e come tali non abbiano più la capacità di avere rapporti e relazioni nazionali e internazionali come adesso, cioè, se in un Conservatorio piccolo come Adria, dove insegno, ci vengono allievi dalla Cina, dal Giappone, dal Brasile, capisce bene che qui stiamo parlando di un’indotto, che qui non si tratta di migranti extracomunitari disperati, con tutto il rispetto, naturalmente, ma stiamo parlando di un’indotto di fascia altissima, cioè di gente che ti porta soldi, che non te ne chiede, ma sono loro che li stanno dando a te. E a loro volta fanno pubblicità nel loro paese, sull’Italia, abbiamo una pubblicità che non è quella dei profughi, è una pubblicità di cui abbiamo bisogno.
Ma com’è possibile che due o tre persone possano condizionare tanto la politica italiana?
Non lo so, sono poche persone. Tutti lo sanno, ma non riusciamo a fermarle.
Tutti lo sanno, ma nessuno fa niente.
Esatto, Amidei queste cose le sa benissimo adesso. E poi lui è molto attivo perché sa benissimo che se chiude il Conservatorio di Adria, dalla cui circoscrizione viene lui, non ci fa una bella figura, e non fa un bel servizio. Cioè, ad Adria, se lei chiude il Conservatorio, non ci rimane nient’altro. anche Campobasso, lei chiuda il Conservatorio a Campobasso, e che ci rimane? Se chiude il Conservatorio di Foggia, che ci rimane?
Quindi il bersaglio è l’AFAM, in definitiva?
Sì, esatto, non so se le ho dato in’idea di quello che ci si prospetta. Io questo l’ho denunciato nella mia lettera al capo dello Stato. Le posso dire già da adesso, che mi ero dimenticato di dirle prima, che già il 12 settembre del 2016, cioè con un DPR, decreto presidenziale, firmato dal Presidente della Repubblica, fatto di notte, col quale i docenti dell’Istituto pareggiato di Ancona, che nel frattempo era fallito, sono stati immessi nei ruoli dei Conservatori di Stato, senza nessun concorso, senza nessuna verifica. Dopodichè Troncon fa polemica anche sui giornali, soprattutto sui giornali, contro i docenti della 128 che vogliono entrare in ruolo senza concorso e senza titoli artistici. Proprio lui. E poi è strano che proprio lui che è veneto che porta avanti un discorso che porta alla rovina soprattutto del Veneto, la regione che ci rimette più di tutti è il Veneto, che ha sette Conservatori.
Mi sbaglio, o chi ci guadagna di più sarebbe la Toscana?
Ne ha solo uno, ma con la statizzazione diventano quattro. Anche l’Emilia Romagna, che, essendo di sinistra, da cinque Conservatori se ne ritrova dieci. I pareggiati lì sono Ravenna, Rimini, Modena, Reggio Emilia e Carpi. Poi a Reggio Emilia non vorrebbero essere statizzati, perché stanno bene così. Questa cosa di Ancona, che io ho messo nella lettera al capo dello Stato, la tenga presente, perché è una cosa grave. Ed è contro la Costituzione. E questo quando eravamo sotto referendum per la riforma costituzionale, ecco, un governo che ci ha fatto fare un referendum per la riforma della Costituzione, e poi ci propone delle situazioni così incostituzionali.
Ringraziamo il professor Macculi per la sua disponibilità, soprattutto nel dire chiaramente le cose come stanno, secondo lui. Per ciò che riguarda il prof. Paolo Troncon, gia ad aprile del 2016 definiva i Conservatori come “Un’auto di marca che non fa tagliandi da anni, con problemi meccanici e di carrozzeria di varia natura, che non sono stati risolti e che si sono stratificati l’uno sull’altro.” In definitiva, riconoscendo l’incapacità, l’incompetenza e il menefreghismo del governo dell’epoca – ministro dell’istruzione Stefania Giannini – nel voler finalmente risolvere l’annosa questione di ingiustizia sociale. Ma da questo, su cui possiamo anche essere d’accordo, specialmente quando si attribuisce al governo la colpa di ciò che non è stato fatto, a voler demolire l’auto di marca per sostituirla con una flotta di più svelte ed economiche utilitarie, che di marca non sono, e che non garantiscono le stesse prestazioni e la stessa qualità, ce ne corre. Senza contare, come descritto dal professor Macculi, di voler essere colui che questa operazione di rinnovamento vuole ascrivere a suo merito, ma a modo suo.
L’ingiustizia, e non solo la presunta incostituzionalità dell’operazione, andrebbe a colpire chi ha fatto della musica il proprio scopo di vita, scartando altre soluzioni magari più redditizie e meno scomode, accontentandosi di uno stipendio certamente inadeguato alle proprie competenze e ai propri titoli faticosamente conquistati alla tastiera di un pianoforte o sulle corde di un violino, solo per amore di ciò che si fa. Sperando che un giorno qualcuno avrebbe riconosciuto il loro valore e li avrebbe comparati ad impiegati di concetto, magari meno preziosi, ma certamente meno silenziosi e più ammanigliati. Pare poi che la senatrice Ferrara abbia riconosciuto la paternità della manina galeotta, cioè abbia ratificato quello che si è dimostrato essere un segreto di Pulcinella, dato che più o meno tutti ne erano al corrente – il che porterebbe in causa anche l’on. Crimì – difendendosi col dire che lei è d’accordo con l’operazione Troncon: e questo sarebbe anche legittimo. Lo diventa meno, quando si va a vedere che la senatrice Ferrara, durante l’intervento del senatore Amidei alla sala Koch, aveva dichiarato la sua approvazione dell’emendamento 56.13. Il metodo adottato per evitare l’approvazione dell’emendamento Amidei, poi, lascia riflettere molto. Il fatto che sia sparita parte di ciò che è all’approvazione del Senato, senza invece manifestare il proprio dissenso e chiedere un dibattito nel merito, o dissociarsi ufficialmente dall’approvazione, non è degno di una persona che voglia essere nella pubblica amministrazione alla guida di un paese. Naturalmente se ciò che è ipotizzato risultasse vero, ma le stesse reazioni della senatrice Ferrara sui social, verso chi l’accusa, lasciano riflettere su chi esprime certe tesi.
Non ci rimane che esprimere fortissimi dubbi riguardo specifiche competenze nel campo specifico della musica della senatrice Elena Ferrara.
Curiosità, diciamo così, desta anche la risposta alla lettera inviata dal prof. Macculi al Presidente della Repubblica [LETTERA AL PRESIDENTE MATTARELLA] nel merito di questa questione e che il presidente Mattarella ha fatto redigere ed inviare al professor Macculi da un suo collaboratore, [RISPOSTA DEL PRESIDENTE MATTARELLA] e nella quale dichiara che il presidente “Non può adottare misure nel senso da Lei richiesto. Egli, infatti, non dispone di alcuno strumento diretto di intervento su altri Organi dello Stato nell’esercizio di competenze ad essi assegnate dall’ordinamento.” Tutto ciò, dopo aver ‘salvato’ l’Istituto pareggiato di Ancona, già fallito, con un DPR redatto di notte, e che il 12 settembre del 2016 ha trasformato in docenti di ruolo, a tutti gli effetti, gli insegnanti di detto Istituto pareggiato, senza alcun concorso, nè verifica.
Roberto Ragone
Correlati
You may like
-
Precari storici dei Conservatori di musica: dal MIUR la promessa di un emendamento per l’immissione in ruolo
-
Precari storici conservatori italiani: torna la protesta per una situazione che si trascina da 20 anni
-
Conservatori e precariato Afam: quando la scure europea pende sulle “dimenticanze di governo”
-
Misteri d’Italia, il caso AFAM: chi c’e’ dietro al tentativo di distruggere i Conservatori di musica?
-
Officina Stampa, pienone di ospiti per la puntata di oggi: dall’energia ai Conservatori di Musica per finire con il giallo e il crimine
-
Buona scuola, Conservatori di musica: il girone dei condannati al precariato