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Cronaca

Mirandola: quella strana storia del vandalo ubriaco

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Tempo di lettura 5 minuti Sorprendente constatare come anche nel cuore della pianura padana, in una zona al confine tra le ricche e moderne Emilia e Lombardia ci sia una sorta di omertà inspiegabile tra la popolazione.

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di Andrea Barbi

MIRANDOLA (MO) – Era la mattina dello scorso 13 gennaio quando Mirandola, il centro più importante dell'area nord della provincia di Modena, si svegliava sfregiata proprio nel cuore del suo centro storico. Quel bellissimo centro che per secoli è stato sede della signoria dei Pico (la nobile casata che ha dato i natali al filosofo umanista Giovanni Pico) e che porta ancora i segni evidenti di quel maledetto terremoto che tra maggio e luglio 2012 ha sconvolto la vita di migliaia di persone.

Tombini in ghisa scagliati sui parabrezza delle automobili, inferriate dei cantieri divelte, contatori elettrici provvisori sradicati, vetrine dei negozi in frantumi, cassonetti del porta a porta vandalizzati. Sembra un reportage di guerra il traumatico risveglio toccato a molti cittadini mirandolesi. Le fotografie, diffuse via social network in mattinata, parlano tristemente chiaro: alle auto in sosta sono stati pure tolti i cerchioni, qualcuna è stata sommersa dai rifiuti prelevati proprio dai cassonetti danneggiati. Neppure gli interni sono stati risparmiati dalla stupidità di un gesto che nessuno riesce ancora a spiegarsi.

 

Pochi giorni dopo i quotidiani diedero la notizia che i carabinieri avevano fermato un uomo, che sarebbe il solo colpevole di tutto quel disastro. Il nome non è ancora stato rivelato dalle autorità che hanno soltanto parlato di un 30enne del luogo, ubriaco nel momento in cui ha compiuto il malfatto. E' stato inoltre fatto presente che l'uomo in questione non è stato arrestato perché i danni da lui compiuti non sarebbero da considerare di grave entità secondo gli inquirenti. Dichiarazioni che oltre a provocare reazioni di sconcerto tra i proprietari delle automobili e dei negozi in questione, pochi sono disposti a considerare veritiere. Abbiamo più volte tentato di contattare l'arma dei carabinieri per avere chiarimenti a riguardo, ma ci è stato risposto che non possono fare dichiarazioni di alcun tipo. La reazione della politica locale, in particolare quella del sindaco di Mirandola Maino Benatti (PD) non ha fatto altro che aumentare nei cittadini la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni che si sono solamente preoccupate di chiarire che non c'è alcuna emergenza reale riguardo la sicurezza locale, in quanto questi sarebbero singoli atti vandalici isolati. Nessun riferimento al fatto che in tutto il centro storico le pochissime telecamere di sorveglianza installate non siano attive, nessuna volontà di aumentare i controlli notturni almeno nel centro storico, niente di niente. Nessuno si è nemmeno preoccupato di contattare le famiglie e le persone interessate per constatare la loro situazione.

 

Abbiamo deciso di farlo noi de L'Osservatore d'Italia; ma non è stato facile. E' stato sorprendente constatare come anche nel cuore della pianura padana, in una zona al confine tra le ricche e moderne Emilia e Lombardia ci sia una sorta di omertà inspiegabile tra la popolazione. Ognuno sembra soltanto volersi fare gli affari propri e quando gli si chiede di rilasciare qualche dichiarazione se ne va indispettito. Fortunatamente abbiamo trovato una famiglia, paradossalmente di origine campana, disponibile a parlare dei danni che ha subito quella notte e a proporci un punto di vista diverso da quello ufficiale. Per motivi di riservatezza hanno preferito che i loro nomi non siano pubblicati, ma il loro contributo è stato prezioso e ci ha messo al corrente di dettagli inquietanti di cui nessun quotidiano aveva parlato. A esporci i fatti sono stati una ragazza di poco più di 20 anni, sua madre e suo padre insieme ad un amico di famiglia. In un secondo momento ci ha raggiunti anche il figlio maggiore, quasi 30 enne della coppia di mezza età. Dopo averci mostrato e descritto i danni subiti abbiamo parlato anche dei particolari di quella strana notte. Sono persone molto ospitali e gentili che giustamente lamentano l'ennesima ingiustizia subita. Infatti prima di trasferirsi nel centro di Mirandola, a pochi passi dal Duomo, raccontano di essere vissuti per tanti anni in un piccolo comune limitrofo fino al maledetto sisma del 2012 che ha reso inagibile l'edificio che da tanti anni abitavano. La casa non era di loro proprietà, ma tutto il mobilio, tutte le suppellettili, tutta la loro vita, è andata distrutta e nessuno gli ha mai rimborsato un solo euro. E' una famiglia umile, abituata a sudarsi ogni singolo euro che guadagna. Il padre di famiglia dopo aver lavorato per tanti anni in una fonderia, negli ultimi dieci anni è stato impiegato come manovale nell'edilizia, uno dei lavori manuali più duri e usuranti rimasti, mentre la giovane figlia già da diversi anni è impiegata in una locale fabbrica biomedicale come operaia turnista. Un lavoro che non le piace, ci confessa, ma va avanti stringendo i denti perché di questi tempi trovare un lavoro soddisfacente, ci dice, è diventato un lusso anche per i più giovani. Il fratello infatti, volontario autista di ambulanze, nonostante il diploma tecnico non trova lavoro. Hanno fatto molti sacrifici per ricomprare i mobili e tutto ciò che hanno perduto nelle macerie e fanno molta fatica a pagare l'esoso affitto di quel vecchio e umido appartamento al quarto piano di un condominio senza ascensore, nel quale ora vivono, ma non si sono mai dati per vinti. Nell'ultimo periodo erano riusciti a rimettersi in sesto e chiedendo un piccolo finanziamento sono riusciti a comprare una nuova auto utilitaria per la figlia. Dopo due giorni dal ritiro della nuova automobile, questa insieme alla vecchia utilitaria del padre sono state prese di mira da quella stupida e insensata fame di distruzione che quella notte si è scatenata proprio sotto casa loro. I danni ammontano a circa 2000 euro. Per quanto riguarda la nuova auto, la maggior parte dei danni verranno coperti dall' assicurazione, mentre per quanto riguarda la vecchia auto si arrangeranno con pezzi di ricambio usati.

 

Anche loro sono convinti che una persona sola in poche ore non possa aver fatto tutti questi danni, specialmente se, come dicono era annebbiata dai fumi dell'alcool. Su una delle due automobili addirittura è stato scaraventato un pesantissimo tombino di ghisa che è stato sradicato dalla pavimentazione urbana e ha distrutto parabrezza e cofano della vettura. “Come può una persona ubriaca farlo da sola?” continua a ripetere, incredulo, il padre di famiglia. I dettagli dei loro racconti diventano ancora più inquietanti quando ci svelano che quella mattina in mezzo a tutta quella devastazione, con la strada cosparsa di cocci di vetrine dei negozi mandati in frantumi e immondizia sparsa un po' ovunque si notavano anche delle scritte sui muri, scritte che la sera prima non c'erano e sono state immediatamente cancellate dagli addetti comunali che si sono occupati di ripulire a zona. Erano simboli di due tipi diversi ed erano presenti vicino ai portoni di diversi condomini della zona vandalizzata, scritti con bombolette spray nere a caratteri cubitali. Si distinguevano benissimo delle svastiche e delle 'A' cerchiate (simbolo dell'anarchia). Un particolare di cui nessun giornale ha parlato ma di cui i testimoni oculari non si sono dimenticati. Mi fanno notare che una persona in stato confusionale avrebbe difficoltà a disegnare correttamente quei simboli con una bomboletta spray, tra l'altro illuminato solo dalla fioca luce delle vecchie luminarie pubbliche e poi per quale motivo lo stesso individuo avrebbe disegnato due simboli rappresentanti due ideologie agli antipodi come il nazismo e l'anarchia? “Non ha senso, qualcosa non torna”, affermano. Sono diversi, quindi, gli indizi che fanno dubitare riguardo la veridicità della versione ufficiale che riconduce la responsabilità di tutto questo alla bravata di una sola persona che ha alzato il gomito. Se così fosse, poi, quale sarebbe il motivo di tutta questa riservatezza da parte delle autorità?? Potrebbe esserci stata una sorta di guerriglia urbana tra due fazioni politicamente rivali quella notte? Nessuno dei pochi residenti della zona (la maggioranza delle abitazioni sono state rese inagibili ed evacuate a causa del sisma) si è accorto di nulla?? Veniamo a sapere che quella notte una chiamata era stata fatta ai carabinieri, avvertiti da qualche passante che si era accorto della presenza di un'auto parcheggiata gravemente danneggiata. Secondo voci, non confermate, i militari sarebbero passati con una volante, ma se ne sarebbero andati subito dopo aver constatato la presenza dell'automobile senza preoccuparsi di fare ulteriori accertamenti.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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