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10 anni faon
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La querelle tra Ministero della Salute e il Partito Animalista Europeo ha trovato risoluzione solo all’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e del direttore generale sanità animale e farmaci veterinari, Silvio Borrello
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di Cinzia Marchegiani
Roma – Una querelle durata due anni finita con la vittoria del Partito Animalista che aveva diffidato il Ministro della Salute al riavvio dei Tavoli Ministeriali sui metodi alternativi che dovevano sostituire l’utilizzo degli animali nelle fasi della sperimentazione di farmaci, invece avviati dal suo predecessore l’ex. Ministro Renato Balduzzi nel migliore dei modi.
L’Osservatore d’Italia ha seguito sin dall’inizio questa battaglia portata avanti con determinazione dal Partito Animalista Europeo, testimoniando anche una con una video intervista le affermazioni del ministro Balduzzi, che ricordava, davanti alle nostre telecamere, quanto fosse importante il proseguimento di un confronto scientifico tra ricercatori e scienziati per un progresso non solo medico, ma anche teso alla tutela sia degli animali, ma anche dei consumatori dei farmaci stessi.
La storia ha dimostrato che la querelle ha trovato risoluzione solo dopo che il caso è finito sotto la lente della procura. Al PAE di fatto era pervenuto un documento ufficiale, afferente il tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
CONFERMATA VOLONTA' RIPRISTINO TAVOLO MINISTERIALE
Proprio quest’oggi, il 23 maggio 2014 il PAE ci tiene aggiornati indicandoci che il Ministero della Salute, con documento a firma del nuovo Direttore generale della sanità animale e farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, indirizzato alla segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, il Ministero conferma la volontà di ripristinare il Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale attendendo nuove comunicazione dal Pae per calendarizzare il prossimo incontro tra gli esperti.
Il presidente del Pae, Stefano Fuccelli soddisfatto di questa importante missiva dichiara: "Apprendiamo con soddisfazione che non esiste una pregiudiziale da parte dell'Amministrazione a riconvocare il Tavolo, anche se avremmo gradito una risposta nei tempi legali e spontanea alla nostra diffida dello scorso novembre piuttosto che in seguito all'iscrizione sul registro degli indagati del Ministro Lorenzin e del Direttore generale Borrello, a causa della nostra denuncia. Adesso il tavolo, bloccato da due anni, verrà ripristinato ma con importanti cambiamenti, dal numero degli esperti sulle alternative che dovrà risultare equivalente alla controparte per sopperire l'inaccettabile sperequazione (3 su 17) alle strategie da adottare, avendo ottenuto adesso, sempre a seguito dell'indagine giudiziaria, il Resoconto della riunione del tavolo di concertazione sui metodi alternativi alla sperimentazione animale del 14 giugno 2013”.
Fuccelli fa presente che al Prof. Bruno Fedi, primario ospedaliero, è stato conferito l'incarico di formare una squadra di esperti altamente specializzata, ben amalgamata e sinergica, un team performante da contrapporre ai ricercatori pro-test. “Decisione presa con l’obiettivo – spiega Fuccelli – di rendere un gruppo coeso ma anche dialogante con il mandante politico che formalmente ha inaugurato il Tavolo al fine di evitare atteggiamenti di ingiustificato silenzio già causati da inaccettabili pressioni esercitate dal precedente Direttore generale Gaetana Ferri, rimossa perché indagata dalla magistratura a seguito di nostre denunce".
A molti di coloro che hanno vissuto tutte le tappe di questa battaglia di trasparenza e legalità scientifica rimane una grande amarezza, quella nel dover accettare come l’attenzione dei preposti ministeriali viene sollecitata in virtù di denunce e diffide, che possono essere messe in atto da grandi associazioni o partiti.
L’Osservatore d’Italia continuerà a seguire questo importante progresso scientifico, teso a tutelare il benessere degli animali, ma anche quello delle persone. I consumatori sono parte di una lunga catena nella sperimentazione dei farmaci, troppe volte inconsapevoli del ruolo della farmacovigilanza post-marketing con cui invece si ottengono informazioni vitali sull’efficacia e sicurezza dei prodotti in commercio, perchè rivolta ad un campione più vasto ed eterogeneo che non si avrà mai nei trials clinici.
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