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Redazione
Milano – Peggio di così non poteva andare e i ringraziamenti vanno anche e soprattutto alla Grecia. Mercoledi' nero per Piazza Affari che in chiusura si conferma la peggiore d'Europa con il Ftse Mib che crolla del 4,44% a quota 18.304 punti.L'All Share ha chiuso invece in calo del 4,25% a quota 19.355 punti. Chiusura in forte perdita per le borse europee, il cui andamento e' peggiorato ulteriormente dopo l'apertura di Wall Street, anch'essa in sofferenza a causa dei deludenti dati Usa su vendite al dettaglio e prezzi alla produzione e della diagnosi di un nuovo caso di ebola negli Stati Uniti. Ad agitare i listini del vecchio continente e' pero' soprattutto la Grecia, le cui intenzioni di uscire in anticipo dal piano di assistenza di Ue e Fmi e di convocare elezioni anticipate hanno messo in agitazione gli investitori. La borsa di Atene cede il 6,32%, con i rendimenti dei titoli di Stato ellenici decennali che tornano a sfondare la quota del 7%.
Il Dax di Francoforte scende del 2,87% a 8.571,95 punti, il Cac 40 di Parigi arretra del 3,63% a 3.939,72 punti, l'Ftse 100 di Londra segna -2,83% a 6.211,64 punti, l'Ibex di Madrid scivola del 3,41% a 9.856,6 punti. Tra i fattori che hanno trascinato gli indici nella polvere va contato anche il crollo del prezzo del greggio sui mercati, che grava sui titoli petroliferi. Bp perde il 2,62%, Total il 2,61%, Royal Dutch Shell il 2,76%, Repsol il 3,32%, Statoil il 3,50%. Sotto forte pressione anche il settore farmaceutico, che, considerato difensivo, tende di solito a guadagnare nelle fasi di forti ribassi. A pesare e' la marcia indietro di AbbVie sull'offerta di acquisto per la britannica Shire, legata alla stretta del governo Usa sulla cosiddetta "ottimizzazione fiscale", che sta tentando di porre un freno alla pratica, sempre piu' frequente tra le grandi aziende americane, di acquisire controllate all'estero per poi spostare la sede altrove e godere di un regime erariale piu' benigno. Glaxo segna -2,98%, AstraZeneca -2,38%, Sanofi -3,93%. Crolla Shire, giu' del 21,9%. Si puo' inoltre ritenere che le speranze in un ulteriore consolidamento del settore siano state affossate anche dalla decisione del governo irlandese che ieri, presentando la nuova legge di bilancio, ha eliminato il 'Double Irish', la scappatoia che consentiva alle multinazionali di trasferire la sede a Dublino per poi pagare le tasse in qualche paradiso fiscale.
A Milano, la raffica di vendite si e' abbattuta su tutti i comparti, con numerose sospensioni soprattutto tra i finanziari, i piu' penalizzati della seduta: Unicredit -6,14%, Intesa Sanpaolo -5,85%, Mediobanca -5,77%, Bpm -7,59%, Banco Popolare -8,09%, Mps -7,64%, Generali -4,27%, Mediolanum -4,95% Bper -7,73%. Giu' anche industriali (Fca 2,9%, Finmeccanica -5,38%, Pirelli -3,42%) e gli energetici, con Eni -3,38%, Enel -4,68%, A2A -4,44%.
Telecom Italia ha lasciato il 4,82% a quota 0,7990 euro per azione. Nel lusso Tod's -2,34%, Ferragamo -2,86%, Luxottica -1,38%.
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