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di Paolino Canzoneri
MILANO – L'ex presidente della Regione Lombardia e capo di Comunione e Liberazione Roberto Formigoni è stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per il vorticoso giro di tangenti stimati per 61 milioni di euro della Clinica Maugeri e 9 milioni di euro dell'Ospedale San Raffaele. Sentenza di carcere per Roberto Formigoni dopo oltre 20 anni fra assoluzioni e proscioglimenti ma assolto dall'accusa di associazione per delinquere. Dalle lunghe indagini sembra che Formigoni ai tempi della sua presidenza alla regione Lombardia avrebbe goduto di pagamenti dal faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone, definiti dallo stesso Formigoni dei "Bancomat", per viaggi di lusso ai Caraibi, vacanze in barca, cene e avrebbe pure ottenuto un enorme sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna in cambio di delibere di Giunta che avrebbero garantito rimborsi extra per il valore di 200milioni di euro alla Fondazione Maugeri e all'Ospedale San Raffaele. Un giro di favori e tangenti dal valore complessino di circa 70 milioni di euro che i PM non hanno remore nel giudicarli "soldi sottratti ai malati della Lombardia". La sentenza letta dal giudice La Rocca, con la presenza anche del Procuratore della Repubblica Francesco Greco, seppur in primo grado appare come una mannaia sulla testa di un personaggio come Formigoni protagonista del ventennio berlusconiano dove favoritismi e casta hanno razziato il fondo del barile senza la minima decenza e senza il minimo rispetto per i cittadini colpevoli solo di aver creduto o votato "politici" di questo rango. I 7 milioni di euro sequestrati all'ex presidente lombardo e la sentenza di carcere dovrebbero condizionare il suo attuale ruolo alla guida di una commissione in Senato ma in Italia siamo abituati a tutto e nelle prossime sentenze tutto potrebbe essere stravolto. Condannati anche per il faccendiere Pierangelo Daccò a 9 mesi e due mesi; l'ex assessore regionale Antonio Simone a 8 anni e 8 mesi; l'ex direttore della Clinica Maugeri Costantino Passerino a 7 anni e l'imprenditore Carlo Farina a 3 anni e 4 mesi. Formigoni dal canto suo ha commentato: "Ritengo ingiusta la sentenza e la impugnerò, la mia piena innocenza sarà riconosciuta. Sono amareggiato ma sereno. Mai ho lasciato che interessi personali influissero sulle mie scelte di governo". Un verdetto annunciato nella stessa aula che ha visto pronunciare le condanne per Silvio Berlusconi. Solidarietà a Roberto Formigoni non si sono fatte attendere dal centrista Maurizio Lupi anch'egli di Comunione e Liberazione, dal presidente della commissione Lavoro al Sentato Maurizio Sacconi e da Raffaele Fitto ex ministro PDL. In controtendenza Alessandro Di Battista del M5S sui social ha invece commentato: "Formigoni condannato a 6 anni per corruzione è l'attuale presidente della commissione Agricoltura del senato grazie ai voti del PD". Il quadro disarmante che ne viene fuori non auspica nessuna parvenza di cambiamento dei valori etici e morali necessari per esercitare una professione mirata al benessere dei cittadini che silenti hanno oramai esaurito quasi ogni speranza. L'indifferenza e la dissociazione dalla politica che ne potrebbe derivare potrà solo essere foriera di caos. Urge una mano pesante contro coloro che sfruttano il ruolo istiuzionale per la bella vita a "sbafo" delle regole civili.
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