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A.B.
Milano – Quando si supera il confine, quando il confine con il voler bene/amare, da parte di un genitore, diventa “altro”, non è più amore ma malattia. Una malattia che danneggerà per sempre una creatura che avrebbe voluto solamente un abbraccio paterno. E’ esattamente quanto è accaduto a Milano, dove un tassista di 56 anni è stato arrestato dalla Polizia con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia. Le violenze si sarebbero consumate in un arco temporale che va dagli 8 ai 20 anni. L’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo è iniziata circa un mese fa, quando la 20enne ha raccontato gli abusi subiti dal padre presentandosi spontaneamente al commissariato Porta Genova, in compagnia di un’amica. Il dirigente del commissariato ha spiegato: “Sono stati fondamentali gli amici e gli insegnanti della scuola frequentata dalla vittima. La ragazza si è confidata con la preside nel giugno 2015 e da quel momento la direttrice l'ha spinta a presentarsi alla polizia”. Ha aggiunto inoltre “La moglie ha abbandonato la casa quando la figlia aveva 7 anni e da allora è in un centro di cura psichica. Da quel momento l'uomo ha sostituito la sua figura con la ragazzina, manipolandola al punto da farle credere che questo comportamento era normale nelle famiglie disagiate. Le diceva che aveva difficoltà a relazionarsi con altre donne e che non aveva abbastanza soldi per pagare una prostituta. Dai 14 anni ha iniziato a pagare la figlia 3 euro per ogni prestazione sessuale”. L’uomo è descritto come una persona con poche relazioni sociali, un borderline e svolgeva l’attività di tassista. L’uomo esercitava il pieno controllo sulla vita della figlia, ma le cose sono ulteriormente cambiate quando l’uomo si è reso conto che la giovane ne stava parlando anche con altri della situazione che viveva. Ha provveduto a bloccargli il cellulare e l’ha minacciata di fare del male a coloro a cui aveva confidato quei particolari. Aggiunge il dirigente: “Il rischio per gli amici ha fatto scattare la rivalsa della ragazza. Il padre ha tentato in ogni modo di farle ritirare la denuncia e l'ha denunciata a sua volta dicendo che era una pessima figlia disinteressata alle faccende domestiche”. In quella casa, oltre alla ragazza, viveva anche un fratello più piccolo che però non avrebbe subito attenzioni. La famiglia è stata seguita da assistenti sociali che avrebbero segnalato il disagio in cui vivevano. L’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, commenta quanto accaduto: “Anche in Italia bisogna introdurre la castrazione chimica per pedofili e stupratori, già realtà in diversi Paesi civili, sia in Europa che nel resto del mondo. Non si può più attendere” ha aggiunto “La giustizia farà il proprio corso, ma i contorni della vicenda sono agghiaccianti. Pare che questa persona abbia abusato della figlia per dodici anni. Sta di fatto che a Roma si parla tanto, soprattutto in occasione della festa della donna, ma si agisce poco. Stupri e atti di pedofilia sono crimini insopportabili. Chi li commette deve essere messo nelle condizioni di non poterlo più fare”.
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