Milano, disarticolata la banda dei predatori di farmaci

MILANO – Perquisiti gli uffici e i domicili, tra le province di Milano, Monza Brianza e Varese, di 17 dipendenti di un grosso distributore farmaceutico della provincia di Milano.

L’operazione, portata avanti dai carabinieri del N.A.S. di Milano, assistiti da militari dei N.A.S. di Alessandria, Torino e Cremona è scattata su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e disposta dal Procuratore Aggiunto dottoressa Laura Pedio e dal Sostituto Procuratore dottoressa Francesca Crupi.

Le indagini sono state avviate nel mese di novembre 2019 a
seguito della denuncia presentata dai responsabili del deposito che avevano
riscontrato grossi ammanchi di presidi farmaceutici come conseguenza di
attività predatorie poste in essere da alcuni dipendenti non meglio
individuati.

Gli ammanchi documentati dalla società erano stati stimati
in oltre 3.000 confezioni di varie tipologie di medicinali – tra le quali
spiccavano quelle ad effetto anabolizzante e farmaci ad alto costo – ed il
danno economico emerso era stato quantificato in oltre 500mila euro.

L’immediata attività investigativa, avviata dal N.A.S. di
Milano e coordinata dalla locale A.G., ha consentito di identificare e
denunciare in stato di libertà per furto aggravato 17 dipendenti sorpresi,
grazie al ricorso di attività di monitoraggio tecnico, ad asportare medicinali
destinati alla successiva vendita sul mercato illecito.

Il dispositivo dei Carabinieri per la Tutela della Salute ha permesso agli inquirenti di evitare ulteriori conseguenze delle attività predatorie. In tale contesto, infatti, nella sola mattinata dello scorso lunedì, 6 dipendenti sono stati sorpresi in flagranza di reato mentre erano intenti a rubare vari tipi di farmaci;

I 17 decreti di perquisizione personale e locale, disposti
dalla magistratura milanese, sono stati disposti al fine di rinvenire e
sequestrare le varie specialità medicinali asportate dal predetto deposito
farmaceutico nel corso del tempo, le quali, oltre ad essere provento di reato,
sono da considerarsi potenzialmente dannose per la salute pubblica qualora non
correttamente conservate secondo i criteri stabiliti dal produttore.

L’attività investigativa condotta ha consentito di
disarticolare un gruppo le cui protratte attività di furto hanno non solo
creato un rilevante danno economico all’azienda di cui erano dipendenti, ma,
attese le modalità di successiva collocazione dei prodotti nei mercati
clandestini, hanno soprattutto contribuito a sottrarre, dai canali ufficiali, i
presidi medici destinati alle esigenze sanitarie dei cittadini.