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Cultura e Spettacoli

Milano, al teatro Martinitt l’evento dedicato ai “portatori di milanesità”: “Storie di vita e malavita” con Renato Dibì e le canzoni della “Ligera”

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Con quello che è considerato il migliore interprete italiano della grande tradizione degli Chansonnier, arriva un omaggio in musica alla cultura meneghina. Un tuffo in quelli che, all’ombra della Madunina, furono i tempi della piccola mala locale. Una serata melodica, che oggi guarda quasi con nostalgia alla criminalità “bonaria” di allora e alla società, quella delle case di ringhiera, che ne era il contesto 

Mai dimentico del contesto non solo logistico in cui è nato e cresciuto, il Teatro Martinitt ha pronto per il pubblico più affezionato un grande regalo, che non mancherà di essere apprezzato anche da tutti coloro che, per origine o per adozione, si sentono “portatori di milanesità”. Per gli Special Event di questa stagione, che volge piano piano al termine, ecco arrivare Renato Dibì. Considerato il migliore interprete italiano della grande tradizione degli Chansonnier, autore tra l’altro per grandi voci come quelle di Mina, Milva, Al Bano e Califano, Dibì propone il repertorio popolare delle canzoni della Mala, la cosiddetta Ligera milanese. Nell’immediato dopoguerra, nel capoluogo si formò un nuovo genere di piccola malavita, bonaria, proletaria, delle case di ringhiera, degli agglomerati urbani, rifugio di immigrati del Sud Italia. Il Lingia, sempre attento a non cadere nelle mani della Madama (la polizia), era sedotto dal mito cinematografico, quello del colpo che risolve la vita. Rifiutava la violenza ma anche la logica del lavoro, almeno quello continuativo. Per sopravvivere si arrangiava come poteva, rispettando però codici e valori ben precisi. Pur vivendo nel disagio e ai margini della società, era pieno di umanità e sogni d’avventura.

Milano, storie di vita e malavita, di e con Renato Dibì, alla fisarmonica Gian Pietro Marazza, arrangiamenti e orchestrazione Roberto Negri e Sante Palumbo. MFProduction.

Il ladro d’appartamento, il truffatore, il rapinatore gentiluomo, il boss della zona, il palo, il pappone, il piccolo contrabbandiere, il falsario, il borsaiolo e il pataccaro popolavano la notte, nelle osterie e nelle bettole dei Navigli, così come le canzoni dell’epoca. C’è da averne nostalgia, perché negli anni a venire la malavita sarebbe stata una mala diversa, molto più violenta e meno pittoresca. Al ricordo contribuiscono proprio le canzoni della Ligera, fotografie di quel mondo e di quell’atmosfera. Tra tante, Porta Romana bella, La Rosetta, Ma mì, fino a pezzi più recenti come La ballata del Cerutti, Il palo dell’Ortica (proprio lì dove sorge il Martinitt) e I scarp del tennis.

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