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di Vincenzo Giardino
La città negata, un libro scritto con lo stile dell’inchiesta giornalistica da Roberto Pruiti, siciliano con la passione per la storia della sua terra. L’opera dello scrittore nasce da un “viaggio” nelle baraccopoli di Messina a un secolo dal terremoto.
Il libro è diviso in due parti; la prima parte testuale, riguarda l'indagine di approfondimento, con una introduzione storica del contesto sociale, un’analisi del problema da un punto di vista antropologico e delle interviste ai baraccati (testi originali e sgrammaticati) su una delle realtà più inquietanti della Città dello Stretto. Messina, una città negata da due catastrofi, una naturale della durata di 31 secondi e una sociale della durata di cento anni e chissà quanti ancora a venire. La seconda parte è costituita da una galleria fotografica di più di 100 immagini a colori sulle baraccopoli che danno un tetto a circa 12.000 cittadini messinesi, in una realtà dove si è sedimentata nel tempo la cosiddetta “cultura della baracca”, frutto di quella ormai nota cultura assistenzialistica e clientelare a tutt’oggi persistente.
L’evento catastrofico, che colpì Messina nel 1908, cancellò dalla storia un’intera comunità distruggendone la cultura. L’autore, con questo libro, vuole divulgare e rendere pubblica l’analisi per certi versi spietata di una visione al di fuori della così detta società civile.
La speranza è che lavori appassionati come questi non restino rilegati tra le pagine di un libro, ma lascino dentro ogni lettore quella indignazione che dovrebbe provare ognuno di noi davanti a realtà così drammatiche e incredibilmente vicine a noi tutti che crediamo di essere lontani.
Un libro che dovrebbe far riflettere, alla luce anche dei documenti fotografici, l’inefficienza di tutte le forze politiche che si sono succedute nell’amministrazione della città di Messina.
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