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Cronaca

MESSINA, COPIOPOLI ALL'UNIVERSITÀ: IL CASO DARIO TOMASELLO FINISCE IN PARLAMENTO

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Tempo di lettura 2 minuti presentate due interrogazioni al Ministro dell'Istruzione da parte di M5S e SI

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di Ivan Galea

Messina – Plagio e truffa ai danni dello Stato. Questi i reati che scaturiscono dalla denuncia fatta dal professore universitario Giuseppe Amoroso, ex docente di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Messina, nei confronti di Dario Tomasello, figlio dell'ex rettore dell'Università di Messina, risultato vincitore di un concorso di abilitazione a professore ordinario.

In pratica il figlio dell'ex Rettore dell'Università di Messina, Diego Tomasello, è stato denunciato dal professor Giuseppe Amoroso per plagio e truffa allo stato, in quanto avrebbe copiato, quasi integralmente, dei suoi scritti. Amoroso evidenzia il fatto di come la commissione esaminatrice non si sia accorta del plagio. "Io non sono Proust, nient’affatto, dunque non pretendo che venissero riconosciuti la mia mano, il mio tratto. – Dichiarava Amoroso sul Corriere della Sera del 7 maggio 2014 – Questo mai. Non mi permetterei. Ma siccome da quel che ho avuto modo di leggere c’è stato una reale unione, un prendere pagine e ancora pagine modificando al più il nome di un autore con un altro autore, insomma semplicemente mettendo, faccio un esempio, un Brancati lì dove v’era un Tecchi, allora mi domando come davvero non abbiano trovato gli errori. Visto che non sono testi lineari che scorrono, che non c’è uno sviluppo armonico nella narrazione, ed è evidente".

Ma per il Ministero della Pubblica Istruzione è tutto a posto. Infatti a seguito del mancato superamento del concorso da parte del candidato Giuseppe Fontanella, lo stesso ha voluto vedere gli elaborati di Dario Tomasello e, con estrema sorpresa ha constatato che nei lavori di Tomasello vi erano "non solo i pensieri ma le parole stesse di Amoroso" e a seguito di controllo "c'erano pagine e pagine non ispirate ma riprese da questo o quel libro con il copia incolla. Senza virgolette e citazione dei testi originali"; La nomina del dottor Dario Tomasello come ordinario a Messina fu sospesa e l'attuale rettore, Pietro Navarra, inviò tutta la documentazione al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alla procura della Repubblica di Milano competente perché la commissione e le prove del concorso si svolsero nel capoluogo lombardo. Pochi giorni fa al rettore dell'università di Messina veniva recapitata una lettera del direttore generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Daniele Livon, in cui si afferma che: "…visionata la documentazione la commissione (che lodava il vincitore anche per i contributi originali) ritiene di non dover modificare il giudizio di abilitazione già reso nei riguardi del professor Tomasello"

E il caso finisce in Parlamento dove sono state presentate ben due interrogazioni al Ministro dell'Istruzione: La prima presentata dal Movimento 5 Stelle lo scorso 3 febbraio 2016 e la seconda da Sinistra italiana lo scorso 5 febbraio 2016. I parlamentari chiedono al ministro Giannini se sia a conoscenza della vicenda, se non si ritenga opportuno avviare un'attività ispettiva del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per far piena luce sui fatti, "se non si intendano assumere iniziative per sospendere in maniera cautelativa il giudizio di abilitazione confermato dallo stesso direttore generale del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Daniele Livon, alla luce di quelle che sembrerebbero evidenti pratiche di plagio di opere altrui, in questo caso del professor Giuseppe Amoroso, che di fatto alterano l'originalità dei lavori presentati dal dottor Tomasello per l'abilitazione a ordinario in letteratura italiana contemporanea". Infine di "chiarire, in particolare, per quale motivo il direttore generale del Ministero, Daniele Livon, non abbia ritenuto necessario effettuare ulteriori verifiche sui fatti esposti, anche in considerazione delle disposizioni normative in materia di responsabilità per l'attività gestionale".

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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