MESSICO, SCONTRI TRA NARCOS E POLIZIA: 43 MORTI

di Angelo Barraco

Messico – I Narcos in Messico controllano vaste aree, e nel momento in cui notano agenti o scrutano possibili contaminazioni nel loro percorso di dominio e di controllo agiscono senza pietà, proprio come è accaduto venerdì in una delle zone rosse del Messico, precisamente nel nord dello Stato di Michoacan dove sarebbero morte 43 persone. La ricostruzione degli eventi colloca l’inizio della strage la mattina di quel venerdì, dove tutto ebbe inizio a Tinaja de Vargas, quando agenti federali videro un veicolo sospetto per strada. I poliziotti si sono imbattuti però in un veicolo di civili armati che li ha prontamente attaccati, i poliziotti hanno subito chiesto rinforzi ed è scoppiata una sparatoria che è durata ben 40 minuti. Le fonti governative tendono a precisare che il numero delle vittime è approssimativo ovvero 43 è un numero ufficioso, vi sarebbe un agente federale caduto durante il sanguinoso scontro, altre fonti invece riferiscono invece che gli agenti federali morti sono 2. Tahualco si trova vicino a La Barca, dove è stata fatta un’inquietante scoperta tempo fa, una fossa comune con più di 70 corpi, vittime del cartello. 
 
Si presume che ad attaccare i federali fossero forze armate appartenenti al cartello Jalisco Nueva Generacion, un’organizzazione che sta prendendo piede in tutto il paese e che è diventata la più forte. Inoltre, successivamente allo scontro, sono stati arrestati dalla polizia federale 5 persone e sono state sequestrate delle armi. Sempre in Messico, ma a Cidada Juarez, pochi giorni fa un bambino di sei anni è stato torturato, lapidato, accoltellato e sepolto vivo, l’omicidio è stato compiuto da 5 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. L’omicidio è avvenuto a Ciudad Juarez, capitale dello Stato di Chihuahua. Il rinvenimento del cadavere della povera vittima è avvenuta grazie ai serrati interrogatori della polizia agli assassini, tra i killer vi sono anche due ragazzine di 13 anni. La vittima era loro vicina di casa scelto come obiettivo di un tragico gioco. Gli aguzzini lo hanno prelevato dalla sua abitazione e secondo le prime ipotesi pare che si stesse simulando un gioco: il sequestro dunque sarebbe la conseguenza di un piano che dall'irrealtà è sfociato nella tragica realtà. Un numero sempre crescente di ragazzini americani perlopiù 13 enni, residenti in genere in Texas, vengono presi sotto l’ala dei narcotrafficanti messicani e assoldati come killer. Gli omicidi avvengono sia negli USA che in Messico e i ragazzini ricevono un contributo pari a 500 dollari a settimana e per omicidio ricevono persino 50 dollari.
 
Un caso eclatante ai rigori della cronaca mondiale è quello di Rosario Reta di 13 anni che nel 2003 fu assoldato dal boss Miguel Trevino del cartello della droga. Il giovane rimase 6 mesi in un campo di addestramento, quando uscì dal campo di addestramento uccise la sua prima vittima e nel 2006 fu arrestato e fece una dichiarazione sconvolgete, dichiarò di aver commesso circa 30 omicidi. Ecco quanto allora dichiarò: “Mi fa sentire come Superman o come James Bond”. I ragazzini killer che lavorano per il cartello della droga e compiono omicidi, se sono fortunati continuano a vivere sotto la tirannia dei loro capi, macchiando la loro coscienza e mettendo a rischio la propria vita; altrimenti finiscono per essere uccisi e della loro vita non si saprà mai più nulla.