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MENINGITE A MAGENTA: IL BAMBINO ERA STATO VACCINATO NEL 2009
Tempo di lettura 5 minutiDal reparto di Pediatria di Magenta si è appreso che il bimbo sta meglio, sono migliorati lo stato di coscienza e l’eloquio. Il Dr. Girolamo Giannotta ci aiuta a capire questo caso
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10 anni agoon
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cmarchegiani
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di Cinzia Marchegiani
Magenta (MI) – Nel corso del pomeriggio del 25 marzo 2015, il Pronto Soccorso Pediatrico di Magenta, nella persona del Dott. Cirillo, ha segnalato telefonicamente alla U.O.C. Sanità Pubblica di ASL Milano 1 un caso di sospetta meningite, occorso in un bambino nato nel 2007 e residente a Vittuone, dove frequenta la II elementare, presso la Scuola Primaria di I grado "Gramsci". Il bambino, al momento del ricovero in Pediatria, presentava febbre alta, disorientamento, eloquio rallentato e petecchie agli arti inferiori. E’ stato immediatamente sottoposto, alle ore 16.45 circa, agli esami di emocultura e rachicentesi (liquor torbido). Il piccolo risulta essere vaccinato per pneumococco e meningococco C nel 2009. E' stata effettuata indagine epidemiologica. La Direzione Sanitaria del P.O. di Magenta (Dott.ssa T. Legnani) ha comunicato nel tardo pomeriggio del 25 marzo alla Responsabile UOS Profilassi Malattie Infettive che il liquor è risultato insufficiente per l'esame diretto ed è stato quindi inviato al P.O. di Legnano per l'esecuzione della PCR. Il Direttore Generale di ASL Milano 1, Dott. Giorgio Scivoletto, ha provveduto personalmente ieri ad avvisare il Sindaco di Vittuone, Dott. Fabrizio Biagini, con il quale ha coordinato gli interventi di profilassi previsti dal protocollo a tutela della Comunità. I familiari del bambino sono già stati sottoposti a profilassi nella stessa giornata del ricovero in Ospedale. Il Sindaco, il Dirigente Scolastico e il Direttore Generale si sono attivati per collaborare ed per assicurare l’attuazione delle misure opportune nella Comunità scolastica frequentata dall’allievo.
Rivolgiamo alcune domande al dr Girolamo Giannotta che ha curato per l’Osservatore d’Italia un’importante inchiesta sanitaria sugli ultimi casi di morti da meningite, spiegando con studi e report ministeriali questa malattia e soprattutto cosa si cela dietro la copertura vaccinale attualmente realizzata.
La Direzione Sanitaria del P.O. di Magenta ha comunicato nel tardo pomeriggio di ieri che il liquor è risultato insufficiente per l'esame diretto ed è stato quindi inviato al P.O. di Legnano per l'esecuzione della PCR: cosa si può ipotizzare in queste condizioni?
Sicuramente avranno avuto una quantità sufficiente di liquor cerebrospinale che ha permesso di orientarsi verso una forma batterica di meningite. La PCR, si può eseguire su sangue e su liquor, permette di rilevare anche piccole quantità di acido nucleico del patogeno responsabile e ne permette la sua identificazione anche se il germe è stato ucciso da una terapia antibiotica iniziata prima della puntura lombare. In 4-6 ore, con le procedure automatizzate, si arriva ad identificare il microbo responsabile.
Dr Giannotta, la profilassi antibiotica dei contatti in quali casi di meningite è indicata?
L’Istituto Superiore di Sanità dice che la sorveglianza dei contatti è importante per identificare i soggetti con febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Nel caso di meningite da meningococco o da Haemophilus influenza b è indicata la profilassi antibiotica dei contatti che non è necessaria nei casi di pneumococco. Esistono più di 90 tipi diversi di pneumococco. Le meningiti e le sepsi da pneumococco si presentano in forma sporadica, e non è indicata la profilassi antibiotica per chi è stato in contatto con un caso, poiché non si verificano focolai epidemici.
CONTROLLI E PROFILASSI EFFETTUATE
Dal reparto di Pediatria di Magenta si è appreso che il bimbo sta meglio, sono migliorati lo stato di coscienza e l’eloquio. Nel frattempo come da accordi avviati fra la Direzione Generale di ASL Milano 1, il Sindaco e la Direzione della Scuola si è provveduto a verificare i contatti di tutte le classi che si erano riunite venerdì 20 marzo in occasione della “Giornata della Pace”, tranne le classi IV che erano in gita scolastica; la scuola ha provvedduto a far pervenire elenchi di tutti i bambini, compresi gli assenti del 26 marzo (tranne le classi IV che non risultano aver avuto contatti con il caso). I genitori dei bambini sono comunque stati allertati dalla scuola tramite la rete dei Rappresentanti di Classe.
La scuola nel merito si è adoperata per identificare gli assenti del 26 marzo che in tolale sono 9 bambini, in modo da assicurare la profilassi a tutti gli alunni, tranne quelli delle classi IV.
E’ stata anche organizzata una riunione nella palestra della scuola ieri nel primo pomeriggio per informare i genitori e procedere alla profilassi con il farmaco Rifadin.
La Asl1 Milano informa inoltre che:
• verranno profilassati solo i compagni di scuola del caso e gli insegnanti della classe (cioè solo i contatti stretti) ;
• i familiari del soggetto interessato sono già stati profilassati lo stesso giorno del ricovero del bambino al pronto Soccorso. Non è necessario profilassare i familiari dei compagni (cioè i contatti indiretti)
• il numero esatto verrà comunicato non appena riceviamo gli elenchi dei bambini dalla scuola;
• il caso non fa sport, non ha frequentato altre comunità;
• ultimo giorno di frequenza scuola: il 24 marzo
dall'indagine epidemiologica si è risaliti alle frequentazioni sino al 16 marzo e la sorveglianza continuerà sino al 4 aprile (un giorno in più rispetto a quanto previsto dal protocollo).
Il Rifadin, è il farmaco che è stato consigliato per la profilassi che i bambini. Dr Giannotta ci spiega se copre anche da altri tipi di batteri oltre il meningococco? La profilassi dei contatti col farmaco Rifadin si usa sia per i casi provocati da meningococco, che per quelli dovuti ad Haemophilus influenza b. Poiché la chemioprofilassi adottata in questo caso è piuttosto allargata, verosimilmente, si potrebbe trattare di meningococco. Se si tratta di meningococco, va ricordato che i sierotipi B e C sono i responsabili della maggior parte dei casi in Italia. Comunque, esistono 13 sierotipi diversi, anche se quelli più rilevanti clinicamente sono i sierotipi A, B, C, Y e W135.
Come è possibile che un bambino vaccinato poi possa contrarre la meningite contro la quale è stato vaccinato?
Il vaccino anti-meningococco attuale è diretto proprio contro questi 5 sierotipi appena indicati, e nell’articolo già pubblicato, dal vostro giornale, si sottolineava il fatto che l’immunità cala già dopo un anno dalla vaccinazione e qui, se si tratta di meningococco, di anni ne sono passati 6.
Insomma un altro caso italiano di meningite che pone o almeno dovrebbe sollevare riflessioni importanti su come viene attuata la campagna vaccinale per queste malattie. Troppo spesso, i genitori non sono informati dalle stesse istituzioni sanitarie su come il vaccino agisce, il grado di immunizzazione e la copertura dei successivi anni, dal momento della profilassi. Casi in cui i bambini vaccinati hanno contratto comunque la malattia ne è piena la letteratura medica e scientifica, e ora giustamente i genitori si chiedono perché non viene fatta una campagna vaccinale seria, se le stesse istituzioni sanitarie non offrono agli stessi, argomenti validi per poter finalmente capire benefici e rischi che la prole potrebbe incontrare sia nel fare la profilassi che non farla, soprattutto perché la campagna del terrore è povera di informazioni. Molti di questi vaccini sono facoltativi, e per esperienza di molti genitori il centro vaccinale si è dimostrato carente negli obblighi di informazioni come riportare la Legge 210/92 che prevede i risarcimenti per i danni da vaccino e che "deve" essere obbligatoriamente apposta in tutti i luoghi pubblici ed a maggior ragione presso gli ambulatori e centri vaccinali. Ricordiamo anche di fare attenzione al libretto vaccinale poiché devono essere sempre apposti i riferimenti delle profilassi ricevute con indicazione del nome del vaccino, lotto e fustella (etichetta sulla scatole), questo serve a fare corretta farmacovigilanza qualora avviene un caso di contagio o problemi post vaccinazione.
La vera campagna vaccinale inizia nel rendere consapevoli i genitori e non trattarli come persone che non possono comprendere una pratica medica che riguarda invero direttamente il proprio figlio, solo perché non sono medici. Troppe distorsioni delle informazioni non rappresentano la corretta informazione e gli effetti disgreganti si percepiscono quotidianamente quando la mamma o il papà rimangono sgomenti proprio in merito a queste notizie che a detta dei medici non dovrebbero neanche esistere se il bambino è stato vaccinato…ma così poi non è! Sono crepe che dimostrano che non sempre è vero quello che i media raccontano.