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Cronaca

MELANIA REA: QUELLE ACCUSE RIVOLTE A SALVATORE PAROLISI

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Tempo di lettura 4 minuti Assistito dagli avvocati Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, è stato assolto dall’accusa poiché il fatto non sussiste.

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di Christian Montagna

Una vicenda complicata e ricca di colpi di scena quella che vede come unico indagato Salvatore Parolisi nella morte della giovane Melania Rea. Ad aggravare la posizione dell’indagato, sono le altre accuse a suo carico. Proprio durante le indagini per l’omicidio della moglie, emersero alcuni comportamenti anomali degli istruttori della caserma. Dodici militari finirono sotto inchiesta. Nuovamente in tribunale e dinanzi ai pm, il Tribunale di Roma ieri ha assolto con formula piena il caporal maggiore dell’esercito. Accusato di violata consegna nell’ambito dell’inchiesta in cui sono indagati anche altri militari per presunti abusi nei confronti di soldatesse. Secondo la procura, non avrebbe rispettato gli ordini, invitando nel suo ufficio ed offrendo da bere alle soldatesse che addestrava in caserma. In tribunale, presente anche la sua ex amante ed ex allieva Ludovica Perrone. Assistito dagli avvocati Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, è stato assolto dall’accusa poiché il fatto non sussiste. Ma Parolisi resta ancora in carcere per la condanna a trenta anni per l’omicidio di sua moglie Melania, nell’attesa del processo in Cassazione che si svolgerà a febbraio.

LA VICENDA:
E' il 18 Aprile 2011 quando di Carmela Melania Rea, di anni 29, si perdono le tracce sul Colle San Marco di Ascoli Piceno. Insieme al marito Salvatore Parolisi e alla loro bambina di diciotto mesi, sono andati a trascorrere qualche ora all'aria aperta. Secondo la ricostruzione del marito, Melania si allontana per andare al bagno dello chalet ma nessuno però la rivedrà mai tornare. Passano circa venti minuti ma Salvatore spaventato chiama i soccorsi e dà l'allarme. Subito la notizia viene diffusa in tutta la nazione, cominciano le ricerche sui territori circostanti. Si cerca e si spera di trovare un corpo ancora in vita. Il marito disperato concede numerose interviste televisive sperando al più presto di poter riabbracciare la propria amata. Una nazione che si mobilita per questa terribile scomparsa; forze dell'ordine scandagliano distese di terreno immense, ma di Melania ancora nulla.

IL RITROVAMENTO DEL CORPO
E' il 20 Aprile, due giorni dopo la scomparsa, quando una telefonata anonima intorno alle 14.40/15.00 avverte le forze dell'ordine di polizia da una cabina telefonica pubblica del centro di Teramo che non sarà mai rintracciata della presenza del corpo di Melania. A 18 km di distanza dal luogo della sparizione, in un bosco di Ripe di Civitella viene ritrovato il corpo di Melania. Ferite di arma da taglio e una siringa conficcata sul suo corpo: elementi che cercano di depistare le indagini facendo pensare ad una rapina finita male ad opera di un tossico in astinenza. Il medico Adriano Tagliabracci che effettua l'autopsia non rileva segni di strangolamento né violenza sessuale e attribuisce la causa della morte alle 35 coltellate che sono state inflitte sul suo corpo. Vicino al corpo, viene ritrovato il cellulare con la batteria scarica e un'altra sim card.
LE INDAGINI
A brancolare nel buio sono gli investigatori che cercano di trovare il colpevole. Salvatore continua a mostrarsi disperato e shoccato per quanto accaduto. Inizialmente non iscritto nel registro degli indagati, il 29 giugno, a più di due mesi dall'omicidio, gli notificano un avviso di garanzia. L'ultima persona ad aver visto Melania Rea in vita potrebbe dunque essere il suo assassino. Ma perché Salvatore avrebbe dovuto uccidere sua moglie? Si indaga nella vita privata di Salvatore, sul posto di lavoro e si cerca di ricostruire il rapporto fra i due coniugi a suon di testimonianze di amiche e conoscenti che con Melania avevano un buon rapporto. Salvatore però continua a professarsi innocente. Nessun testimone però può confermare o smentire il suo racconto. Il 19 Luglio 2011, l'inchiesta passa a Teramo per competenza territoriale e il 2 Agosto il gip conferma il fermo del caporal maggiore. Si indaga sulla vita privata di Salvatore; spuntano altre donne, transessuali e una vita non proprio serena. Melania era venuta a conoscenza di un tradimento? Potrebbe essere questo il motivo dell'omicidio? Domande queste che si pongono gli inquirenti a cui però mai nessuno potrà più rispondere.
L'ACCUSA
Secondo gli inquirenti, il tutto si è consumato in pochi minuti. Nella pineta in cui è stato ritrovato il corpo, Salvatore avrebbe provato a baciare la moglie per tentare un approccio sessuale. In seguito al rifiuto, si sarebbe scatenata la furia omicida. Nella motivazione della sentenza però compaiono anche altri elementi tra cui la relazione extraconiugale che Parolisi aveva con la soldatessa Ludovica Perrone. Viene però subito esclusa la possibilità che quest'ultimo elemento possa avere a che fare con l'omicidio. Si analizza dunque il rapporto tra i coniugi: Melania una donna troppo forte che induce il suo uomo in una situazione di sottomissione? Parolisi trova in un Ludovica un conforto alle umiliazioni subite quotidianamente dalla sua donna? Le dichiarazioni delle amiche di Melania la descrivono come frustrata e triste, soprattutto dopo la scoperta dei tradimenti del marito. Secondo il pm, le continue menzogne del Parolisi anche in tv sarebbero una confessione velata dell'omicidio. Una mole di menzogne che insieme costituiscono una confessione.
LA SENTENZA
Condannato in primo grado all'ergastolo con l'aggiunta della pena accessoria dell'isolamento diurno, Parolisi non mostra segni di pentimento. Tenta di depistare le indagini fino all'ultimo momento. Sembra utilizzare la sua bambina per apparire un padre premuroso che mai avrebbe potuto uccidere e perde la patria potestà . In secondo grado, il 30 Settembre, i giudici d'appello riducono per effetto del rito abbreviato la pena a trenta anni. Deluso però ,fanno sapere gli avvocati, Parolisi che si aspetta un qualcosa di diverso.

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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