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di Emanuel Galea
La frase non è del tutto nuova. Qualcosa di simile mi sembra l’avesse pronunciata un signore di Siracusa, vissuto tra il 287 e il 212 a.C. Dopo aver esclamato “heureka – ho trovato” si è lasciato andare in un grido di gioia dicendo: Datemi una leva e vi solleverò il mondo. Questa esternazione Matteo Renzi ancora non l’ha fatta, ma quando verrà a sapere che la frase ha reso famoso il signor Archimede, il siracusano, si affretterà a lanciare una hashtag con la sua versione.
Le ambizioni del giovane rampollo della politica nazionale non conoscono limiti nonostante che tecnici accreditati, della finanza e dell’economia, non nascondono le loro perplessità riguardo alla sua effettiva conoscenza della complicata materia.
L’Italia, e l’Europa non è da meno, sta franando. MatteoRenzi ha la soluzione! Héureka! Ricostruire iniziando dall’alto. Insiste chiedendo la flessibilità. A fare cosa? Costruire su cosa? Quali sono le basi? I tecnici del settore non vedono che detriti, rovine.
Questo governo sta esigendo “la flessibilità”. Se Matteo Renzi mi permette, prima di coinvolgere un paese intero sarebbe bene spiegare la “causa-effetto” che implica la sua richiesta , nonostante tutto che verrà dopo.
Mettiamo sul tavolo le carte scoperte:
– In cima alle urgenze le misure per l’occupazione. Quante “famiglie senza reddito”? Con la flessibilità s’intende quella contrattuale? Intende l’abolizione dell’art.18?
– La pressione fiscale è la più alta dell’Europa. L’Ufficio Studi della Cgia di Mestre per quest’anno 2014 prevede una pressione che toccherà il livello record del 44%. Come intende Matteo Renzi, applicare la flessibilità in questo comparto?
– Le tasse e i contributi sugli italiani hanno un’immediata caduta sui consumi. E’ molto difficile immaginare l’applicazione di una flessibilità nei consumi delle famiglie.
– Mentre diminuiscono gli incassi del fisco, si verificano aumenti nella spesa pensionistica. Forse il governo Renzi sta facendo marcia indietro sul prelievo di solidarietà delle pensioni d’oro”?
– L’enorme debito pubblico , a oggi sta a 2.168 miliardi, oltre il 135% del Pil, rende impossibile qualsiasi riforma. Forse l’unica voce flessibile, sempre in aumento.
Alla luce di questo quadro , poco rassicurante, cosa intende il Governo con “flessibilità dei conti”? Cosa ci sta dietro l’angolo allo sfioramento del 3%?
Brunetta raccomanda a tutti i “cattivi stregoni” e giornalisti di smetterla di parlare di “pensioni d’oro”. Secondo lui , qualsiasi riduzione in questo settore è a rischio d’incostituzionalità. Se lo dice Brunetta, che non è l’ultimo studioso, c’è da credere. Nonostante ciò, sentire altri studiosi, altrettanto bravi, non guasta. L’unica riforma che può dare risultati immediati è quella della Pubblica Amministrazione. La Spending Review è la soluzione immediatamente disponibile sul piatto del governo.
Cercare di costruire sulle macerie, con riforme “toccata e fuga” come quella del Senato, le Province e quello che si prospetta con il Jobs Act e l’Italicum non si fa altro che acutizzare la crisi.
I cittadini da tempo aspettano la “giustizia sociale” oltre che quella civile e penale. Non è tassando i loro pigri risparmi e la casa, loro bene rifugio, che si rende giustizia. Una politica seria, vera, verso la ridistribuzione della ricchezza sarebbe la giusta leva, che solleverà, se non l’Europa, intanto l’Italia.
E non è poco.
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