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MATTEO RENZI BLOCCA IL "SALVA BERLUSCONI"

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Tempo di lettura 2 minutiRenzi: "Il nostro Governo non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all'interesse dei cittadini. Di tutti i cittadini.

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Redazione

 Una mossa nello scacchiere delle intese lacerate per Matteo Renzi.Riforma del fisco bloccata: tutto ritorna al Consiglio dei ministri. Tutta colpa di poche righe, il classico codicillo, il dettaglio in cui, come si suol dire, si potrebbe nascondere l'inghippo. La questione viene sollevata da due quotidiani, che stamane aprono con la notizia che, se quel busillis dovesse passare cosi' com'e', Silvio Berlusconi potrebbe tornare candidabile praticamente da subito, comunque dalla primavera.

La norma contemplerebbe una soglia del 3 percento dell'evasione rispetto all'imponibile, al di sotto della quale il reato non sarebbe piu' punibile penalmente. In altre parole, Berlusconi potrebbe vedersi derubricato il tipo di pena ad una semplice sanzione amministrativa. Ragion per cui decadrebbe la condanna che lo vede ai servizi sociali e, soprattutto, gli interdice la candidabilita'. Fin da subito il presidente del Consiglio fa sapere, in forma ufficiosa, due cose. La prima che non ritiene possibile che una sentenza passata in giudicato possa essere svuotata da una norma successiva. La seconda che lui, comunque, la norma in questione e' pronto a bloccarla, nel caso.

Passa poco tempo e una nota ufficiosa di Palazzo Chigi annuncia il dietrofront. Prima pero' si difende la natura e l'intendimento della riforma, senza risparmiare le parole.

  "I decreti delegati sul fisco segnano una rivoluzione nel rapporto tra fisco e cittadini, tra fisco e aziende. La logica che il Parlamento ha affidato al Governo e' molto chiara: recuperare piu' soldi dall'evasione, depenalizzando laddove possibile e contestualmente aumentando sanzioni e pene per i reati che rimangono tali", si puntualizza.

"Oggi in Italia meno di cento persone su sessanta milioni scontano pene per reati tributari. Il che e' assurdo, se pensiamo alle stime, incredibili, dell'evasione nel nostro Paese. Si tratta dunque di cambiare in modo radicale. Questo e' l'obiettivo del Governo".
  "Disciplinare in modo puntuale l'abuso di diritto, dare certezze a investitori e cittadini, stangare con piu' severita' i veri colpevoli e smettere di ingolfare i tribunali penali per questioni formali e' un grande obiettivo di civilta' giuridica". "Con questo spirito il Governo ha votato nell'ultima seduta del Consiglio dei Ministri la prima lettura del decreto delegato che va in questa direzione", proseguono le fonti di Palazzo Chigi.

"Lo ha fatto discutendo articolo per articolo, su tutti i punti in discussione, riducendo le pene rispetto alle proposte del presidente del consiglio dei ministri per un comprensibile problema di equilibrio del sistema sanzionatorio e aprendosi a una discussione vera, non formale, collegiale, durata piu' di un'ora".
 A questo punto l'annuncio: "Il nostro Governo non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all'interesse dei cittadini. Di tutti i cittadini.

  Queste norme consentiranno di non avere interpretazioni discrezionali tra commissione tributaria e commissione tributaria, ma finalmente dara' lo stesso tipo di pena da Milano a Palermo".

E allora "di tutto abbiamo bisogno tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere".

Per questo "il Presidente del Consiglio dei ministri ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere – per il momento – alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei Ministri. La proposta tornera' prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni, quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioe' entro marzo 2015".