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Cronaca

MATERA CAPITALE DELLA CULTURA: TEATRO DUNI SENZA CORRENTE E RISCALDAMENTI

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Tempo di lettura 5 minuti "Sarebbe opportuno che il sindaco chiedesse un sopralluogo all’apposita commissione di vigilanza"

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di D.L.
Matera – È ufficialmente iniziata e già chiusa, la nuova stagione teatrale 2015-2016 a Matera in quanto al Teatro Duni manca la corrente elettrica e manca il riscaldamento. Questo in sintesi l’inglorioso stato in cui versa il Cineteatro Duni, nella Matera futura capitale europea della cultura, nella città che si appresta ad ospitare Rai1 e la sua diretta per accogliere il 2016 in eurovisione.

L’ironia non addolcisce i contenuti di un amaro comunicato diffuso dal Consorzio dei Teatri Uniti di Basilicata che pubblichiamo di seguito nella sua forma integrale:

“Ieri è ufficialmente iniziata, e per quel che ci riguarda già chiusa, la nuova stagione teatrale 20152016 a Matera. Stagione, organizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata in collaborazione con il Comune di Matera, e che come sempre si avvale del Cineteatro Duni come contenitore degli spettacoli, sempre numerosi e di qualità, che caratterizzano l’offerta del cartellone teatrale. Prima vittima, di una gestione quantomeno discutibile di quello che ad oggi è l’unico spazio coperto in cui i materani possano assistere ad una qualsiasi rappresentazione teatrale, l’ILIADE, della compagnia Mitmacher, nella rassegna di teatro ragazzi. Un testo destinato ai più giovani fruitori del teatro, che in un teatro freddo, senza luce, non è stato naturalmente possibile mettere in scena.

“Ecco perché noi del Consorzio che a Matera, Potenza” è detto ancora nella nota “ed in molte altre località del territorio lucano, organizza cartelloni teatrali ponendo attenzione ai gusti del pubblico, intercettando le compagnie e gli spettacoli più interessanti, più ambiti, abbiamo deciso nostro malgrado di annullare la stagione teatrale nella città di Matera. Far trovare un teatro, quale il Duni è, in condizioni fatiscenti – sono ormai annose le lamentele che le compagnie riversano su noi, incolpevoli organizzatori circa lo stato di degrado dei camerini e dei locali retrostanti il palcoscenico – e per di più freddo perché non riscaldato (sono ancora vive in quelli che le hanno lette sui giornali, le parole di Amii Stewart, che aveva dichiarato il clima non certo accogliente durante il suo concerto lo scorso 3 dicembre a Matera)”.
La fatiscenza del Duni è sotto gli occhi di tutti, come lo è stata sotto quelli delle Amministrazioni che si sono succedute nel tempo, che hanno esultato alla vittoria della “loro” città, che hanno promesso il restyling cittadino e la creazione di infrastrutture adeguate ad una futura capitale della cultura. E, aggiungiamo, ad una cittadinanza che non merita di vivere senza un vero teatro, confortevole e adeguato.

Sarebbe opportuno che il sindaco chiedesse un sopralluogo all’apposita commissione di vigilanza, di cui fra l’altro è Presidente, perché si dichiari l’inagibilità del teatro Duni. Forse questo scuoterà chi ha finora mal gestito o non ha gestito affatto, la salvaguardia, il ripristino del contenitore culturale più importante della città, l’unico che nella stagione invernale può garantire una programmazione completa, aperta ai cittadini.

Con amarezza, ed anche una certa rabbia, ci vediamo costretti a non far partire una stagione teatrale che già ci sta costando, e ancor più ci costerà, in termini di pubblicità e promozione.
Quando, ormai tre anni fa, fummo invitati a partecipare ad una riunione del Comitato Matera 2019, e ci fu chiesto di esprimere un desiderio, non esitammo nel rispondere che il sogno nel cassetto era quello di un teatro a Matera. Era una provocazione, ma anche l’auspicio che Matera potesse avvalersi di un teatro degno di tale nome, non di un luogo abbandonato a se stesso, dalla proprietà e dal soggetto pubblico. Perché possedere un teatro da una parte, e decidere di occuparsi della sua gestione dall’altra, non può e non deve essere solo un baratto dialettico, ma un impegno nei confronti della collettività, della società, che può dirsi davvero civile quando ha spazi adeguati dove crescere e confrontarsi. Anche culturalmente.

Analoghi disagi nel novembre del 2013 Teatro e auditorium congelati a Matera, nota di Lisbona (Incompagnia), precisazioni del gestore del teatro Duni Francesco Buonantuono

Sul dibattito avviato a seguito dei disagi segnalati dal pubblico presente al teatro Duni in occasione del concerto di Karima ed Enrico Ruggeri pubblichiamo una nota inviata dal gestore del teatro Duni Francesco Buonantuono. “Prima dello spettacolo è stata accertata la rottura dell’impianto di riscaldamento e poichè non era possibile garantire una riparazione in tempi rapidi ho fatto installare un impianto di riscaldamento provvisorio a pompa sostenendo un costo aggiuntivo di 600 euro. Quindi ho fatto il possibile per contenere al massimo i disagi determinati da una temperatura piuttosto rigida che si è registrata durante la serata del concerto a Matera”.

Francesca Lisbona, presidente dell’Associazione Incompagnia, ha inviato una nota alla nostra redazione sul dibattito scaturito a seguito dei disagi avvertiti dal pubblico in occasione dell’ultimo concerto al teatro Duni di Matera di Karima ed Enrico Ruggeri.
"E’ opportuno precisare prima di leggere questa nota che il nuovo gestore del teatro Duni, Francesco Buonantuono, ha già investito risorse per la pulizia e il decoro del teatro, provvedendo ad intonacare le pareti del foyer, della galleria e della platea e a mandare in lavanderia tutti i sedili.  Di seguito la nota integrale.
Scoppia il caso dei teatri gelati? Se fosse davvero così dovremmo dire che prima del ‘caso’ ci siano stati climi migliori, ma non è così. Sono trent’anni che i contenitori culturali della città non sono adeguati ad accogliere nella minima decenza pubblico ed artisti. Si ricordano paradossalmente più le eclatanti rimostranze (Gabriele Lavia, ad esempio, oltre vent’anni fa) che le loro esibizioni.

Di fronte a questo lungo tempo, se vogliamo che finalmente cambino le cose, dobbiamo ammettere la crisi cronica del sistema culturale materano ed affrontarla una volta per tutte con le dovute cure, a prescindere, ripeto: a prescindere dall’ingresso di Matera nella short list 2019. Fa bene a puntualizzare Antonella Ciervo su Il Quotidiano che “la variegata realtà associazionistica cittadina non sia stata finora in grado di presentare progetti unitari al comune, lasciando che l’improvvisazione prendesse piede”, ma anche questa incapacità ad aggregarsi nemmeno per un bisogno primario comune va vista come  sintomo cronico dell’atteggiamento complessivo di questa comunità nei confronti del ‘bene cultura’.  Se il Teatro Duni, l’Auditorium, la Casa Cava, la Cava del Sole, il Teatro de La Martella, il Teatro Comunale, il Teatro Kennedy, Il Parco del Castello, gli stessi Sassi, fossero considerati dall’intera comunità come i ‘salotti buoni’ di ogni propria singola casa, avremmo tutti la naturale preoccupazione a renderli confortevoli e pronti ad accogliere ospiti e noi con loro. Ma, duole dirlo, da trent’anni riceviamo visite in sgabuzzini fatiscenti. Forse perché abbiamo da trent’anni considerato più importanti altri ambienti della nostra ‘Casa’, la ‘cucina’ (ristoranti, locali ricettivi) e camere da letto (B&B), ad esempio? Di fatto oggi viviamo in una casa quantomeno  bizzarra piena di fornelli e  letti, senza salotti e senza stanze per bambini: casa impraticabile e soprattutto priva di ‘calore’. Io credo sia obbligatorio  fare migliorie, ritinteggiare, ridisegnare questa casa, magari abbattere qualche muro e ripristinare i salotti, più che abbandonarla a sé stessa per trasferirsi in una nuova abitazione: abbiamo talmente tanti ambienti,  da rimettere a posto, certo,  che non vedo la necessità di costruirne altre. In questo clima di emergenza giungono a proposito i 24 milioni che il Ministero per la Coesione territoriale ha assegnato alla nostra città – casa comune, i soldi ci sono: e la volontà a rimboccarsi le maniche e iniziare immediatamente i ‘lavori’? Chiedo una riflessione pubblica seria  tra le associazioni culturali sulla crisi cronica del sistema culturale materano; chiedo che le ristrutturazioni degli edifici culturali siano realizzate sulla base delle esigenze degli operatori culturali ed eseguite da esperti del settore; chiedo ai cittadini di esprimersi sulla necessità di vivere in una casa-città dotata di salotti e stanze per bambini; chiedo al sindaco di convocare immediatamente le associazioni culturali per iniziare una nuova fase che scongiuri altri trent’anni di gelo culturale."

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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