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di Silvio Rossi
Avevano ragione gli inquirenti: Giuseppe Pilato non ha mai lasciato la zona di Monasterace e probabilmente si era nascosto a casa di qualche parente o conoscente.
Dal momento in cui era stata ritrovata la sua auto, in un paese distante circa sette chilometri da casa, nei pressi di una stazione ferroviaria, i carabinieri hanno ritenuto come probabile la pista che portava nelle campagne circostanti, nascosto presso qualche persona fidata, in attesa della valutazione di come comportarsi.
Valutazione che, evidentemente, ha convinto l’omicida a costituirsi, non sarebbe stato facile fuggire dalla località calabrese, ormai il suo identikit era stato diffuso su tutti i canali possibili, le ricerche erano state intense, coadiuvate dai nuclei cacciatori dei carabinieri, degli elicotteri e di speciali squadre cinofile fatte giungere appositamente da Firenze.
Non era stata ritenuta plausibile la pista di una fuga in treno. Dalla stazione di Guardavalle Marina, nelle vicinanze della quale è stata ritrovata la Fiat Multipla di proprietà dell’uomo, se si vuole andare fuori regione, e raggiungere le città di Napoli o Roma, dove è possibile far perdere più facilmente le proprie tracce, è necessario effettuare due cambi di treno (a Catanzaro Lido e Lamezia Terme), e ci sono soltanto due fermate al giorno. Era quindi logico che Pilato non fosse salito sul treno, ma fosse tornato in direzione di Monasterace a piedi, o accompagnato da qualcuno.
Si attendono ora le sue dichiarazioni per cercare di comprendere, se possibile, qual è stato il motivo che ha trasformato l’ennesima lite tra i due nella tragedia che ha scosso l’opinione pubblica nazionale.
Intanto oggi si svolgeranno i funerali di Mary nel pomeriggio presso la chiesa di San Giuseppe Lavoratore, e alle 21 si terrà una fiaccolata di solidarietà per la giovane mamma uccisa, mentre il Comune ha proclamato il lutto cittadino.
L’omicidio
Lunedì 18, nella sua abitazione è stata uccisa con un colpo alla testa Mary Cirillo, trentunenne, madre di quattro figli, che gestiva insieme al marito un negozio di giocattoli a Monasterace, paese in cui abita.
Dopo l’uccisione della moglie Pilato ha portato il figlio minore, due anni, dai genitori, dicendo loro che la madre non poteva accudirlo perché non era in casa. Il cadavere è stato scoperto dalla figlia maggiore, dieci anni, al ritorno a casa.
Da quel momento Giuseppe Pilato si era reso irreperibile. Il giorno successivo la sua auto è stata ritrovata nei pressi della stazione ferroviaria di Guardavalle Marina, che dista poco più di 5 km dall’abitazione della coppia. La vettura aveva le chiavi inserite nel cruscotto e al suo interno sono stati trovati il portafogli dell’uomo e le sue carte di credito.
Gli inquirenti hanno quindi concentrato le indagini nella zona compresa tra i due paesi, convinti che la fuga dal treno non fosse una pista plausibile, ma non tralasciando la possibilità del suicidio, pista che è stata in seguito abbandonata, in un caso simile il cadavere dell’uomo sarebbe stato trovato abbastanza facilmente, e ciò non è successo durante le ricerche.
La catena di solidarietà
Una zia della ragazza uccisa, che vive in Molise, a Monteroduni, sta organizzando nel frattempo una raccolta fondi per i bambini, che in un colpo solo hanno perso entrambi i genitori. Ha mobilitato la comunità del paese molisano, e vuole con questo creare una catena di solidarietà che possa far giungere ai piccoli quel calore umano che è venuto loro a mancare così improvvisamente.
La crisi familiare
La coppia era in crisi, da tempo vivevano in case separate, sembra che Mary non potesse sopportare la gelosia del marito, che era divenuta morbosa e violenta, una violenza di cui provava pudore, della quale informava soltanto la sorella minore. La donna stava pianificando un trasferimento all’estero, forse in Germania, dove vive un fratello. Forse il rifiuto di tornare con lui, forse aver appreso della futura partenza, ha scatenato in Giuseppe la ferocia che porta a gesti irreparabili.
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