Cronaca
MARSALA, SPIAGGIA SAN TEODORO: IL PROCESSO SUI GIOCHI IN ACQUA E IL VIA VAI DEI CAMION DI D'ALÌ
Tempo di lettura 5 minutiI camion, per raggiungere l’Isola Lunga, attraversavano un tratto di mare della Riserva. I quesiti di Frazzitta e le risposte del militare Mancuso
Published
9 anni agoon
di Angelo Barraco e Chiara Rai
Marsala (TP) – Molto accesa la terza udienza del processo che vede imputata per abusivismo edilizio la signora Ombretta Nizza, titolare del lido tre Torri di San Teodoro a Marsala, difesa dall’Avvocato Giacomo Frazzitta, contro la ditta Sosalt Spa, affittuaria delle saline di proprietà della società Isola Longa s.r.l.. Tutto è cominciato nel 2011 quando Sosalt s.p.a. ha lamentato difficoltà nell’attraversamento del tratto di mare che collega la località san Teodoro con l’isola Lunga, in quanto Ombretta Nizza concessionaria del lido, a dire della ditta, non rimuoveva gli ostacoli consistenti in altalene e capanni in legno impedendo il passaggio dei mezzi per il trasporto del sale. Importante è capire che i camion, per raggiungere l’Isola Lunga, attraversavano un tratto di mare della Riserva. In pratica passavano direttamente sull’acqua perché in quel tratto è molto bassa, arriva a malapena all'altezza delle caviglie. A luglio 2011 sono decadute le licenze di concessione demaniale in favore della Ombretta Nizza. A fine 2012 arriva il sequestro del Lido
Quest’estate abbiamo avuto modo di intervistare la signora Nizza e il signor De Vita, marito di Ombretta Nizza. Il nostro approfondimento in merito alla questione di San Teodoro-Isola Lunga è nato in modo casuale in seguito ad un’intervista che facemmo ai proprietari che, accompagnati dall’avvocato Giacomo Frazzitta, ci hanno spiegato la situazione del lido e i problemi che hanno avuto negli anni, facendoci vedere anche le foto dei camion che passavano in acqua, lasciavano solchi enormi, carburante e, addirittura, prendevano anche fuoco durante la traversata in mare.
L’intervista è avvenuta a seguito di un nostro precedente servizio giornalistico dove in pratica siamo stati cacciati dalla spiaggia di San Teodoro in quanto un uomo ci ha detto: “La spiaggia è nostra, dovete andare via” invitandoci soltanto a “transitare” per il lido ma vietandoci in pratica a sostarvi.
Ma torniamo al Tribunale di Marsala. Il processo si è svolto in una piccola aula ma gremita di persone che hanno ascoltato con molta attenzione tutta l’udienza. Erano tre i testi del Pubblico Ministero che dovevano essere ascoltati: D’Alì, Arena e Mancuso.
Giacomo D'Alì Staiti gestisce le saline di Trapani e Marsala, attraverso una società, la Sosalt. Le saline sussistono all'interno della Riserva Naturale dello Stagnone, proprio l’isola dove abbiamo fatto un reportage giornalistico che in pratica ha immortalato uno stato di degrado delle strutture rispetto alle quali la stessa Provincia non ha escluso la presenza di amianto.
L’unico presente in aula che ha risposto alle domande del Pubblico Ministero e dell’Avvocato Giacomo Frazzitta è stato il Sergente Mancuso. La prima domanda riguardava il tipo di accertamento svolto presso il lido di San Teodoro. Il Sergente ha spiegato che a gennaio 2011 si sono recati presso il lido San Teodoro per accertarsi che in un periodo al di fuori della stagione balneare fossero state rimosse le strutture presenti in acqua poiché la concessione – precisa il Sergente- era dal 1 maggio al 30 settembre. Le domande si alternano con incursioni del Giudice con il fine di puntualizzare alcuni elementi già descritti, la parola passa nuovamente al pubblico Ministero che chiede maggiori dettagli sulla concessione e sull’accertamento svolto (24 gennaio 2011).
Si è andati poi sullo specifico e il PM chiede quanto era esteso il lembo occupato dalla Signora Nizza, si continua con domande mirate sull’azione delle forze dell’ordine e viene chiesto al Sergente se fu fatta un’ingiunzione di sgombero dell’area. Ebbene, viene confermata tale circostanza. Si parla in dettaglio dello sgombero.
Dopo 15 minuti esatti dall’inizio del processo tocca all’avvocato Frazzitta, l’aula è piena, tutti sono attenti, sia gli avvocati presenti in aula in attesa delle udienze successive e sia gli spettatori curiosi. L’avvocato Frazzitta inizia con una serie di domande rivolte a Mancuso ma la prima è il fulcro di tutto. “Nel 2011 procede a fare questo accertamento, sollecitato sulla base di quali elementi. Perché vi recate presso la ditta della Signora Nizza?”. L’avvocato puntualizza chiedendo se c’era un esposto a tal proposito. Risponde Mancuso che è a conoscenza di questo esposto fatto dalla ditta Sosalt, l’avvocato Frazzitta chiede “a firma di chi questo esposto”, il Sergente risponde Studio Legale Scimemi.
A questo punto si scava ancor di più nei dettagli per capire meglio come mai veniva permesso a dei camion di passare in un tratto di mare, in una riserva naturale. Viene chiesto al Sergente da Frazzitta che ruolo riveste attualmente, che mansione svolge. L’uomo attualmente è un militare ma all’epoca dei fatti si occupava di demanio. L’attenzione è tanta e il silenzio in aula è glaciale, qualche sussurro ma la concentrazione di tutti è sulle parole di Frazzitta e del militare.
L’avvocato chiede di spiegare come doveva avvenire il trasporto del sale. Il militare spiega che il trasporto del sale era autorizzato dall’ex provincia. E Frazzitta chiede chiede ancora al militare se abbia mai visto l’autorizzazione dell’ente provincia regionale, la tensione in aula è tanta e la risposta del militare è “probabile”. L’avvocato chiede da che punto a che punto vigeva questa autorizzazione –che lui non ricorda- per il trasporto del sale, il militare spiega che era dall’Isola Lunga fino a San Teodoro. Inoltre l’avvocato chiede se c’era un ponte che consentiva tale passaggio ma il militare spiega che il passaggio avveniva nel guado, ovvero nel tratto di mare che separa l’isola lunga da San Teodoro. Il militare conferma che la zona in cui avvenivano i passaggi dei camion è una Riserva naturale.
L’avvocato chiede se la riserva naturale è una zona marina protetta, e Mancuso conferma ciò. Inoltre Frazzitta chiede se i motoscafi possono permanervi e la risposta è: “Se autorizzati alla navigazione si”. Ma l’avvocato incalza con le domande, ponendone una che fa riflettere e fa guardare negli occhi tutti i presenti: “il codice della navigazione cosa prevede in caso di collisione in mare tra camion e motoscafo?”La risposta che arriva “non credo sia contemplato”, ma l’avvocato incalza e chiede ancora quale dei due mezzi, in questo caso, non deve stare in quel luogo tra il motoscafo e il camion. Si crea una certa difficoltà tra le parti e il militare non da subito la risposta ma l’avvocato ripete la domanda e il militare risponde “Secondo me il camion”. L’avvocato chiede al militare se fossero intervenuti per impedire ai camion il passaggio in una zona marina protetta, la risposta che da il militare è che l’autorizzazione dovrebbe essere della provincia.
Quando abbiamo intervistato i gestori del lido e l’avvocato ci hanno fatto vedere chiaramente come i camion passavano in acqua e come c’era una dispersione di olio e come addirittura i camion si incendiavano anche in acqua. La domanda che pone l’avvocato è se c’erano controlli in merito ad eventuali perdite di olio, di carburante o se i camion avessero una struttura anfibia per poter attraversare una riserva naturale. Ma agli atti non risulta nessuna ordinanza. L’avvocato chiede se le ordinanze, rispetto alle autorizzazioni, erano propedeutiche al passaggio. L’ultima ordinanza risulta del 07/2009, e Frazzitta chiede a tal proposito cosa disciplinava questa ordinanza sotto il profilo del passaggio dei mezzi. Disciplinava il transito dei mezzi in una zona marina protetta. “Avete mai verificato le condizioni di questi automezzi? Se si infiammavano in pieno mare? ”, chiede l’avvocato, il militare risponde “probabilmente i colleghi…” dicendo inoltre che lui direttamente non li ha svolti.
Viene inoltre puntualizzato che lo scivolo viene sequestrato, Frazzitta chiede se malgrado il sequestro gli automezzi abbiano proseguito la loro attività e il militare risponde di non sapere. Il sequestro preventivo è datato il 29 dicembre 2012, però i fatti risultano accertati nel febbraio 2011, e l’avvocato a tal proposito solleva il punto fondamentale che nel momento in cui impedivano ai camion di passare già erano a conoscenza che non potevano passare. Si passa poi nuovamente al lido di San Teodoro e si parla delle strutture e dell’intervento fatto per la rimozione delle strutture in acqua che, come detto dal militare, erano strutture ludiche, amache. L’avvocato poi chiede: “Quindi, quando voi siete andati erano queste strutture che creavano problemi ai camion dell’avvocato Scimemi?” il militare conferma. Frazzitta chiede se l’avvocato Scimemi nella nota dichiarò la presenza di uno scivolo abusivo, ma il militare non ricordava.
Frazzitta chiede se oltre al mantenimento annuale la signora avesse chiesto nel settembre 2010 la concessione annuale delle strutture, il militare non sa rispondere a questa domanda. L’avvocato ha chiesto se il 9 settembre 2010, all’ufficio circondariale marittimo venne depositata una richiesta per lo svolgimento di attività velistiche a San Teodoro, il militare a tale domanda riferisce “non posso rispondere…”. L’udienza è alle battute finali, l’avvocato chiede del mantenimento della concessione annuale e chiede se qualora non viene data risposta in merito a questa questione c’è il silenzio assenso, il militare risponde no.
La prossima udienza è a dicembre. La situazione presenta ancora dei punti oscuri che cercheremo di chiarire nella prossima puntata di questa inchiesta. Il nostro focus si sposterà sul via vai dei camion e sui mezzi parcheggiati all’isola dello Stagnone.
Correlati
You may like
-
Marsala, caos rifiuti: il Comune chiede ai cittadini di non esporre il secco (al momento)
-
Marsala e Petrosino, revenge porn: dopo le Iene, arrivano perquisizioni della polizia postale
-
Marsala, al via un ricco calendario di eventi estivi
-
Marsala, carnevale 2020: tornano le sfilate di carri e maschere
-
Marsala: Fiorella Mannoia in concerto
-
Marsala, giornata storica per 268 lavoratori precari: dopo 20 anni arriva l’assunzione a tempo indeterminato