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Redazione
Marsala (TP) – L’operazione denominata “Scacco al Re” ha portato allo smantellamento dell’impero economico del più famoso imprenditore marsalese nel settore del turismo e della ristorazione ovvero Michele Licata. L’imprenditore Licata è accusato di evasione fiscale e la Guardia di Finanza ha eseguito un’operazione di sequestro di beni che solitamente viene eseguita ai mafiosi. E’ stata scoperta un’evasione fiscale colossale e continua e per la prima volta è stata applicata la misura tipica dei mafiosi per un soggetto evasore. L’uomo negli ultimi anni, ovvero dal 2009 ad oggi ha dichiarato redditi che andavano dai cinquemila ai dodicimila euro l’anno. Il sequestro dei beni è avvenuto stamane a Marsala e Trapani su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani e su richiesta della Procura di Marsala. I beni immobili, le società e il denaro sequestrato all’imprenditore ha un valore che si aggira intorno ai 127 milioni di euro. Il sequestro che comprende: 10 società, 3 ditte individuali, alberghi, sale ricevimento, ristoranti, stabilimenti balneari, 75 fabbricati, 257 terreni, 23 autoveicoli, 71 conti bancari su cui vi erano 6 milioni di euro e polizze vita dal valore di 4,6 milioni di euro è stato definito come il sequestro più imponente a livello nazionale. Il patrimonio dell’imprenditore sarebbe stato accumulato illecitamente negli anni grazie a una continua frode “a numerose truffe ai Fondi comunitari e alla violazione di numerose altre norme in tema di edilizia e sanità pubblica” così dice Alberto Di Pisa. Bisogna ricordare inoltre che l’imprenditore aveva già subito un sequestro nel mese di aprile di quest’anno poiché aveva tentato di svuotare i propri conti correnti attraverso bonifici per parenti che non erano entrati in nessun modo nell’inchiesta. L’uomo negli anni è stato posto a numerosi procedimenti penali per truffa, evasione e abusivismo.
Ecco uno stralcio del comunicato stampa della Guardia di Finanza:
"Il suddetto provvedimento è stato emesso alla luce delle disposizioni normative previste dal Codice Antimafia, che consentono, tra l’altro, la confisca, previo sequestro cautelare, del patrimonio mobiliare ed immobiliare riconducibile a LICATA Michele Angelo ed al suo nucleo familiare, in quanto soggetto che, per la condotta ed il tenore di vita, ha vissuto e vive abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
La complessa attività di indagine ha inconfutabilmente accertato il ruolo di deus ex machina nella rilevantissima evasione fiscale realizzata da LICATA Michele Angelo attraverso le società allo stesso riconducibili, con imposte evase pari a circa 9 milioni di euro.
La suddetta evasione è stata conseguita mediante l’annotazione in contabilità di numerosissime fatture per operazioni inesistenti, ammontanti complessivamente a circa 25 milioni di euro, emesse da numerosi fornitori compiacenti nei confronti della DELFINO srl, DELFINO RICEVIMENTI srl, ROOF GARDEN srl e RUBI srl, nel periodo compreso dall’anno d’imposta 2005 al 2013.
La rilevantissima somma di denaro derivante dall’evasione fiscale, è stata poi sostanzialmente reinvestita nel corso degli anni dal LICATA Michele nelle suddette società, atteso che il profitto dei reati tributari si è concretizzato nell’imponente e risparmio di spesa per ognuna delle società derivante dal minore versamento di imposte nelle casse dell’Erario dello Stato.
Il dettagliato esame delle scritture contabili delle suddette società ha permesso di acclarare che LICATA Michele Angelo ha rilevato in contabilità fittizi pagamenti eseguiti nei confronti dei suddetti fornitori, per circa 13 milioni di euro, somma di denaro sottratta dal LICATA stesso alle casse sociali della DELFINO srl, DELFINO RICEVIMENTI srl, ROOF GARDEN e RUBI srl, attraverso il fittizio pagamento effettuato da dette società nei confronti dei fornitori, per debiti derivanti da fatture relative ad operazioni inesistenti.
Inoltre, è stato accertato che nel corso degli anni, LICATA Michele Angelo ha reinvestito nelle società DELFINO srl e ROOF GARDEN srl, le ulteriori somme di denaro derivanti dalla truffa realizzata nei confronti dello Stato, nel periodo compreso dal 2007 al 2009, per 4.300.000,00 circa, nonché si è reso responsabile di ulteriori condotte criminali, quale la tentata truffa e la malversazione, relativamente ad ulteriori finanziamenti richiesti dalle società nell’ambito del nell’ambito del P.O. FESR Sicilia 2007/2013, Azione d’intervento 3.3.1.4.
La propensione a traffici delittuosi e a vivere col provento di delitti dimostrati dal LICATA emerge peraltro dal suo lungo curriculum criminale, protrattosi con continuità dal 1997, perciò per quasi un ventennio".
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