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Redazione
Marsala (TP) – L’omicidio del Maresciallo Capo Silvio Mirarchi, ucciso barbaramente il 31 maggio 2016, sembra avere finalmente un colpevole consegnato alla giustizia. Il Gip del Tribunale di Marsala, a seguito di intense attività investigative, ha dato emesso un provvedimento cautelare in carcere per Nicolò Girgenti, 55 anni di Marsala ritenuto l’autore dell’omicidio.
Nella giornata di giovedì, 23, giugno, si è tenuta una conferenza stampa in cui sono stati spiegati i passaggi che hanno portato all’arresto di Girgenti. La sera del 31 maggio, il Maresciallo Mirarchi e il suo collega stavano svolgendo un servizio di controllo nelle campagne marsalesi. Intorno alle 21.30 si trovavano presso Contrada Ventrischi e stavano svolgendo un servizio di appostamento in un fondo agricolo quando all’improvviso sentono strani rumori da un terreno con relative serre che si trovava poco distante. Il Maresciallo e il suo collega si avvicinano e dicono “Alt! Carabinieri” ma vengono investiti da proiettili che cagioneranno la vita Mirarchi. Immediatamente verrà trasportato presso l’Ospedale di Marsala, sottoposto ad intervento e successiva viene trasportato a Palermo ma le speranze si spengono definitivamente il 1 giugno. La macchina investigativa parte subito e viene arrestato poco dopo Francesco D’Arrigo, 54enne di Partinico, arrestato per coltivazione e detenzione di droga. Girgenti è il proprietario delle serre e viene subito interrogato, da subito la sua versione dei fatti in merito alla sera del delitto ma non convince gli inquirenti poiché risulta non veritiera rispetto a quanto riscontrato dalle forze dell’ordine. Girgenti ha confessato di essere rimasto a casa quella sera e di essere andato a letto alle 22.00, ma le analisi dei suoi tabulati hanno dimostrato che la sera del delitto si trovava nei pressi del luogo del delitto poiché una cella ha agganciato il suo telefono in un’area compatibile con la zona del delitto. Ma non è tutto, una videocamera a circuito chiuso ha ripreso l’autovettura dell’uomo che transitava nei minuti successivi al delitto. L’uomo inoltre è stato sottoposto allo Stub, il tampone che rileva le tracce da sparo, ed è emerso esito positivo da tale analisi. Vi è anche un’intercettazione telefonica in cui l’uomo parla di quanto aveva investito per la coltura e dell’inferno che n’è determinato ma non ha rivolto nessuna parola nei riguardi del Maresciallo. Continuano senza sosta le attività d’indagine per individuare altri complici.
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