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Cronaca

MARSALA, OMICIDIO CARABINIERE: PIAZZA GREMITA E GRANDE COMMOZIONE DURANTE I FUNERALI

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Tempo di lettura 3 minutiLa funzione in forma solenne presso la Chiesa Madre di Marsala

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Redazione
 
Marsala (TP) – Si sono celebrati i funerali del Maresciallo Capo dei Carabinieri Silvio Mirarchi, ucciso mentre stava svolgendo il suo lavoro nel corso di un’operazione antidroga nelle campagne marsalesi, nelle contrade di Ventrischi e Scacciaiazzo. I funerali si sono tenuti in forma solenne presso la Chiesa Madre di Marsala. Tanta la commozione dei preseti che affollavano la piazza e le vie del centro, un lungo applauso ha accolto l’arrivo del feretro in Chiesa accompagnato dalla moglie, dai due figli e dal ministro degli Interni Angelino Alfano. Erano presenti anche il Sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, il Magistrato Roberto Scarpinato, il questore Maurizio Agricola, il Prefetto di Trapani Leopoldo Falco e il pm Piscitiello. Vi erano anche i sindaci di Petrosino, Castelvetrano, Mazara Del Vallo, Salemi, Paceco, Calatafimi-Segesta. Marsala è una città che piange la morte di un eroe, morto mentre svolgeva dignitosamente il suo mestiere e serviva la sua patria. Un uomo che credeva nei valori fondamentali che tengono in piedi uno Stato e che stanno alla base dei principi costituzionali, etici e morali. Un uomo che aveva una famiglia, dei figli e che valorosamente dimostrava loro che non tutto è perduto, che la buona giustizia esiste, la ricerca della verità e la legalità sono principi sani che mantengono vivo l’amore per il paese e per la patria. 
 
Intanto le indagini proseguono senza sosta e dalle prime indagini che hanno portato alla morte del Maresciallo emerge che i militari in servizio di osservazione avevano notato la presenza di soggetti che si comportavano con fare sospetto, al buio. I militari decidono allora di avvicinarsi per verificare cosa stessero facendo, accendono le torce e si qualificano come Carabinieri, ma tale azione provoca una reazione inaspettata poiché dall’altra parte si scatena la reazione con il fuoco che provoca il ferimento mortale del Maresciallo Mirarchi. Gli elementi raccolti comprovano la presenza di un gruppo organizzato di criminali, che era intento nell’asportare la Canapa afgana da alcune serre di contrada Ventrischi e che, visti scoperti, hanno sparato. Allo stato attuale non è comunque possibile stabilire un collegamento tra gli episodi di Ventrischi e gli episodi di contrada Ferla, dove vi era un’altra piantagione. 
 
Sono state ritrovate due serre con seimila piante di marijuana ma non è tutto, è stato arrestato il proprietario delle serre, tale Francesco D’Arrigo, 54enne di Partinico. E’ accusato di coltivazione e detenzione di droga. L’uomo è stato posto ad interrogatorio e i punti da chiarire sono tanti: dove si trovava l’uomo quando si è verificata la sparatoria? Chi si occupava della piantagione di Marijuana? Sulla vicenda vige il massimo riserbo da parte degli inquirenti. L’ipotesi più accreditata è che a sparare al Maresciallo siano stati dei soggetti che sorvegliavano la piantagione. Un episodio analogo è avvenuto qualche settimana fa in una coltivazione di marijuana  situata tra Marsala e Mazara del Vallo, quando due romeni sono stati raggiunti da diversi colpi di fucile da custodi della piantagione. Uno è riuscito a scappare, l’altro invece è morto ed è stato rinvenuto carbonizzato qualche giorno dopo. 
 
Omicidio Silvio Mirarchi. Ignoti hanno colto alle spalle i due militati e hanno ripetutamente sparato, un proiettile ha raggiunto il maresciallo. L’uomo è stato immediatamente soccorso, dapprima dal collega presente sul posto, successivamente è portato all’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, poi è stato trasferito all’Ospedale “Villa Sofia” di Palermo dove è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico. Le ferite avevano cagionato ferite molto gravi e procurato un’emorragia. I medici hanno fatto di tutto per salvare la vita al Carabiniere ma purtroppo non c’è stato nulla da fare, Mirarchi è morto nel pomeriggio. La zona è ben nota alle forze dell’ordine e da tempo monitorata poiché il 25 maggio, nella stessa zona, era stato rinvenuto il cadavere di un romeno. Gli inquirenti non escludono che possa trattarsi di un omicidio, pochi giorni dopo inoltre, si è registrato un ferimento nei pressi della piantagione. Le indagini non si fermano e sono condotte dal comando provinciale dei Carabinieri di Trapani.