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Cronaca

MARSALA, OMICIDIO CARABINIERE: IN MANETTE PROPRIETARIO DI SERRE CON MARIJUANA

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Tempo di lettura 2 minutiNon è escluso che grazie a una passata esperienza D'Arrigo abbia impiantato la coltivazione a Marsala

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di Ivan Galea

Marsala (TP) –  A Marsala proseguono senza sosta le indagini sulla morte del maresciallo dei Carabinieri Silvio Mirarchi freddato barbaramente  nelle campagne di Marsala, nelle Contrade di Ventrischi e Scacciaiazzo, dove era in atto un’attività di appostamento e monitoraggio da parte degli uomini dell'Arma.
Gli inquirenti hanno raggiunto un primo risultato con il ritrovamento di due serre con seimila piante di marijuana e l'arresto del proprietario, Francesco D'Arrigo.

L'uomo, 54 anni, è stato arrestato con l'accusa di coltivazione e detenzione di droga. A mettere le manette ai polsi dell'uomo i carabinieri del Nucleo Investigativo e della compagnia di Marsala, nell'ambito delle attività d'indagine per l'omicidio del carabiniere. Partinico è il comune siciliano dove già nella metà degli anni Ottanta era fiorente la coltivazione di marijuana. Non è escluso che grazie a una passata esperienza D'Arrigo abbia impiantato la coltivazione a Marsala. Secondo gli investigatori le piante sequestrate e lavorate avrebbero potuto fruttare quattro milioni di euro.

Gli uomini dell'Arma stanno ora valutando attentamente le dichiarazioni di D'Arrigo, al quale è stato chiesto dove fosse all'ora della sparatoria nella campagna intorno a Marsala e se altre persone si occupavano della coltivazione della marijuana. Sull'inchiesta vige il massimo riserbo. Le ipotesi investigative sulla morte del maresciallo Mirarchi – Intanto, si fa strada l'ipotesi che a sparare al maresciallo Mirarchi siano state delle persone a guardia delle coltivazioni di marijuana, come era accaduto un paio di settimane fa, quando due romeni erano stati colpiti da fucilate in una zona tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell'altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato è stato trovato a circa un chilometro di distanza e non ha ancora un'identità: i carabinieri stanno indagando, anche con accertamenti del Ris e l'impiego di cani "molecolari" della polizia, per stabilire se il cadavere e' quello del romeno scomparso.

Invertendo i ruoli nella vicenda dei due romeni, non si esclude un'altra ipotesi, e cioè che a sparare ai due carabinieri in borghese, scambiandoli per i gestori delle serre, siano stati i ladri durante un furto di piante.