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di Angelo Barraco
Marsala (TP) – La Chiesa di Santa Maria della Grotta osserva la città di Marsala dall’alto, tra lo stadio comunale e il cimitero, con la sua imponenza che la caratterizza e il morboso silenzio che ormai viene interrotto soltanto dal rumore degli animali selvatici nascosti tra le frasche e gli stormi di uccelli che abbandonano il mare per adagiarsi sugli alberi e arbusti che nel silenzio stringono la morsa nell’ombra di un’opera architettonica su cui vige ancora oggi una fitta cortina di mistero. La chiesa è stata chiusa negli anni sessanta a seguito dei crolli del terremoto e da allora è stata lasciata in completo stato di abbandono. E’ stata oggetto di razzia nel corso degli anni e tutto ciò che poteva essere sottrarre è stato sottratto. La struttura è abbandonata e incustodita ed è diventata oggi un monumentale cantiere a cielo aperto dove al suo esterno vi pascolano le pecore ma al suo interno, secondo leggende e voci che si rincorrono tra le vie della città, si consumano riti satanici con relativa evocazione di spiriti e dove le ossa presenti all’interno della chiesa stessa diventano il mezzo stesso d’invocazione per le forze del male. Sono state rinvenute delle ossa e la natura di tali reperti ha fatto insorgere dubbi e misteri: alcuni continuano a sostenere che tali frammenti ossei appartengono ad animali, altri invece sostengono fermamente che sono ossa umane, c’è chi racconta anche di essersi recato presso la chiesa in orari serali e aver sentito delle voci che sembravano provenire dall’oltretomba, chi racconta di strani personaggi che gravitavano attorno all’area ormai in disuso. Nella parte esterna della chiesa vi sono delle tombe aperte, in pietra, ma che l’inciviltà dei cittadini le ha trasformate in veri e propri contenitori di immondizia. Nella parte esterna vi è una scalinata che ricorda la scena di un film dell’orrore, con alberi e arbusti che hanno letteralmente dilaniato e snaturato la struttura spazzando via ogni forma di colore per coprire di ombre e instabilità una struttura dimenticata e temuta. Non è facile entrare all’interno della struttura a causa delle condizioni in cui vige e le numerose buche presenti nel corso del tragitto che separa la parte esterna dall’interno rappresentano un legittimo impedimento naturale e per molti anche spirituale che separa il mondo reale da un contesto in cui il sacro sembra essere stato violato e indissolubilmente reso un elemento di mercificazione per soggetti dediti alle arti magiche e alle ritualità. Tante le tombe presenti all’esterno della struttura, soprattutto in prossimità dell’ingresso in cui vi è una necropoli punica del IV secolo A.C. Un inquietante cancello in legno introduce il visitatore alla struttura, con la ruggine che fa da cornice ad un ambiente in cui il battito d’ali degli uccelli è l’unica voce all’interno di una bottiglia vuota. Ripide scale scoscese e inquietanti porte aperte ai lati in cui le leggende spesso superano la realtà, dove i cittadini narrano di ritualità satanica che si perde in quelle notti di luna piena, dove oltre il muro di confine vi è il cimitero cittadino. Altari vuoti, in cui le statue che un tempo raffiguravano santi adesso sono diventati oggetto di razzia e secondo le leggende cittadine anche di ritualità esoterica, dove la fitta vegetazione ha nascosto per anni un mondo di silenzi, voci e misteri. Tra gli arbusti e le frasche si apre una porta, in cui un tempo vi si recava certamente la gente a pregare il proprio Dio dinnanzi ad un altare che ormai non c’è più, ma con dei colori e dei colonnati che ricordano i fasti di un passato storico e architettonico che ha forgiato la città ma che adesso è un tappeto di terra in cui le ossa, presumibilmente umane, riemergono dall’oltretomba per diventare mercimonio di sacralità violata consequenziale allo stato di abbandono che ha reso oggi questo luogo tanto affascinante quanto misterioso per la sua storia passata e per le sue trame tinte di ritualità e spiritismo. Ogni cittadino marsalese rimane comunque affascinato dall'imponente edificio che dall'alto osserva la città, con austerità e possenza, nascondendo al suo interno i segreti di un luogo che grazie al silenzio che lo circonda ha ricamato le sue leggende.
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