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Marsala: flashmob degli Avvocati davanti al Tribunale

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Tempo di lettura 4 minutiNell’ambito dell’iniziativa che riguarda l’astensione dell’Unione Camere Penali Nazionali

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di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – La Camera Penale di Marsala, nell’ambito dell’iniziativa che riguarda l’astensione dell’Unione Camere Penali Nazionali, ha organizzato un “flashmob” davanti al Tribunale di Marsala e con un copioso numero di Avvocati in toga, con lo scopo di informare i cittadini e i colleghi in merito a quelle che sono le motivazioni che hanno portato alla suddetta Camera Penale all’astensione. E’ stato distribuito inoltre un volantino che riportava il seguente testo:
 
1.L’uso dello strumento della fiducia ai fini della approvazione del DDL da parte del Governo sottrae al Parlamento ogni possibile confronto su di una riforma che incide in profondità sul processo e sull’intero ordinamento penale;
2. Nonostante le molteplici e convergenti critiche sollevate nei confronti di tale iniziativa, si è proceduto in Senato al voto di fiducia, impedendo che sul disegno di legge si sviluppasse la necessaria discussione sulle molteplici questioni tuttora controverse ed in particolare sulla riforma della prescrizione e sulla estensione dell’istituto del processo a distanza;
3. Di fronte a questa modalità autoritaria ed antidemocratica con la quale si è inteso chiudere ogni possibile spazio di confronto ed ogni pur necessaria interlocuzione politica con riferimento a riforme che incidono in maniera diretta e penetrante sulla natura stessa del processo penale, distorcendo gravemente il modello accusatorio del giusto ed equo processo, appare necessario adottare ogni opportuna iniziativa di contrasto;
4. tali riforme sono contrarie, non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera collettività, che esige, in un Paese civile, moderno e democratico, che i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata e che la fase dell’accertamento dibattimentale torni ad essere il baricentro del processo, sottraendo la fase delle indagini preliminari all’attuale enfatizzazione e mediatizzazione;
5. la norma che estende la applicazione del processo a distanza ad un numero elevatissimo di procedimenti con detenuti, lungi dal costituire un risparmio di risorse, rappresenta invece, come più volte stigmatizzato, la più evidente ed aperta violazione dei principi costituzionali e convenzionali del contraddittorio e della immediatezza, nonché della presunzione di innocenza;
6. il termine di un anno previsto ora dal DDL per l’effettiva entrata in vigore della nuova normativa sul processo a distanza, evidentemente necessario al fine di realizzare gli straordinari adeguamenti tecnici e strutturali che ne consentano l’operatività, non giustifica affatto una modificazione del radicale giudizio negativo formulato nei confronti di tale riforma, e rende evidente come la norma risulti contraria ad ogni criterio di economicità e razionalità;
7. La sentenza delle Sezioni Unite Sezioni Unite del 27 ottobre 2016, n. 8825/2017 pubblicata il 22.02.2017, sull’inammissibilità delle impugnazioni costituisce un vero e proprio attentato al diritto dell’imputato di appellare le sentenze che ritenga a lui sfavorevoli, e certifica che oramai i Giudici sono i “veri” legislatori. Non rimane che rivolgere un appello a tutti gli avvocati penalisti, ed in particolare a quelli iscritti alle Camere Penali, affinché si adoperino per far sì che questa sentenza non divenga “diritto vivente” (che equivale, come qualcuno dice, a legalità morente). Se queste sono le “prove di dialogo”, con la parte più illuminata della magistratura, c’è davvero poco da stare allegri.
Il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Marsala.
 
Pochi giorni fa la Camera Penale di Marsala ha tenuto una conferenza stampa in occasione dello sciopero dei penalisti indetto dalla Unione Camere Penali Nazionali per i giorni che vanno dal 10 al 14 aprile. Gli Avvocati marsalesi non approvano la riforma già passata al Senato con la fiducia e gridano a gran voce un’opposizione che mira al rispetto del cittadino e della sua libertà.  L’Avvocato Giacomo Frazzitta, Presidente della Camera Penale di Marsala, stimato principe del foro che con le sue numerose e delicate battaglie legali ha forgiato l’animo di un’intera nazione, ha motivato le ragioni che ha indotto i penalisti marsalesi nel fare questa scelta. Un primo punto riguarda l’allungamento della prescrizione, poi il processo a distanza e in fine la sentenza delle Sezioni Unite che ha deciso per inammissibilità dell’appello. Oltre all’Avvocato Frazzitta c’erano anche l’Avvocato Francesco Moceri e l’Avvocato Maurizio D’Amico. L’Avv. Moceri ha spiegato che la modifica della prescrizione porta all’allungamento  dell’iter processuale e c’è inoltre il rischio che un cittadino rimanga sotto processo anche per dieci anni, ma in alcuni casi si potrà arrivare anche a vent’anni di processi “bloccando la vita dei cittadini, non solo degli imputati, ma anche delle parti offese che hanno il diritto ad avere giustizia in tempi ragionevoli”.  Frazzitta e Moceri hanno voluto sottolineare che l’adesione all’astensione serve per tutelare i diritti dei cittadini. Si è parlato inoltre del processo a distanza, che attualmente riguarda in particolar modo il 41 bis ma con la riforma si punta all’estensione anche in altri procedimenti con imputato in videoconferenza. Gli Avvocati –in merito a ciò- hanno detto che si tratta di un fatto gravissimo poiché comporterà un aumento notevole della spesa pubblica poiché sarà necessario un adeguamento di strumenti appositi per consentire il giusto svolgimento del processo, tutto ciò porterà inoltre a dilatare i tempi tecnici. Gli Avvocati hanno precisato inoltre al Tribunale di Marsala c’è al momento una sola aula in cui si può fare il processo in videoconferenza. L’Avvocato Frazzitta si è inoltre mostrato preoccupato per la sentenza sull’inammissibilità dell’appello decisa dalla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione e a gran voce ha detto “E’ di una gravità assoluta e mette a rischio tutto il sistema giudiziario italiano”.  Preoccupazione dettata dalla decisione della Corte d’Appello di poter dichiarare d’ufficio l’inammissibilità e quindi una volta che un soggetto viene condannato in primo grado, la Corte d’Appello può emanare l’immediata carcerazione.