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MARSALA, ELEZIONI AMMINISTRATIVE: SI VA AL BALLOTTAGGIO

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Tempo di lettura 4 minuti L’affluenza alle urne rilevata è stata pari al 51,86%, mentre nel 2012 era pari al 55,12%

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di Angelo Barraco

Marsala – Si sono svolte a Marsala le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e i cittadini sono stati chiamati a scegliere e a decidere tra quattro candidati a Sindaco: Alberto Di Girolamo, appoggiato da 5 liste: PD, PSI, Cambiamo Marsala, Democratici per Marsala e Una voce per Marsala; Antonio Angileri  candidato per il Movimento 5 stelle; Massimo Grillo, candidato della coalizione che unisce Futuro per Marsala, Liberaldemocratici per Marsala, Amare Marsala, Sicilia – Unione di Centro per Marsala, Forza Marsala, Sicilia Democratica per le Riforme, Oltre i Colori, ProgettiAmo Marsala; Vito Armato candidato alla lista Noi con Salvini.
 
L’amministrazione della città, allo stato attuale, è in mano al commissario straordinario Giovanni Bologna che è in carica dall’agosto del 2014. L’affluenza alle urne è stata di 48.533 cittadini, pari al 69,04%. Emerge inoltre che su 48.533 elettori, 24.349 sono state donne mentre 24.184 uomini. Un altro dato storico importante da sottolineare è che l’affluenza alle urne ha avuto un calo poiché nel 2012 ha votato il 73.36% dei cittadini. Il 31 maggio a seggio chiuso l’affluenza alle urne rilevata è stata pari al 51,86%, mentre nel 2012 era pari al 55,12%. Giorno 1 invece era pari al 38,64%, mentre nel 2012 era pari al 39,27%.
 
Lo spoglio delle schede e delle 80 sezioni ha portato al seguente risultato: per Alberto Di Girolamo (PD) vi sono stati 17.323 voti, pari al 49,82%; per Massimo Grillo (Centro) vi sono stati 12.123 voti, pari al 34,86%; per Antonio Angileri (M5S) vi sono stati 4.857 voti, pari al 13,97% e per Vito Armato (Noi con Salvini) vi sono stati 469 voti pari all’1,35%. Quindi si va al ballottaggio.  Anche le liste hanno raggiunto percentuali variabili buone, la lista “Cambiamo Marsala” ha raggiunto l’8%, la lista “PD” ha raggiunto il 15%, la lista “Una voce per Marsala”, “Democratici per Marsala” e “Psi” hanno raggiunto tra il 6% e il 7%. La coalizione di Grillo ottiene il 9% con l’Udc, la lista “Futuro per Marsala” ottiene ben 8,3% e la lista Forza Marsala ottiene l’8,7%, bene anche “Sicilia Democratica” con il 6,7%, “Oltre i Colori” con il 4,9%, “Progettiamo Marsala” con il 5,5%.
 
Per quanto riguarda i candidati a Consigliere Comunali vi sono delle importanti novità poiché ci sono stati più di 400 candidati e il posto è riservato soltanto a 30, hanno ottenuto altissimi risultati i candidati del PD Meo, Ferreri, Cimiotta e Vinci. Quest’anno per la prima volta si poteva votare sia un consigliere uomo che un consigliere donna, quindi si potranno vedere delle novità. Il risultato di queste elezioni porta inequivocabilmente al ballottaggio. Il candidato Sindaco Di Girolamo afferma: “Faremo altre due settimane di campagna elettorale” scrive poi su facebook, successivamente alla pubblicazione dei risultati elettorali il seguente post: Sono il candidato sindaco di gran lunga più votato dai marsalesi con oltre 17 mila preferenze. Grazie per la fiducia e per aver sposato il nostro progetto politico di cambiamento. E grazie a chi, con grande impegno, passione e amore per la città, ha reso possibile questo risultato. Certo, avremmo preferito evitare il ballottaggio per metterci subito al lavoro per Marsala, perché le cose da fare sono tante, vorrà dire che guadagneremo tempo dopo lavorando con ancora più intensità. Ora rimbocchiamoci le maniche perché il meglio deve ancora venire. Manca davvero poco per ‪#‎cambiaremarsala‬”. Grillo invece afferma che la sua vittoria è matematica e lo afferma con convinzione poiché il ballottaggio lo porta automaticamente alla vittoria, ma chi la spunterà? Vedremo cosa riserverà il ballottaggio, che potrebbe comunque ribaltare la situazione attuale che vede Di Girolamo in testa e che propone per la città una politica oggettiva fatta di fatti, fatti di concretezza basata sulle risorse a disposizione e non su promesse che non troveranno mai una reale  concretezza. Passando sul fronte totalmente opposto, vediamo che la novità in campo politico marsalese è stato il partito “Noi con Salvini” che ha avuto appena che 469 voti pari all’1,35%. Anche in questo caso Marsala ha assistito a delle novità, ad un movimento popolare che in piazza ha urlato “NOI SALVINI NON LO VOGLIAMO”, e lo ha ribadito fortemente anche sulla carta. Armato aveva invitato Salvini a Marsala per aprile la sua campagna elettorale, ma Salvini non è sceso dalla macchina.
 
Non vi sono stati aggressioni fisiche contro la sua macchina ma contestazioni verbali di una piazza che si è opposta ad un partito che per anni ha rinnegato il sud ed ora il sud rinnega un partito che fa storcere il naso. Intanto il partito di Salvini a Catania raggiunge il 10% di consensi e a Villabate (PA) il 9%. 
 
 
Nei 53 comuni della Sicilia vi è stato un leggero calo di affluenza al voto. Ad Agrigento ha votato il 67,46%, ad Enna il 66,67%, a Gela il 68,6% e a Marsala le percentuali scritte su e il ballottaggio avverrà tra 15 giorni. Ad Agrigento sono 7 i comuni a votare, oltre al capoluogo: Raffadali, Licata, Cammarata, Realmonte, Ribera e Siculiana. A Caltanissetta in 4 comuni invece: Gela, Mussomeli, Villalba e Serradifalco. In provincia di Enna in 6 comuni, oltre al capoluogo: Agira, Centuripe, Nicosia, Pietraperzia e Valguarnera Caropepe. A Catania in 7 comuni: Bronte, Milo, San Giovanni la Punta, Tremestieri Etneo, Pedara, Mascali e Maniace. In provincia di Messina si vota in 12 comuni: Milazzo, Giardini Naxos, Basico', Graniti, Limina, Malvagna, Mazzarrà Sant'Andrea, Mirto, Naso, Raccuja, San Salvatore Fitalia e Savoca. In provincia di Palermo si vota in 13 comuni: Aliminusa, Caltavuturo, Carini, Collesano, Godrano, Lascari, Pollina, San Mauro Castelverde, Santa Cristina Gela, Scillato, Trabia e Polizzi Generosa, Villabate. A Caltavuturo e Lascari hanno vinto i candidati in corsa per cui bastava raggiungere il quorum degli elettori; In provincia di Siracusa si è votato solo ad Augusta, In provincia di Ragusa soltanto nel comune di Ispica, a Scicli invece il voto è saltato in seguito allo scioglimento del comune per mafia lo scorso mercoledi; nella provincia di Trapani si è votato a Marsala e Gibellina. 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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