Connect with us

Primo piano

Marsala: dissequestrato lido "Le Torri" di San Teodoro. Frazzitta: "Tolti i sigilli perché in regola"

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti L'avvocato: "Dissequestrato anche il ristorante tranne i bagni"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


di Angelo Barraco
 
 
Marsala (TP) – Il lido “Le Torri” di San Teodoro di Marsala è stato dissequestrato. Lo ha deciso il Tribunale di Trapani che ha  parzialmente accolto  la richiesta di riesame fatta dall’Avvocato Giacomo Frazzitta insieme ai titolari del lido. Un dissequestro che ha interessato l’arenile, rimangono quindi ancora sotto sigillo i bagni, il ripostiglio, una cisterna, un impianto di depurazione, sei ombrelloni con sedie ubicate in acqua. Il lido è collocato all’interno di un piccolo paradiso terrestre immerso nella splendida e fascinosa cornice della laguna dello Stagnone, luogo ambito dai numerosi turisti che ogni anno vi si recano e che prediligono gli scorci al tramonto e le acque cristalline che si contraddistinguono per la loro unicità in una lingua di terra che però rimbalza spesso ai rigori della cronaca per via dei rapporti tra i titolari e bagnanti.  
 
In merito a quest'ultimi fatti l’Avvocato Giacomo Frazzitta ci ha riferito che “il dissequestro significa che erano tutte cose in regola” Quali sono state le aree dissequestrate –chiediamo all’Avvocato- e ci riferisce che si tratta di “tutto l’arenile, il ristorante tranne i bagni ma come si può ben immaginare il ristorante risulta inagibile se non ci sono i bagni dissequestrati”. Il lido fu posto sotto sequestro nell’ottobre scorso dalla Capitaneria di porto di Marsala. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia ci siamo occupati della vicenda un anno fa a seguito di un episodio che abbiamo raccontato e documentato ed è diventato virale attraverso tutti gli organi d’informazione e non solo. Ripercorriamo la vicenda: Abbiamo messo le nostre cose sul muretto e siamo andati al mare. Al nostro rientro dal mare è sopraggiunto un signore che ci rimproverava affermando che eravamo a casa sua. L’uomo ha ribadito che la spiaggia era di sua proprietà e che non si poteva sostare sulla battigia ma soltanto transitare e che nemmeno i nostri zaini potevano stare appoggiati su quel muretto.Stupiti e increduli da tutto ciò ci siamo quindi recati all'ingresso della spiaggia del Lido Torre San Teodoro dove è presente un cartello che riporta svariati divieti, controlliamo se c’è il timbro del Comune, ma il cartello risulta privo da marchi, chiediamo quindi all'uomo dove fosse il timbro comunale, ma non ci arriva risposta. Altri cartelli pieni di divieti e privi del timbro comunale sono presenti molti metri prima dell'ingresso e a ridosso della spiaggia dove è presente anche una catena che chiude parte dell'accesso alla spiaggia. Incontriamo tanti altri turisti, soprattutto del nord Italia, scioccati dal comportamento dell'uomo che li aveva persino cacciati dall’acqua perché si trovavano nello spazio di mare dove l’uomo ha giochi, altalene ecc. I turisti amareggiati vanno via, ma c’è chi ricorda il passato di questo lido che era stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Marsala. Il tutto è iniziato con una nota presentata nel gennaio del 2011 dalla società SOSALT s.p.a. che è l’affittuaria delle saline che si lamentava delle difficoltà di attraversamento del tratto di mare tra San Teodoro e l’Isola Lunga. La concessionaria del lido O. N., impediva il transito dei mezzi con le altalene posizionate in acqua e i giochi. Il lido, dopo una serie di vicissitudini era stato chiuso e con esso anche il ristorante. A seguito di quanto accaduto abbiamo intervistato anche i titolari del lido con l’Avvocato Frazzitta e ci hanno raccontato le vicissitudini relative alla struttura e i camion che transitavano in acqua. 

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

Continua a leggere

Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

Continua a leggere

In evidenza

Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti