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Roma

MARINO: SEL E PDCI LANCIANO UNA PETIZIONE DI MASSA CONTRO LA RIFORMA FORNERO

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Tempo di lettura 4 minuti“Nei prossimi giorni saremo fra voi a chiedere la firma sulla petizione e comunicheremo luogo e data di eventuali punti raccolta e di una assemblea"

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Redazione
Marino (RM)
– Mirko Laurenti e Maurizio Aversa, in rappresentanza di Sinistra Ecologia e Libertà e del Partito dei Comunisti Italiani, lanciano da Marino la Petizione popolare contro la Riforma Fornero così come illustrata nei contenuti dagli autoconvocati delle RSU che a Milano in questi giorni si sono incontrati da tutta Italia per rimettere al centro delle priorità del Paese la questione lavoro e la questione economica e sociale. Soprattutto dal punto di vista di come trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. “Noi ci battiamo esattamente per l’opposto di questo. Va ribaltata la visione e la risposta” sottolineano Aversa e Laurenti, invitando “i giovani, i lavoratori, i compagni e le compagne a sottoscrivere la Petizione che viene definita un momento di lotta concreta per giungere ad una proposta alternativa reale da portare in Parlamento, da imporre al Governo.” “Nei prossimi giorni – concludono i due esponenti locali di Sel e Pdci – saremo fra voi a chiedere la firma sulla petizione e comunicheremo luogo e data di eventuali punti raccolta e di una assemblea pubblica”.

Milano, 20 Dicembre “contro la riforma Fornero delle pensioni”. L’assemblea esprime forte preoccupazione per la situazione economica, sociale e occupazionale del Paese.  La violenta ricaduta della crisi sul mondo del lavoro riduce la garanzia di un reddito dignitoso per le lavoratici, i lavoratori e i pensionati, mentre già oggi milioni di cittadini privi di lavoro e di qualsiasi reddito vivono in condizioni drammatiche.

La riforma delle pensioni attuata dal governo Monti e dall'allora Ministro Fornero ha aggravato questa situazione, soprattutto per le fasce più deboli della società. La disoccupazione ai massimi storici e la precarietà cronica privano intere generazioni di un futuro autosufficiente. Il taglio degli ammortizzatori sociali contribuisce ad aumentare la sofferenza dei lavoratori espulsi anzitempo dal circuito del lavoro, spesso rappresentati e aiutati, anche dalle tante associazioni e gruppi nati e presenti su tali temi.

La crisi nel nostro Paese è affrontata nel peggiore dei modi possibili: invece di trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. Il prelievo fiscale non ha rispettato il dettato costituzionale che prevede una imposizione fiscale progressiva in rapporto alla capacità contributiva ma ha colpito prevalentemente lavoratori e pensionati. Queste risorse ingiustamente prelevate non sono state peraltro indirizzate per creare occupazione ma per salvare gli speculatori finanziari, banche in testa. Sul fronte previdenziale non c’è la volontà di risanare fondi pensionistici in dissesto le cui passività gravano sui parasubordinati e sui lavoratori dipendenti. Mentre lo Stato non si assume l’onere derivante dal fatto che per decenni non ha versato i contributi per i propri dipendenti scegliendo di scaricare le passività dell’Inpdap sull’Inps . Queste scelte mettono a rischio i conti della previdenza e se non corrette possono essere strumentalizzate ancora una volta contro lavoratori e pensionati. L’assemblea si impegna a una mobilitazione collettiva e unitaria su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di aprire un confronto con tutte le parti politiche e sociali, al fine di arrivare all'abrogazione e superamento dell'attuale sistema previdenziale per una profonda riforma equa e sostenibile della previdenza e dell’assistenza sociale.

L’assemblea invita le organizzazioni sindacali ad aprire una vertenza generale con il governo sulla base di una piattaforma preventivamente sottoposta all’approvazione dei lavoratori. L’assemblea ritiene indispensabile che si avvii una fase di contatti e incontri nel territorio tra le RSU dei posti di lavoro pubblici e privati, allargando la partecipazione e condivisione a tutti i soggetti interessati a dare contributi fattivi e unitari alla comune battaglia per una riforma del sistema previdenziale italiano. Si propone di avviare una fase di assemblee territoriali da concludersi con una nuova assemblea nazionale da tenersi alla fine del mese di febbraio e nella quale valutare tutti i contributi e decidere, tenendo conto dell’estensione del movimento e dei suoi risultati , una grande manifestazione nazionale. L’assemblea decide di lanciare una petizione di massa sugli obiettivi a base della autoconvocazione sulla quale raccogliere adesioni nei luoghi di lavoro e nel territorio. La gestione di questa fase viene affidata ad un Coordinamento volontario aperto alla partecipazione libera dei rappresentanti delle Rsu la cui prima riunione si terrà a Bologna il 10 gennaio. L’assemblea nazionale delle Rsu contro la riforma Fornero tenutasi a Milano, autoconvocata da 150 Rsu contro la riforma Fornero , approva l’appello posto a base della autoconvocazione che diventa parte integrante di questa risoluzioni e assume il dibattito e contributi.

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