MARINO: LA GOTTO D'ORO APRE ALL'INNOVAZIONE IN VITICOLTURA

Red. Cronaca

Dalla Gotto d'Oro / Marino (RM) – La prestigiosa cantina Gotto d'Oro apre all'innovazione in viticoltura e organizza un seminario dove si parlerà delle nuove varietà resistenti alle malattie per l'ambiente e per l'economia. Il convegno, organizzato dalla Gotto d'Oro in collaborazione con Vivai Cooperativi Rauscedo, si terrà il prossimo giovedì 14 luglio alle 16.30 presso il Salotto del Vino Gotto d'Oro in via del Divino Amore 347 a Marino dove Luigi Caporicci, presidente della storica azienda di vini, darà il benvenuto a tutti gli ospiti. Sono quindi previsti gli interventi del prof. Raffaele Testolin docente all'Università degli studi di Udine che tratterà "la creazione di varietà resistenti alle malattie". A seguire il dott. Eugenio Sartori direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo affronterà il tema "Il potenziale mercato e la valenza economica dei nuovi vitigni resistenti alle malattie". Sarà poi quindi il momento della degustazione di microvinificazioni sperimentali e a seguire è previsto un buffet con le eccellenze del territorio.

Le due malattie più comuni della vite, che rendono necessario un regolare utilizzo di prodotti fitosanitari, sono la peronospora e l’oidio, tanto che sono necessari ad oggi dai 6 ai 16 interventi fitosanitari all’anno (in funzione delle condizioni climatiche e ai prodotti utilizzati) per contenerne lo sviluppo, dato che un infezione acuta potrebbe portare alla perdita totale della produzione. Il fenomeno è così importante tanto che nell’Unione Europea il 65% dei fungicidi attualmente impiegati in agricoltura vengono utilizzati nei vigneti, che rappresentano solamente il 3.3% delle superfici investite. Mediamente per 12 trattamenti ettaro si impiegano 26 chilogrammi di fungicidi.

Le varietà di vite resistenti ai funghi (in brevePIWI) trovano la loro origine negli incroci effettuati tra le varietà di vite da vino e le varietà di vite americane resistenti alle malattie fungine. La maggioranza delle varietà, che ancora oggi vengono erroneamente chiamate ibrido, produttore diretto o varietà interspecifica, furono sviluppate dal 1880 al 1935 in Francia.

L’Università di Udine e il suo Istituto di Genomica Applicata (IGA) ed i Vivai Cooperativi di Rauscedo
, hanno creato nuovi incroci, sia a bacca bianca che a bacca nera, resistenti a peronospora, a oidio o ad entrambi, con ciclo più lungo e maturazione più tardiva, quindi idonee anche ai climi più caldi. I costitutori hanno provveduto all’iscrizione di 10 varietà che presentano la stabilità dei caratteri e positive attitudini agronomiche. La selezione è stata fatta per resistenza (peronospora e oidio), caratteri agronomici (ricercando la vigoria media, produttività media, grappolo tendenzialmente spargolo, produzione di 3-5 kg/pianta) e caratteri enologici.

I nuovi vitigni bianchi selezionati sono tutti resistenti alla peronospora e all’oidio.
La struttura dei vini è interessante. Buone le produttività delle uve, paragonabili a quelle delle varietà tradizionali. La presenza di alcool metilico è sempre molto al di sotto del limite europeo. Nelle nuove varietà a bacca rossa, la produttività è media o medio/bassa: buona, anche in questo caso, la resistenza alla peronospora e all’oidio. Evidenziano pure una certa resistenza alla botrite e anche al freddo. Tutte le varietà hanno un contenuto di alcol metilico inferiore al limite europeo.

Il loro pedigree è cosmopolita e deriva dalle migliori varietà di viti resistenti
ottenute in Ungheria, Serbia, Germania, Austria, Francia, incrociate con vitigni tradizionali di pregio come Sauvignon, Merlot, Cabernet e Friulano”, e sono state ottenute con i metodi della selezione genetica assistita. In pratica le varietà resistenti derivano da incroci condotti in maniera classica: il polline di una varietà è stato utilizzato per impollinare il fiore di un’altra varietà e le piante ottenute dai semi sono state selezionate in base alle caratteristiche ricercate. A questo livello è intervenuto il laboratorio a coadiuvare (e velocizzare) il processo classico di selezione: solo quelle piante che presentano i marcatori per i geni responsabili delle resistenze oppure in grado di produrre molecole tossiche per il fungo sono state selezionate per ulteriori cicli di incrocio e per i test più lunghi, in pieno campo. Una collaborazione tra alta tecnologia genetica e breeding classico, che ha permesso in questi anni di analizzare i circa 16.000 incroci, da cui sono poi derivate le seguenti 10 selezioni recentemente iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite: Cabernet Eidos n., Cabernet Volos n., Fleurtai b., Julius n., Merlot Kanthus n., Merlot Khorus n., Sauvignon Kretos b., Sauvignon Nepis b., Sauvignon Rytos b., Soreli b..