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Roma

MARINO, CONSIDERAZIONI DEL DIRETTORE CHIARA RAI ALLA NOTA DEL CONSIGLIERE MARCO RAPO

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Tempo di lettura 4 minuti Ho scritto “i Rapo” per indicare la famiglia Rapo (Abbondio, Fabrizio, Marco), come se avessi scritto “i Rai” (la mia famiglia), “i Caltagirone”, “i Giannini”, “gli Agnelli”, “i Berlinguer”, ecc..

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Chiara Rai

Marino (RM) – Salve, come può notare signor Marco Rapo, le ho pubblicato tutte le sue parole colorite e diffamatorie nei miei riguardi e nei riguardi della testata di cui sono direttore responsabile. ( Articolo del 31/07/2013 MARCO RAPO: "L’OSSERVATORE LAZIALE, PRATICAMENTE MI ACCUSA DI REATO, EVIDENTEMENTE INSIEME ALL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE. VEDIAMO COME PERCHÉ O PER CHI". )

Ha la massima visibilità e per quanto le può interessare anche le mie osservazioni riguardo la sua nota che sostanzialmente è un’ennesima minaccia di querela, a mio avviso, non per difendersi da una presunta diffamazione che non esiste ne nelle intenzioni e neppure nelle parole, ma è semplicemente un avvertimento, un voler mettere il bavaglio alla libera informazione. ( Articolo del 30/07/2013 MARINO: COTTIMO PER POCHI INTIMI )

E ripeto libera informazione. Addirittura giocando su “i Rapo” si rivolge con termini quali “capo famigghia” insinuando che avrei utilizzato “i Rapo” come si appellano le cosche mafiose. Se le va di scherzare ha sbagliato destinatario. Non uso doppi sensi e se voglio dire qualcosa la scrivo senza parole chiave. Ho scritto “i Rapo” per indicare la famiglia Rapo (Abbondio, Fabrizio, Marco), come se avessi scritto “i Rai” (la mia famiglia), “i Caltagirone”, “i Giannini”, “gli Agnelli”, “i Berlinguer”, “i Berlusconi”, “i Bersani” ecc… ecc. 

Mia nonna avrebbe risposto alla sua missiva con “non mi dire il vero che mi rizza il pelo”. Insomma colpito e affondato. Invece no, voglio pensare che lei si senta offeso e in qualche modo veda lesa la sua sensibilità e in tal caso me ne scuso. Il problema adesso è che lei ha leso pesantemente la mia professionalità oltre che la mia sensibilità e serietà con le affermazioni: “quel giornale è la zavorra di questa società”, “ridicola”, “stampa bieca”, “mettere insieme non meritatamente la cena”. 

Delle offese molto gravi per le quali io, al suo contrario, non sporgerò querela in quanto non amo gli strumenti intimidatori e soprattutto non mi piace mettere a tacere le persone con questo tipo di minacce. 

Vede signor Rapo, quello che ho scritto è semplicemente un articolo giornalistico che contiene cronaca e critica. Perché in Italia, Paese dove vige ancora la libertà di stampa è concesso sia il diritto di cronaca che di critica.

Il linguaggio colorito è ammesso, altrimenti avrei fatto un comunicato stampa tipo telegramma ma non è mio costume farne.

Vede signor Rapo di tabella del genere ne ho scritti molti senza preoccuparmi dei destinatari. E vuol sapere perché? Perché a differenza di quanto lei vorrebbe insinuare, io non ho mandanti ma decido in autonomia se evidenziare o meno un fatto.

Non ho mai parlato di procedura irregolare ma ho messo in evidenza il fatto, mi conceda almeno il termine “curioso” (per favore non mi quereli anche per questo) che il Comune di Marino abbia invitato soltanto cinque società di cui due “marinesi” e che si riferiscono tutte e due alla famiglia Rapo (non so come esprimermi altrimenti e mi scuso fin d’ora se in qualche modo potrò ledere la sua dignità). 

Inoltre, la vorrei rassicurare che questo articolo non ha la presunzione di volersi chiamare inchiesta. E io assolutamente non ho la presunzione di volermi chiamare Gabanelli ma sono contenta di essere “una Rai”.

Le inchieste sono ben altre, questo, le ripeto, è significato voler evidenziare un fatto quantomeno singolare. Basta così. 

Per quanto riguarda la “panza” o come l’ha chiamato il lato “mangereccio”, anche lì la prego di non rimanere così allibito se al giorno d’oggi parlo d’inciucio in politica. Non è fantascienza, almeno non credo lo sia. Nessuna accusa da parte mia soltanto volontà di espressione, di evidenziare fatti.

Mi creda che a qualcuno sarà pur interessato sapere che il Comune di Marino ha invitato ben due società riferite alla famiglia (e non famigghia) Rapo per dei lavori per circa 400 mila e rotti euro.

Lasciamo almeno che quei lettori digiuni da influenze partitiche leggano queste curiosità. 

Solo per metterla al corrente che non è la prima volta che parlo di Marino e che non è assolutamente un bersaglio, le elenco di seguito alcuni tabella pubblicati sul mio giornale:

 21/02/2013 MARINO, EDIFICAZIONE PARCO APPIA ANTICA: L'ULTIMO "REGALO"… (SI SPERA) DELLA POLVERINI

 20/02/2013 MARINO, DIVINO AMORE: POLVERINI RILASCIA PARERE FAVOREVOLE ALL'EDIFICAZIONE

 27/01/2013 MARINO, SPOSTAMENTO A CIAMPINO DEL CONSULTORIO. RIVOLUZIONE CIVILE: "SINDACO TROPPO IMPEGNATO PER INTERESSARSI AI PROBLEMI DELLA CITTA' "

 18/01/2013 MARINO OSPEDALE SAN GIUSEPPE: SINDACO PALOZZI ASSENTE ALL'INCONTRO CON IL COMMISSARIO DELLA ASL RMH

 10/01/2013 LAZIO, ALTRE NOMINE ASL. PER LA DIMISSIONARIA RENATA: ARRIVA UN ALTRO BONUS PER ADRIANO PALOZZI

 06/12/2012 MARINO, DIVINO AMORE: “PALOZZI CONFERMA IL PROGETTO EDIFICATORIO AL DIVINO AMORE.

 25/10/2012 MARINO, OSPEDALE. DOPO LE PROMESSE ELETTORALI DELLA POLVERINI E DI PALOZZI: IL COLLASSO

 20/06/2012 MARINO TASSE, IL PD: "STANGATA SENZA PRECEDENTI"

 13/02/2012 MARINO PROGETTO PLUS, IL COMUNE SI "AUTO" AGGIUDICA 5 MILIONI DI EURO

Siamo su due lunghezze differenti, ma mi creda che il contraddittorio e la critica non hanno mai ucciso nessuno. Quando vuole, sarà il benvenuto in questo quotidiano i cui pregi e difetti sono evidenziati quotidianamente dalle migliaia di lettori

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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