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MARE NOSTRUM: MINACCIA TUBERCOLOSI

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Tempo di lettura 3 minuti Santori: “Test mantoux introvabile. Lorenzin e Zingaretti chiariscano"

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di Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm)

Le notizie provenienti sulla missione “Mare nostrum” sono allarmanti.
La positività ai test “Mantoux” e poi “Quantiferon” riscontrata su alcuni operatori ivi impegnati attesta uno stato di malattia concreto di taluni militari e poliziotti che non era stato rilevato prima delle operazioni di soccorso. Conseguentemente, i vertici della Marina potrebbero risultare responsabili nei confronti dei soggetti ammalati e ora sottoposti a terapia farmacologica per scongiurare il conclamarsi della malattia. Da quel che è dato sapere, i vertici militari non hanno messo in atto – o comunque lo hanno fatto in modo adeguato e con estremo ritardo – le necessarie cautele e protezioni del personale dai possibili rischi virali e biologici.
Per questi motivi, rinnovo la mia richiesta alle autorità sanitarie e giudiziarie competenti di accertare, se già non lo abbiano fatto, le eventuali responsabilità dei vertici militari e del Ministero dell'Interno, ma anche del Ministro della salute, per la mancata valutazione dei rischi di contagio cui sembrano essere stati esposti i militari e i poliziotti impegnati nelle operazioni di soccorso.

La possibile responsabilità giuridica di coloro che dispongono l'impiego del personale nelle attività di soccorso si basa anche sul parere giuridico espresso dall'avvocato Giorgio Carta nel corso di una intervista rilasciata ieri a Radio Radicale, che ha illustrato la soggezione del … datore di lavoro ad un preciso obbligo di protezione del proprio dipendente. Visto l’acclarato pericolo di contagio, quanto meno, va riconosciuto ai militari ed ai poliziotti il diritto di rifiutarsi di prestare servizio o di eseguire gli ordini dei loro superiori laddove il datore di lavoro non abbia assicurato tutte le possibili e adeguate cautele, informazioni e mezzi di prevenzione e protezione per scongiurare i rischio di contagi o danni alla salute nelle operazioni di soccorso, assistenza e identificazione dei migranti perché in tale caso il concreto, o possibile, rischio di subire danni alla salute opera come scriminate nell'eventuale configurazione del reato di disobbedienza o insubordinazione. Ai militari della Marina e ai poliziotti dico: “ragazzi, quando tornate dalle vostre famiglie fate in modo di condividere con loro la vostra esperienza umanitaria e non le malattie che potreste contrarre per non aver preteso da chi vi comanda il rispetto della legge e della vostra salute.”

Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere regionale del Lazio e membro della commissione Salute Fabrizio Santori, che in un comunicato esterna preoccupazione per i rischi tubercolosi per uomini e donne delle forze dell'ordine e per connazionali impegnati in Mare Nostrum."Non è solo l'operazione Mare Nostrum che mette a rischio molti dei nostri connazionali. L'esposizione a pericoli sanitari di ogni tipo, da parte degli uomini e delle donne in divisa, che sono lasciati dallo Stato e da Roma Capitale allo sbando, senza strumenti e abbigliamento protettivo, è quotidiana e costante e, in ultima analisi, mette a rischio la salute di tutti i cittadini", così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e membro della commissione Salute, nell’appellarsi al ministro Lorenzin e al Presidente Zingaretti in merito alla questione posta da alcune associazioni, dal sindacato della polizia locale Ospol e da diversi cittadini.
"L'ordinanza del sindaco Marino criticata dall'Ospol, è un atto grave ma quello che maggiormente ci preoccupa è l’impossibilità di reperire il Test di Mantoux che non vorremmo faccia parte di un sistema più ampio frutto di un’artefatta campagna tesa a tenere bassa l’attenzione sul fenomeno della Tubercolosi Tbc. Crediamo che, pur senza allarmismi, la salute e la serenità dei connazionali vada tutelata più di ogni altro interesse. In tal senso attendiamo anche un intervento del ministro della Difesa. Il bando di concorso VFP per le Forze Armate prevede una serie di analisi, una tra queste il fondamentale Test di Mantoux che Wikipedia definisce come un test economico e facile da effettuare, ma la realtà è purtroppo ben diversa”, prosegue Santori. “Il test, che prevede due sedute, l'inoculazione e la successiva osservazione, è tra i più cari e al momento risulta reperibile solo attraverso le strutture pubbliche. I dubbi permangono e sono ragionevoli visti gli ultimi gravi casi di Tbc riscontrati tra gli immigrati e i funzionari pubblici, in particolare quelli appartenenti alle Forze Armate". conclude Santori.

 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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