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Manovra, la Ue pronta a nuova bocciatura: Tria si gioca le ultime carte

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La Commissione europea è pronta a bocciare nuovamente la manovra dell’Italia e a dichiarare non in linea con le regole del Patto di stabilità e crescita il percorso di rientro del debito pubblico. Lo si è appreso da fonti europee secondo le quali, salvo colpi di scena dell’ultima ora, la Commissione renderà note le sue conclusioni mercoledì prossimo. Si compirà così il primo passo sulla strada che, in assenza di fatti nuovi, porterà all’apertura di una procedura per deficit eccessivo dovuta al debito.

Conte sente Juncker, sabato a cena a Bruxelles

“Il programma del governo non cambia ma c’è la volontà di discutere”: lo ha detto il ministro dell’economia Giovanni Tria al termine dell’Eurogruppo. “Penso che uno sforzo debba essere fatto per riportare la discussione sulla reale portata del tema”, ovvero non solo sul deficit ma la discussione deve “tener presente” che “si conferma un rallentamento dell’economia europea non solo italiana”. Anzi, in questo contesto, “l’Italia rallenta meno di altri”, ha aggiunto. Sul deficit “stiamo parlando di scostamenti che non sono grandi, perciò dico che bisogna riportare la discussione alla portata reale. Era necessario aumentare il deficit per fare le cose che il governo riteneva importanti, ma certamente non abbiamo sforato i parametri”. Lo ha detto il ministro dell’economia Giovanni Tria al termine dell’Eurogruppo.

“Il deficit adottato può piacere o no, negli ultimi dieci anni solo l’anno in corso l’Italia ha avuto un deficit minore del 2,4%, è uno dei più bassi della storia italiana, la Francia ha sempre avuto un deficit più alto. Abbiamo certamente debito più alto e abbiamo il problema di ridurlo, ma se guardiamo ai dati prospettici del passato, la dinamica della salita è più contenuta di altri Paesi”. Il problema è che “abbiamo un’eredità che veniva dall’altro secolo”: lo ha detto il ministro dell’economia Giovanni Tria al termine dell’Eurogruppo.

Sono circa un migliaio gli emendamenti alla legge di bilancio dichiarati inammissibili, sui 3626 presentati in commissione alla Camera. E’ quanto emerge dalla seduta della commissione Bilancio, nel corso della quale sono state dichiarate le inammissibilità: sono dunque circa 2600 gli emendamenti ammissibili. Tra le proposte di modifica, 374 sono state bocciate perché estranee per materia, 640 per carenza o inidoneità delle coperture. Entro domani i gruppi devono indicare gli emendamenti segnalati: 700 in totale.

“La procedura d’infrazione Ue sui conti? Non mi preoccupa” risponde il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ai giornalisti a margine dell’ appuntamento in una scuola di Pomigliano d’ Arco (Napoli). Sulle riforme ha aggiunto: “Le faremo”‘.

“Se danneggia l’Italia, come pare, ovviamente non ci sarà il nostro consenso”. Lo ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini a chi gli ha chiesto se l’Italia dirà no alla proposta franco-tedesca di bilancio dell’eurozona, a margine di un evento in Regione Lombardia.

Patuelli, uscita euro pazzia, bene nessuno ne parli più

“L’uscita dall’euro sarebbe una pazzia e comporterebbe un effetto devastante sul debito pubblico, immaginate i tassi al tempo della lira sul debito, attuale e prospettico”. Lo afferma il presidente dell’Abi Antonio Patuelli durante un seminario a Ravenna che sottolinea infatti come sia un segno di maturazione nel paese e nel dibattito politico “che nessuno ne parli più”.
Uno spread Btp Bund a “300 punti non è coerente con i fondamentali dell’economia” e occorre ridurlo altrimenti “si avrà un impatto sul patrimonio delle banche, un aumento del costo della raccolta e quindi dei finanziamenti a famiglie e imprese oltre a una loro riduzione” che fino a ora non si è “ancora verificata” grazie anche alle misure Bce. E’ quanto afferma l’Abi in un seminario secondo cui ogni 100 punti di spread si erodono, in media, 35 punti base del patrimonio delle banche.

Tria gioca ultime carte

Unione bancaria, riforma del meccanismo europeo di stabilità Esm e nuovo bilancio unico dell’area euro. Ufficialmente sono questi i temi all’ordine del giorno dell’Eurogruppo straordinario convocato oggi a Bruxelles, ma è difficile pensare che alla riunione, o quanto meno a margine dell’incontro, non si parli del caso Italia. La settimana si annuncia infatti decisiva per i rapporti tra Roma e Bruxelles, ma anche tra Roma e gli altri Paesi dell’area euro, dimostratisi finora tutt’altro che comprensivi rispetto alle scelte di bilancio italiane. Mercoledì 21 potrebbe infatti già essere il giorno della verità: la Commissione pubblicherà, come previsto, il suo parere sulla manovra gialloverde ma non si esclude che possa anche richiedere, da subito, l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per mancato rispetto della regola del debito. Toccherebbe poi all’Eurogruppo del 3 dicembre affrontare formalmente la questione. I tempi non sono certi, così come non è ancora certo nemmeno l’avvio della procedura, anche se in molti ambienti, in Europa come in Italia, sembra ormai quasi scontato. Il governo giocherà comunque fino all’ultima carta a sua disposizione per cercare di convincere l’Europa della fondatezza delle sue scelte. Il Mef lo ha già fatto nel Rapporto sui fattori rilevanti richiesto e inviato a Bruxelles pochi giorni fa, e il ministro dell’economia, Giovanni Tria, lo farà nella riunione di oggi con gli altri protagonisti europei. Probabilmente lo farà anche il premier, Giuseppe Conte, che punta ad avere un colloquio diretto con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, nonostante un appuntamento non sia stato ancora stato ufficialmente fissato

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