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Redazione Lazio

MANLIO CERRONI, L'ARRESTO: TUTTI I DETTAGLI NEL COMUNICATO DELL'ARMA DEI CARABINIERI

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In particolare, sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per i reati di associazione per delinquere (416 c.p.), traffico di rifiuti (260 D. lgs. 152/2006), frode in pubbliche forniture (356 c.p.), truffa in danno di enti pubblici (640 c.p.), falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici (479 c.p.)

 

di Maurizio Melandri

Roma – Stranamente, apprendendo la notizia, non sono rimasto sorpreso o meravigliato; è stato come trovarmi di fronte ad un atto dovuto, ad un qualcosa di atteso da tanto, troppo tempo e che ritenevo ineluttabile.

Tra tutte le notizie pubblicate oggi sui giornali, voglio evidenziare il comunicato dei Carabinieri, che evidenziano con crudezza, senza giri di parole,   “i fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività”  

Non è la prima volta che il NOE dei Carabinieri interviene dando sostanza alle segnalazioni dei cittadini. Ricordo nel 2008 il blocco e poi il sequestro del gassificatore; e due anni fa il sequestro dell’area di Testa di Cane. L’estrema amarezza che comunque pervade, è che in tutti questi anni, mentre i cittadini denunciavano e i Carabinieri controllavano e sequestravano, dando così ragione delle denunce (che per Cerroni erano invece diffamazione e con questa accusa ha citato me e Sergio Apollonio) l’Amministrazione, la politica, si distingueva per il fragoroso silenzio con il quale ha coperto quanto viene oggi scoperchiato in questo comunicato.

IL COMUNICATO DELL'ARMA DEI CARABINIERI – TUTTI I DETTAGLI

In data odierna, militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. Massimo BATTISTINI nell’ambito del P.P. 7449/2008 R.G.N.R., procedimento in cui convergono diversi filoni di indagine sviluppati dai militari dei N.O.E. e dalla Sezione Operativa Centrale dal 2008 sino ad oggi, ed a cui ha collaborato anche la Procura della Repubblica di Velletri.

In particolare, sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per i reati di associazione per delinquere (416 c.p.), traffico di rifiuti (260 D. lgs. 152/2006), frode in pubbliche forniture (356 c.p.), truffa in danno di enti pubblici (640 c.p.), falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici (479 c.p.) nei confronti di: CERRONI Manlio, noto imprenditore del settore dei rifiuti, RANDO Francesco, ingegnere, amministratore unico di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, GIOVI Piero, socio di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, LANDI Bruno, organizzatore dell’associazione e stretto collaboratore di CERRONI nonché “cerniera” fra il gruppo CERRONI e le strutture politico-amministrative della Regione Lazio, SICIGNANO Giuseppe, preposto all’impianto TMB e supervisore delle attività operative condotte del Gruppo CERRONI ad Albano Laziale presso la PONTINA AMBIENTE, FEGATELLI Luca, già Capo Dipartimento della Regione Lazio, e DE FILIPPIS Raniero, già responsabile del Dipartimento del Territorio della Regione Lazio.

Nella stessa operazione di Polizia sono state eseguite 22 perquisizioni locali presso i domicili e gli uffici dei soggetti indagati nonché presso le sedi delle diverse imprese del gruppo CERRONI, nonché numerose perquisizioni personali e locali a carico di altri indagati.

Inoltre, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, che sviluppa i profili patrimoniali degli indagati, stanno procedendo al sequestro, per equivalente, della somma complessiva di euro 18.890.923,33 in danno delle società E.GIOVI srl (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente srl (gestore della discarica di Albano Laziale), provento dei reati di traffico di rifiuti.

L’ordinanza coercitiva ricostruisce in dettaglio, qualificandoli come “i fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, di una stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio CERRONI (dagli stessi sodali chiamato con l’appellativo di “Supremo”) avente un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all’interno dell’apparato politico-amministrativo. Accanto alla presenza di un nocciolo duro costituito dalla stesse persone vi è la presenza di altri soggetti che si associano con riferimento a vicende specifiche. Subito sotto il Cerroni, nella piramide organizzativa, si trovava il LANDI quale organizzatore, in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio (a partire dalla Regione sino all’ARPA) al fine di consentire al gruppo imprenditoriale riconducibile al suddetto CERRONI di realizzare e mantenere un sostanziale monopolio nella gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni delle varie aree territoriali ottimali.

L’esistenza e il funzionamento di tale sodalizio criminale costituito da soggetti privati (Cerroni, Landi, Rando, Giovi, Sicignano), pubblici funzionari (il deceduto Arcangelo Spagnoli, Luca Fegatelli, Raniero De Filippis) e politici (tra cui il deceduto Mario Di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield e Giovannetti Romano, quest’ultimo segretario particolare dell’ex assessore Pietro di Paolantonio) è stata nel tempo monitorata e ricostruita grazie all’utilizzo massiccio di intercettazioni telefoniche, all’assunzione di sommarie informazioni testimoniali, a corpose acquisizioni documentali, ad accurate consulenze tecniche.

L’indagine si è di fatto dipanata lungo quattro direttrici principali, quattro rivoli scaturenti dall’unica sorgente, costituita dal nocciolo duro dell’organizzazione criminale dianzi descritta:

1) Gestione dell’impianto di raccolta e trattamento rifiuti di Albano Laziale
La tariffa che viene corrisposta al gestore di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti è composta di varie parti, una delle quali è costituita dal costo di termovalorizzazione del CDR, rifiuto speciale derivante dal trattamento della c.d. “frazione secca” dei rifiuti. Per quanto concerne l’impianto gestito in Albano Laziale dalla Pontina Ambiente, società riconducibile al Cerroni, la ricostruzione operata circa la gestione del CDR negli anni oggetto di indagine, ha permesso di accertare che le percentuali di CDR effettivamente avviato a valorizzazione non si avvicinavano agli standard prestazionali di progetto (43%), alle soglie indicate nel piano regionale di gestione dei rifiuti (35%), alla soglia di produttività del 29% sopra indicata o alla soglia minima del 25% indicata nel decreto commissariale n. 15/2005 come “tasso di recupero minimo”. Ed infatti, la percentuale di C.D.R. effettivamente avviata al recupero energetico (presso l’impianto di termovalorizzazione di Colleferro), si attestava attorno al 15%, mentre la restante parte veniva avviata in discarica come scarto di lavorazione. Tale parte, tuttavia, era pagata al gestore come se fosse stata avviata a termovalorizzazione, così realizzandosi un ingiusto profitto per l’impresa, profitto derivante dalla differenza tra l’importo tariffario percepito (per il trattamento dei rifiuti) e quanto effettivamente speso, e stimato in circa 11 milioni di euro dal 2006 al 2012.
In tal modo, inoltre, si provocava anche il prematuro superamento delle volumetrie disponibili in discarica. Anche la struttura amministrativa Regionale (sotto la regia del Fegatelli), che ometteva di procedere alla revisione della tariffa “a consuntivo” in base alle quantità effettivamente avviate alla termovalorizzazione, si rendeva partecipe di tale meccanismo.

2) Il termovalorizzatore di Albano Laziale
Il Commissario Straordinario per l’emergenza Rifiuti della Regione Lazio, e in seguito la stessa Regione per il tramite del suo Presidente, mettevano il Consorzio CO.E.MA. (unione tra PONTINA AMBIENTE, dunque riconducibile a CERRONI, ed ECOMED, composta da AMA e ACEA) nelle condizioni di costruire un impianto di termovalorizzazione su un terreno della PONTINA AMBIENTE, adiacente alla discarica e all’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, nonché di usufruire, nell’ambito della gestione di tale impianto, dei contributi pubblici denominati “CIP 6” (contributi erogati ad aziende produttrici di energia da fonti energetiche rinnovabili o assimilate).

In tale vicenda, che secondo l’ordinanza deve ritenersi emblematica, più di ogni altra, di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici, infedeli funzionari pubblici (con sistematica violazione di disposizioni di legge indicate nelle singole ipotesi e dei doveri d’ufficio) e soggetti politici di livello regionale hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di un percorso finalizzato ad agevolare gli interessi di alcuni soggetti imprenditoriali ben definiti e, in particolare, di Manlio CERRONI. La finalità perseguita dal CERRONI era quella di creare una contiguità spaziale con il TMB della Pontina Ambiente, di ridurre così le spese di gestione stante la vicinanza delle strutture (con l’ulteriore effetto di poter mantenere una tariffa di accesso all’impianto di TMB contenuta rispetto a eventuali concorrenti) e, soprattutto, di realizzare l’opera attraverso incentivi pubblici ovvero con i contributi CIP6.
Già la “localizzazione” dell’impianto avveniva in presenza di fattori escludenti e con palesi falsi documentali: ed infatti nell’area era già operante un impianto di termovalorizzazione (a Colleferro), non appartenente a CERRONI, tanto che il Piano Gestione Rifiuti regionale del 2002 prevedeva per tale tipo di impianto la collocazione in una diversa area geografica (ovvero nell’area Fiumicino-Ciampino e non nell’area dei Colli Albani).

Inoltre, il progetto aveva incontrato un ostacolo insuperabile nella valutazione di impatto ambientale negativa espressa dalla competente direzione regionale, decisione che sarà ribaltata a seguito di un lungo iter amministrativo frutto di un concerto criminoso (che l’ordinanza definisce costituisce una “colossale montatura”) tra i proponenti (Cerroni e Presutti, che addirittura in alcuni casi dettavano i contenuti degli emanandi atti pubblici, in un caso addirittura protocollato ancor prima di essere redatto nella sua forma definitiva), lo Spagnoli Arcangelo, già responsabile unico del procedimento in seno al commissario delegato, il Fegatelli, il De Filippis, Giovanna Bargagna (dirigente regionale), Mario di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield, e financo l’allora presidente della Regione, Marrazzo, che firmava un’ordinanza commissariale addirittura dopo la decadenza dell’ufficio emergenziale.

Il funzionario che aveva firmato il provvedimento contrario agli interessi del Cerroni veniva quindi destinato ad altro ufficio.

3) La realizzazione di un invaso per un discarica in località Monti dell’Ortaccio
Il gruppo CERRONI realizzava, in località Monti dell’Ortaccio, l’invaso di una futura discarica (circa 3 milioni di metri cubi), ponendo così in essere una incisiva trasformazione urbanistica, smaltendo poi le rocce e terre da scavo (da qualificarsi come rifiuti) all’interno della discarica di Malagrotta, simulando l’esistenza di titoli autorizzativi di fatto inesistenti. Questa operazione ha generato un profitto per le casse della E. GIOVI (impresa riconducibile al gruppo CERRONI) stimato in non meno di 8 milioni di euro.

Inoltre, gli scavi venivano condotti al punto di abbassare la quota di fondo di scavo della cava Monti del Lumacaro (area adiacente a Monti dell’Ortaccio, parimenti oggetto di richiesta di autorizzazione per la discarica) al di sotto dei limiti consentiti, determinando così la illecita deviazione della falda acquifera sotterranea, appartenente al demanio idrico, e la creazione di un laghetto artificiale. Addirittura, nella richiesta di autorizzazione per la realizzazione della discarica, il CO.LA.RI. (consorzio laziale rifiuti, riconducibile al Cerroni), il proponente operava una alterazione delle fotografie allegate alla richiesta, cancellando l’esistenza del laghetto al fine di non far risaltare il danno idrogeologico cagionato.

4) Le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti ed alle ordinanze regionali
sullo smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Anzio e Nettuno
Infatti, CERRONI ed il suo storico collaboratore LANDI, con la complicità di funzionari della Pubblica Amministrazione, ponevano in essere una serie di condotte illecite volte ad impedire alla società RIDA AMBIENTE S.R.L., concorrente di CERRONI, di entrare sul mercato.
In particolare, l’Amministrazione ometteva per lungo tempo di determinare la tariffa definitiva in ingresso dei rifiuti per l’impianto di RIDA AMBIENTE, cosa che impediva alla predetta di contrattare con le amministrazioni pubbliche locali l’eventuale accettazione di R.S.U. nei suoi impianti.

In tal modo, veniva intenzionalmente procurato alle società PONTINA AMBIENTE e ECOAMBIENTE un ingiusto profitto patrimoniale consistente nella possibilità di gestire senza concorrenti i rifiuti provenienti dai comuni della zona.

Oltre a ciò, la Pubblica Amministrazione rallentava di proposito l’iter di attribuzione della tariffa definitiva della RIDA, nonché l’approvazione di varianti sostanziali in grado di aumentare notevolmente la quantità di rifiuti trattati, procedendo nel contempo ad autorizzare, in violazione alla normativa nazionale e comunitaria, lo smaltimento del c.d. “tal quale” in discarica, al fine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti solidi urbani dell’area pontina a società del gruppo CERRONI (nell’area pontina infatti una delle due discariche esistenti, la Ecoambiente, non è in possesso di impianto di trattamento dei rifiuti). La strategia criminale era portata avanti, sotto la regia occulta del Landi e del Cerroni, dal De Filippis con l’ausilio del Giovannetti. Ed è soprattutto in tale vicenda che l’ordinanza ricostruisce il ruolo egemone di Luca FEGATELLI all’interno della Regione Lazio e l’esistenza di un consolidato sistema favorevole alle imprese del CERRONI, al punto da determinare l’allontanamento del funzionario che aveva “osato” determinare la tariffa in favore della RIDA Ambiente, così minando il monopolio del Cerroni (Landi parla, preoccupato, di un “rigagnolo che rischia di diventare un torrente”).

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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