Editoriali
malagiustizia
Published
8 anni faon
MALAGIUSTIZIA ITALIANA
DODICIMILA CONDANNATI IN LIBERTA’
DI ROBERTO RAGONE
Da queste colonne abbiamo sempre denunciato le disfunzioni di uno stato che esercita il suo egocentrismo a discapito dei cittadini. Una delle mancanze più gravi, a nostro parere, nei confronti dell’uomo della strada è la totale mancanza del giusto risultato dell’equazione che porterebbe, in uno stato veramente democratico, alla certezza della pena anche per i piccoli reati, quelli che alla fine colpiscono proprio la gente comune. Scippatori, rapinatori, violentatori, autori di reati contro la persona, assassini di vecchiette, di carabinieri e poliziotti: insomma, tutta la feccia che naviga in una specie di terra di nessuno, in cui la sospingono magistrati che, delle due l’una: o sono corrotti, o sono incapaci. Oppure, ancora, sono costretti dalle circostanze. Oppure ancora, visto che non ci facciamo mancare niente, sono ‘orientati’ politicamente, e quindi obbediscono a ordini di scuderia. È una vergogna che il nostro bel paese debba subire una situazione del genere. Anche le amnistie immotivate, accompagnate dagli alti lai di politici contrari alla detenzione, che si compiacciono nel loro buonismo ipocrita, sono nocive all’ordine pubblico: al quale ormai siamo abituati a non fare più caso, considerando normale che uno spacciatore non possa più essere arrestato, che un minorenne scippatore non vada in galera, che un rapinatore ‘straniero’ sia messo fuori e denunziato a piede libero, ‘rimbalzando’ sui muri della cella di sicurezza. Per tutti costoro si inventano pretesti di tutti i generi, attribuendo a chi della convivenza civile fa scempio, tutti i diritti di questo mondo, e nessun dovere, che dovrebbe essere l’altra faccia della medaglia, in un festival di buonismo e di ipocrisia vergognoso. Periodici provvedimenti ‘svuotacarceri’ rimettono in libertà criminali pronti a rimettersi al lavoro esattamente come prima, creando un rischio reale per la popolazione, a cui è proibita anche una legittima difesa personale adeguata, sancita dalla costituzione. Indulti, amnistie, svuota carceri, tutti giustificati dal sovraffollamento degli impianti carcerari, la cui origine risiede, oltre che nell’insufficienza degli stessi, anche in una magistratura farraginosa e anch’essa a volte egocentrica, tutta tesa a difendere i propri diritti di autonomia – e Dio sa se ne hanno bisogno! – da una cattiva politica, ma sorda alle istanze dei cittadini che avrebbero il diritto di vedere le strade sicure e sgombre da delinquenti comuni. Martedì 31, in prima pagina, il titolo principale del Fatto Quotidiano ci rivela che a Napoli 12.000 pregiudicati per delitti gravissimi non scontano la pena, rimangono in libertà per mancanza di personale: “Dodicimila condannati in libertà”. Cioè, dodicimila delinquenti già condannati, con pene passate in giudicato, non ‘possono’ scontare la pena per mancanza di personale carcerario. Siamo all’assurdo. Dodicimila persone sono la popolazione di un piccolo comune, come ce ne sono tanti in Italia, anzi, ce ne sono anche di più piccoli. Le condanne di costoro sono costate comunque all’impianto giudiziario soldi, tempo e fatica, denaro di noi contribuenti. Ma, una volta condannati, magari in terzo grado di giudizio, ci si accorge che non c’è posto. Allora, piuttosto che fare il ponte sullo stretto, per congiungere le due mafie, calabrese e siciliana; piuttosto che spingere ancora per la TAV; piuttosto che favoleggiare di olimpiadi ed EXPO 2015, non si potrebbero costruire carceri nuove, moderne, diciamo pure confortevoli, ma degne di un paese civile, quale il nostro si picca di essere – senza esserlo? Se la disoccupazione giovanile raggiunge quote del 40%, perché non emanare un bando per l’assunzione di guardie carcerarie, risolvendo in un colpo due problemi – o almeno alleviandoli? Purtroppo, come accede molto spesso, dobbiamo imparare da coloro che fino a ieri abbiamo considerato meno provveduti di noi Italiani. Una notizia che è stata quasi ignorata dai nostri media, racconta che a Bucarest, e in diverse altre città della Romania, migliaia di cittadini sono scesi in piazza (in realtà sono più che migliaia, a giudicare dalle scene, sono decine di migliaia) per protestare contro il progetto del governo di applicare l’amnistia a circa 3.000 detenuti. Dato che una buona parte degli amnistiati sarebbero politici e funzionari di governo, il provvedimento vanificherebbe i risultati della lotta contro la corruzione dilagante. Una manifestante denuncia la mancanza di trasparenza del provvedimento. “Le modifiche al codice penale non dovrebbero mai passare per la via dei decreti d’urgenza” aggiunge. Il provvedimento, che metterebbe fuori più di 2.700 persone, inclusi coloro che scontano condanne per corruzione per somme inferiori ai 44.000 euro, viene giustificato dal Ministero della Giustizia come misura necessaria contro il sovraffollamento delle carceri. Incredibile! Quando mai in Italia siamo scesi in piazza contro le amnistie, e soprattutto, quando mai abbiamo mandato in carcere per corruzione coloro che avevano incassato somme inferiori a 44.000 euro! Tutt’al più abbiamo reso loro omaggio, considerandoli più furbi di noi, ma non abbastanza, perché se rubi poco passi i guai. Al contrario, se hai messo da parte qualche milione di euro in uno o più paradisi fiscali, al riparo da sequestri e indagini, tutti ti fanno la corte. Scendere in piazza contro un provvedimento che si considera iniquo a furor di popolo ormai non ci appartiene più, ci siamo assuefatti all’ingiustizia, agli inciuci, alle raccomandazioni, alle truffe, ai furti in casa e fuori casa, alla malapolitica, alla malasanità, alla malagiustizia. Nessuno potrà mai condannare il Marchese del Grillo, la cui filosofia si riassume nella famosa frase che non voglio qui ripetere per la centesima volta. La Romania, rispetto all’Italia, è un paese giovane, avendo vissuto per lungo tempo conculcato nei diritti da una dittatura liberticida. È evidentemente un paese che, avendo conquistato la libertà, crede ancora in certi valori. Al contrario di quanto facciamo noi, abituati come siamo a tutto ciò che di male ci danno i nostri governi e la nostra politica. Sarebbe bello, però, che alla prossima amnistia, si scendesse tutti in piazza, per protestare contro un provvedimento nocivo per i cittadini. Per protestare contro un governo infingardo e per lo più corrotto, come ci hanno fatto vedere. Per protestare contro una magistratura pigra e a volte priva di senso comune. Per protestare contro il sovraffollamento delle carceri e contro una certa classe di politici buonisti e ipocriti, a cui nessuno è mai andato a rubare in casa, chissà perché. Sarebbe bello, ma siamo sempre al condizionale. Siamo in Italia.