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Roma

MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE

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Tempo di lettura 5 minutiLa cooperativa "New Horizons", facente parte della SOL.CO. di Mario Monge, ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati e non solo…

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di Maurizio Costa

Roma – La nostra inchiesta sul Nuovo Cinema Aquila ha sollevato un polverone, che sembra legarsi a doppia mandata con le indagini di Mafia Capitale e con il business del traffico illecito sui vestiti usati per l'Africa. Questo perché ci sono due personaggi che emergono e che secondo gli inquirenti sarebbero implicati in questo altro scandalo del giro  illecito di vendita all'estero dei vestiti  usati gettati  nei cassonetti gialli con la complicità delle cooperative e con la mano lunga della stessa Camorra che ha fatto da regia dell'ormai famigerato giro d'affari.

Secondo quanto emerge dall'inchiesta de L'Osservatore d'Italia Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati avrebbe avuto rapporti con Mario Monge presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila.

 

La storia:

Il Nuovo Cinema Aquila è stato affidato al Consorzio Sol.Co. nel 2004. Il presidente del consorzio di cooperative sociale è Mario Monge, che gestisce affari in tutta Roma e provincia. Il cinema, nel 2013, passa – in maniera discutibile – nelle mani della N.C.A., una società cooperativa che vede Mario Monge sedersi sempre nel consiglio d'amministrazione. Questo passaggio di cooperative è stato denunciato dalla nostra testata molti mesi fa, perché nel bando comunale c'è espressamente scritto che il cinema non può essere ceduto ad altre cooperative sociali. [20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS]

 

Lo scandalo dei cassonetti gialli:

Dopo lo scandalo di Mafia Capitale e gli arresti per vendita all'estero dei vestiti usati gettati nei cassonetti gialli, il cerchio sembra chiudersi. La squadra Mobile di Roma, guidata da Renato Cortese, ha arrestato 14 persone che ricevevano appalti senza gara dall'amministrazione (come quello della raccolta degli abiti usati), e lucravano sulla vendita di questi indumenti, spedendoli in Nord Africa o in Asia.

A capo del giro d'affari ci sarebbe Pietro Cozzolino, boss della camorra del clan di Portici-Ercolano. Con la complicità di sindaci, assessori e consiglieri comunali, la cricca gestiva questo business che fruttava milioni di euro l'anno. Ogni chilo di vestiti rende dai 35 ai 58 centesimi, che moltiplicati per decine di tonnellate fanno una bella somma. Ama Spa è direttamente implicata, e con lei anche Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati (“er cecato”). Buzzi sarebbe stato il referente di tutte le cooperative sociali e avrebbe ripartito il territorio in varie parti per dividere i fatturati. Qui entra in gioco Mario Monge e il consorzio Sol.Co.

 

La svolta:

Buzzi avrebbe dato il permesso di lucrare e sarebbe stato l'operatore di tutto il sistema. Inoltre, il braccio destro di Carminati sarebbe stato il raccordo terminale dei consorzi sociali. Mario Monge, presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila attraverso la N.C.A., conoscerebbe bene Buzzi.

Mario Monge, secondo gli inquirenti, organizza gli incontri tra le cooperative e Dante Pomponi, ex assessore ai tempi di Veltroni. Secondo gli agenti, “chi vuole vincere non paga più solo alla Pubblica Amministrazione, in un contesto che è solo corruttivo, ma paga al titolare di poteri di fatto all’interno della Pubblica Amministrazione, poteri che sono correlati al dominio della strada e che si proiettano nel mondo istituzionale, condizionandolo anche con la corruzione, poteri che sono, in una parola, di stampo mafioso”.

Monge è a capo del Nuovo Cinema Aquila, seppur indirettamente, e da alcune telefonate anonime, ci hanno riferito che sono anni che lucrerebbe in questi affari.

La cooperativa "New Horizons", facente parte sempre della Sol.Co. di Mario Monge, ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati ed è implicata nelle indagini della Squadra Mobile di Roma. Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila ha avuto uno strano passaggio di cooperative, e sembrerebbe che tra i 14 arrestati ci siano alcuni amministratori di altre cooperative del Monge.

In definitiva, Monge, presidente del consozrio Sol.Co. che raggruppa la cooperativa "New Horizons" (per quel che riguarda i cassonetti gialli) e la N.C.A. (che gestisce il Nuovo Cinema Aquila), conoscerebbe bene Buzzi, braccio destro di Carminati, implicato nello scandalo dei vestiti da dare in beneficenza insieme a un boss della camorra, Pietro Cozzolino.

Attorno al Nuovo Cinema Aquila c’è un passaggio di Onlus che sostanzialmente risultano controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico.

Da risultanze CCIAA, la Sol.Co. conta a giugno 2014 ben 25 addetti e un valore di produzione di quasi sette milioni di euro di cui oltre sei milioni spesi per servizi  ed un utile di esercizio di 380 euro – trecentottanta euro – (Dati riferiti all'esercizio 2011)

Il Comune di Roma affida alla Sol.Co la gestione del cinema per finalità sociali e con divieto di subappalto e la Sol.Co di tutta risposta affida la gestione operativa alla N.C.A. riservandosi solo 4 giorni l’anno per perseguire gli scopi sociali in quanto onlus.
La cosa singolare è che questo accordo sancisce la trasmissione della gestione del bene dalla Sol.Co, rappresentata da Mario Monge, alla N.C.A., con membro del Cda sempre Mario Monge.

Difatti, il Cinema risulta essere gestito da una cooperativa diversa da quella che aveva vinto il bando comunale.E’ lecito dunque pensare che oltre al business dei rifiuti ci sono passaggi da chiarire anche rispetto alla gestione Nuovo Cinema Aquila?

La nostra inchiesta ha scoperchiato una situazione più grande di quello che sembrava all'inizio. Partendo da un normale cinema espropriato alla mafia, ci siamo trovati di fronte alla cupola che da anni muove i fili della capitale d'Italia.

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