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Redazione
Roma – E’ morto Bernardo Provenzano, il boss di Cosa Nostra detenuto in regime 41 bis nell’ospedale San Paolo di Milano, dove si è spento. La sua latitanza record è durata 43 anni ed è terminata l’11 aprile del 2006 in una masseria di Corleone. I processi a suo carico, compreso quello sulla trattativa Stato-Mafia, erano sospesi poiché il boss era stato ritenuto incapace di parteciparvi. Soffriva di decadimento cognitivo, lunghi periodi di sonno e si esprimeva con rare parole di senso compiuto. Il suo quadro neurologico era stato dichiarato in progressivo peggioramento. Nell’ultima diagnosi medica, Provenzano era stato dichiarato "incompatibile con il regime carcerario” e che “l'assistenza che gli serve e' garantita solo in una struttura sanitaria di lungodegenza”. Il suo legale aveva chiesto la revoca della detenzione carceraria ma con risultati negativi. Il suo ricovero al San Paolo è avvenuto il 9 aprile del 2014. I figli e la moglie lo hanno incontrato il 10 luglio. L’avvocato del Boss ha riferito “Provenzano per me è morto quattro anni fa, dopo la caduta nel carcere di Parma e l'intervento che ha subito. Da allora il 41 bis è stato applicato ai parenti e non a lui, visto che non era più in grado di intendere e volere e di parlare da tempo”. Il direttore generale dei detenuti e del trattamento del Ministero della Giustizia ha riferito “Le condizioni di Bernardo Provenzano si sono aggravate ulteriormente venerdì scorso a causa di un'infezione polmonare. Provenzano è entrato in coma irreversibile lo stesso giorno. I sanitari dell'ospedale di Milano, d'accordo con il Dap, hanno avvertito immediatamente i familiari che sono arrivati e hanno potuto usufruire di un incontro col loro congiunto” aggiungendo inoltre “Il regime di 41 bis in nulla ha aggravato lo stato di salute di Provenzano: anzi nei due ospedali ha ricevuto cure puntuali ed efficaci”.
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