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Roma

MAFIA CAPITALE: TRONCA FIRMA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DEL COMUNE DI ROMA

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Tempo di lettura 3 minuti L'appuntamento è per domani alle 9 nell'aula più grande del palazzo di giustizia di Roma intitolata a Vittorio Occorsio, il magistrato vittima nel 1976 del terrorismo di destra

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Redazione

Roma – La costituzione di parte civile del comune di Roma per il processo Mafia Capitale, redatta dagli avvocati Enrico Maggiore e Rodolfo Murra e sottoscritta dal prefetto Francesco Paolo Tronca, commissario di Roma, sarà depositata domani nel corso della prima udienza del procedimento con rito immediato contro Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e altri 44 imputati finiti davanti ai giudici della decima sezione penale.

L'appuntamento è per domani alle 9 nell'aula più grande del palazzo di giustizia di Roma intitolata a Vittorio Occorsio, il magistrato vittima nel 1976 del terrorismo di destra. Lì che si apre davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale la 'madre di tutti i processi', quello di Mafia Capitale, l'associazione di stampo mafioso che, con peculiarità tutta sua (ben diversa dalle organizzazioni criminose tradizionali), ha operato a Roma e nel Lazio fino allo scorso anno corrompendo pubblici funzionari, amministratori di società ed esponenti politici puntando ad alterare e ad aggiudicarsi appalti per centinaia di milioni di euro. Il tutto attraverso la forza di intimidazione che derivava dal vincolo associativo e la condizione di assoggettamento e di omertà, e, secondo l'accusa, sotto la guida di Massimo Carminati, soprannominato 'er Cecato' perché guercio, che negli anni '70 fu tra i protagonisti dell'eversione nera. Il dibattimento, risultato della complessa inchiesta condotta dalla Procura che dal 2012 è guidata da Giuseppe Pignatone, si annuncia lungo e complesso come indicano i numeri: 46 imputati, in buona parte detenuti (tra carcere e arresti domiciliari), centinaia di testimoni da convocare, migliaia le intercettazioni di cui sarà chiesta la trascrizione, 3-4 udienze a settimana già calendarizzate almeno fino al prossimo luglio e da celebrarsi sempre nell'aula bunker di Rebibbia (attrezzata per le videoconferenze), ben distante dalla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio dove si svolge l'attività ordinaria. Due i decreti di giudizio immediato (relativi agli arresti del dicembre 2014 e del giugno 2015) che il collegio guidato dal presidente Rosanna Ianniello dovrà riunire. Ma le difese, che non hanno affatto digerito il programma di lavoro stabilito dal tribunale, sono pronte a dare battaglia sollevando eccezioni di ogni tipo. Intanto, dietro la minaccia di quattro giorni di astensione dalle udienze (ridotta alla sola giornata del 9 novembre), i difensori hanno almeno ottenuto la presenza nelle celle dell'aula di tutti i detenuti. Solo tre dovranno rassegnarsi a seguire il dibattimento a distanza, per l'intera sua durata, e si tratta di figure chiave del procedimento: l'ex esponente del gruppo armato di estrema destra dei Nar, Massimo Carminati, rinchiuso nel carcere di Parma e il solo a essere sottoposto al regime del 41 bis, Salvatore Buzzi, il presidente della cooperativa 29 giugno indicato come grande manovratore del sistema corruttivo, detenuto a Tolmezzo, e Riccardo Brugia, amico di Carminati, che si trova nella casa circondariale di Terni. Carminati è ritenuto dalla Procura il capo e il promotore dell'associazione di stampo mafioso che faceva affari con imprenditori collusi e con rappresentanti del mondo politico e istituzionale di Comune e Regione. Brugia, quale suo braccio destro, era secondo l'accusa non solo il custode delle armi (mai trovate, per la verita') a disposizione del sodalizio, ma gli viene attribuito anche un ruolo di organizzatore dell'associazione criminosa al pari di Buzzi e del manager Fabrizio Franco Testa. L'ex ad di Ama, Franco Panzironi, viene definito dall'accusa "pubblico ufficiale a libro paga", come pure Carlo Pucci, dirigente di Eur spa. Tra gli altri imputati ci sono anche Mirko Coratti (già presidente dell'assemblea del consiglio comunale di Roma), Pierpaolo Pedetti (consigliere comunale), Luca Gramazio (consigliere regionale), Giordano Tredicine (consigliere comunale), Andrea Tassone (ex presidente del Municipio X, Ostia) e Luca Odevaine, già componente del 'Tavolo di coordinamento nazionale sull'accoglienza per i richiedenti asilo', che ieri ha ottenuto i domiciliari dopo undici mesi di carcere. Ieri le prime quattro condanne, pesantissime, emesse dal gup in abbreviato: tra tutte spicca quella di 5 anni e 4 mesi inflitta a Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi, al quale è stata riconosciuta l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa. Riconoscimento fondamentale per la Procura il cui lavoro fino ad ora aveva incassato l'avallo del gip, del tribunale del riesame e della Cassazione. Ieri eèarrivato l'avallo anche del gup. Un segnale forse non proprio incoraggianete per le difese. 

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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