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MAFIA CAPITALE: SALVATORE BUZZI SCATENATO SU DANIELE LEODORI

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Tempo di lettura 2 minuti Sulle assunzioni richieste dai politici per persone da inquadrare nelle cooperative, Salvatore Buzzi racconta il rapporto con Daniele Leodori, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio

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LEGGI ANCHE: DANIELE LEODORI AMMETTE I RAPPORTI CON SALVATORE BUZZI

di Cinzia Marchegiani

Daniele Leodori, mr. preferenze alle regionali del Lazio 2013 e Presidente del Consiglio Regionale del Lazio aveva detto ai giornali, al tempo della bufera appena esplosa di Mafia Capitale, di non conoscere né Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative, né Massimo Carminati, tanto che aveva annunciato querela nei loro confronti che invece  facevano il suo nome durante gli interrogatori in seguito al loro arresto.
Daniele Leodori messo davanti alle evidenze delle intercettazioni, tanto che in queste dava addirittura del “tu” allo stesso Salvatore Buzzi e dopo l’inchiesta del nostro giornale dove veniva messo in evidenza il fatto che nel 1996 l'allora vice sindaco del Comune di Zagarolo Daniele Leodori non poteva non conoscere il titolare della cooperativa “29 giugno” dedita alla raccolta rifiuti del territorio gabino, aveva rilasciato un’intervista a "Il Messaggero" per spiegare la sua verità.

Salvatore Buzzi dalla prigione in Sardegna sta facendo tutti i nomi e sembra avere una buona memoria, tanto che ironicamente ai magistrati che lo stanno interrogando, fa comprendere che il suo compagno di cella ha paura di venire avvelenato assieme a lui. E’ un pozzo di informazioni che ovviamente andranno verificate passo passo.
Salvatore Buzzi scatenato anche contro Daniele Leodori. Stavolta , Buzzi, spiega il giro delle assunzioni, richieste dai politici per persone di loro conoscenza, imposte come se fosse un fatto di normale amministrazione. Tra queste mette nel calderone anche Daniele Leodori: “Mi chiamò Daniele Leodori per assumere una persona. E questo tizio arrivò con aria strafottente dicendo che doveva piglià seimila euro al mese, se nò non veniva a lavorare”.

Questa è un’altra intercettazione inedita, il 27 ottobre 2014, alle 11:59 Salvatore Buzzi chiamava il Presidente del Consiglio del Lazio, Daniele Leodori che si trova nell’informativa dei ROS (Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri) – Servizio Centrale II Reparto investigativo I sezione.

Legenda:
S: Salvatore Buzzi
DL: Daniele Leodori

DL: Salvatore (evidentemente ha il numero registrato sottom il suo nome NdR)
S: Presidente buongiorno, come stai?
DL: buongiorno, bene, tu?
S: beni, senti UN’INFORMAZIONE, MI HA CERCATO UN PAIO DI VOLTE Sabelli, ma è della tua segreteria?
DL: eh….dipende, qualc…qualcuno c’è, per cosa?
S: no pe…perché fa incontrà una persona (inc) però siccome dice: volevo sapè se era della tua segretera o chi era
DL: si, sta qua, un…se è de …del Consiglio regionale sta qua Sabelli
S: ok
DL: si, si
S: ok
DL: senti l’latra cosa me la verifichi?
S: si, si, te l’ho detto è già verificata, visite mediche, dopo l’doneità, parte
DL: ok, va bene
S: sto seguendo la procedura, ok
DL: ok
S tranquillo
DL: grazie tanto, grazie, ciao ciao
S: ciao

Interessante comprendere come alcuni politici hanno repentini vuoti di memoria, addirittura si scordano di aver conosciuto una persona di un certo “spessore” come Salvatore Buzzi, ma che dopo le evidenti intercettazioni pubblicate su tutti i giornali, hanno segnali di rimembranze seppur evanescenti. Di certo Buzzi sta svuotando il sacco, lui che dava dal 3 al 5 % delle commissioni sulle gare vinte ai soliti politici, non ci sta ad espiare la colpa su fatti di corruzione, dove in questo gioco di scambi di favori a molti zeri, c’è il corruttore e il corrotto… semmai i magistrati, una volta accertato il reato, dovranno capire a chi assegnare precisamente questi ruoli.
 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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