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Roma

MAFIA CAPITALE, ODEVAINE CONFESSA: "HO PRESO IL DENARO DA SALVATORE BUZZI"

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Tempo di lettura 3 minuti Lo stesso Odevaine, assistito dall'avvocato Luca Petrucci, ascoltato dai pm in sede di dichiarazioni spontanee, ha ricostruito il suo rapport l'uomo delle cooperative sociali

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di Alberto De Marchis

Si comincia a parlare. Luca Odevaine, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”; ha ammesso di aver preso del denaro da Salvatore Buzzi. Lo stesso Odevaine, assistito dall’avvocato Luca Petrucci, ascoltato dai pm in sede di dichiarazioni spontanee, ha ricostruito il suo rapporto con Buzzi, l’uomo delle cooperative sociali, ritenuto dagli inquirenti in strettissimi legami con Massimo Carminati. L’ex coordinatore nazionale per l’accoglienza dei richiedenti asilo, ha spiegato ai magistrati di “aver preso soldi da Buzzi per svolgere una sorta di ruolo di ‘facilitatore'”.

Lo scandalo di mafia capitale. Mafia Capitale, conosciuta anche come Cupola Romana o ancora Clan Carminati, è una delle organizzazioni criminali di stampo mafioso-politico-imprenditoriale che operava a Roma a partire circa dal 2000. Le radici di questa organizzazione si trovano a partire dalle rapine dei Nuclei Armati Rivoluzionari negli anni ottanta e successivamente nella banda della Magliana. Mafia capitale nel 2014 è stata oggetto dell’operazione Mondo di Mezzo, che ha posto fine alla sua attività criminale di tipo mafioso

I precedenti. Nell’aprile 2008, Franco Panzironi aiutava Gianni Alemanno nella sua campagna elettorale per diventare sindaco di Roma, con un apporto di un milione e mezzo di euro. Anche Riccardo Mancini aveva aiutato Gianni Alemanno, finanziandolo nella campagna del 2006 e come tesoriere nella campagna del 2008.
Il 28 aprile 2008, a Roma, Gianni Alemanno, divenuto sindaco, nominava Franco Panzironi a capo dell’AMA Spa, (Azienda Municipale Ambiente per la raccolta dei rifiuti di Roma)[7] e Riccardo Mancini alla guida di EUR Spa (azienda che si occupa della gestione e della valorizzazione del patrimonio mobiliare e immobiliare di sua proprietà all’interno del quartiere romano dell’Esposizione Universale di Roma). Franco Panzironi a capo dell’AMA Spa, è stato insidiato da Massimo Carminati e da Salvatore Buzzi, che hanno imposto negli ingranaggi operativi dell’azienda il direttore generale e un consigliere.

Anche Riccardo Mancini era stato messo a libro da Massimo Carminati ma era reticente, voleva far da solo, ritardava gli interventi ed è stato picchiato e poi scartato, anche perché è finito in carcere per aver preso, senza la protezione, 80.000 euro da solo, per una commessa di autobus.

Dal 2008, a Roma si rileva l’inefficienza delle società pubbliche, sprechi e disservizi. ATAC, Ama Spa,[10] Eur Spa, società con entroiti milionari dovrebbero essere fiorenti e invece sono in deficit permanente e hanno bisogno di continui sussidi di soldi dei contribuenti, elargiti dai dirigenti di Stato, per continuare a svolgere i servizi.  Nel 2010, a Roma, aveva preso il via un’indagine sul malaffare, per una intuizione del procuratore Pietro Saviotti e ha portato i frutti di un lavoro su scala molto ampia, durata quattro anni.

Il 26 settembre 2011, al largo delle coste di Alghero, la Guardia di finanza intercettava una barca con a bordo circa 500 chili di cocaina che tagliata e venduta al dettaglio avrebbe fruttato oltre 200 milioni di euro. Roberto Grilli, lo skipper finiva in carcere, si sentiva tradito da una cupola romana che controllava il traffico di cocaina e ha incominciato a fare il nome di Riccardo Brugia. Da queste dichiarazioni è partita l’indagine “Mondo di Mezzo”.  Il 12 dicembre 2012 il quotidiano l’Espresso pubblicò un articolo intitolato il Re Di Roma, riferendosi a Massimo Carminati come capo di una potente organizzazione criminale e che già aveva avuto grande clamore nella pubblica opinione. Il 2 dicembre 2013, a Roma, la società Servizi Ambientali Srl. controllata dall’AMA Spa, che gestiva la raccolta dei rifiuti nei piccoli comuni intorno a Roma, è stata dichiarata ufficialmente fallita dal Tribunale di Roma. L’amministratore delegato era stato Stefano Andrini, nominato da Gianni Alemanno e dimessosi per aver firmato un documento falso sulla finta residenza in Belgio del senatore Nicola Di Girolamo. Il 16 marzo 2014, a Roma, l’azienda Ama Servizi Ambientali Srl è andata in bancarotta, infatti nel suo bilancio mancano oltre 5 milioni di euro. Il successore di Andrini è stato Giovanni Fiscon, indagato per lo sversamento di rifiuti tossici in seguito al maltempo di febbraio a Ponte Malnone. Il 15 marzo 2014, a Roma, Daniele Fortini, il nuovo amministratore delegato dell’AMA Spa, con la pagina Amministrazione Trasparente, ha mandato on-line gli stipendi dei quadri e dei dirigenti dell’AMA Spa e i loro curriculum. Nel panorama mafioso romano il figlio Leonardo di Ernesto Diotallevi chiede al padre chi è il capo dei capi di Cosa Nostra a Roma e il padre gli risponde che teoricamente è lui stesso.[26] Prima di lui, Giuseppe Calò, stabilmente insediatosi a Roma sin dal 1973, ove veniva tratto in arresto il 30 marzo 1985. Ma oggi aveva importanza Giovanni De Carlo

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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