MAFIA CAPITALE: FISCON NEL MAXI PROCESSO, NO A RITO ABBREVIATO PER L'AD AMA

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Redazione

Roma – Finisce nel maxi-processo del 5 novembre prossimo di 'Mafia Capitale' la posizione dell'ex direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon. Il gup Anna Criscuolo ha bocciato la richiesta, avanzata dagli avvocati Salvatore e Federico Sciullo, di giudizio abbreviato condizionato all'audizione di una ventina di testimoni, in buona parte vecchi e nuovi dirigenti di Ama (come gli ex presidenti Daniela Valentini, Domenico Tudini, Giovanni Hermanin, Giorgio Benvenuti e l'attuale numero uno Daniele Fortini) oltre all'ex ad della stessa societa' municipalizzata dei rifiuti Franco Panzironi, all'ex sindaco Gianni Alemanno e al prefetto Goffredo Sottile, nella veste di commissario del governo per l'emergenza Rifiuti di Roma dal 2012 al gennaio del 2015.

 

Eur Spa «Non c'erano più le condizioni economico finanziarie per fare l'aumento di capitale. Non sarebbe bastato per fare un piano di ristrutturazione. Perchè un conto è salvare le aziende, un conto è garantire il futuro. Le decisioni che ha preso il ministero dell'Economia sono per garantire il futuro». A dirlo il sottosegretario all'Economia, Paola De Micheli, durante l'audizione in commissione Bilancio della Camera sulla situazione finanziaria di Eur spa, rispondendo a chi le chiedeva se la decisione di ritirare i 100 milioni di euro stanziati a favore di Eur spa nella passata legge di Stabilità fosse legata all'inchiesta Mafia Capitale. «L'azionista, cioè il ministero dell'Economia e delle Finanze- ha specificato De Micheli- come ho già spiegato, ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni per poter fare l'aumento di capitale di 100 milioni di euro. Questa decisione dell'azionista è stata regolarmente comunicata in assemblea e a seguito di questa decisione si sono prese le misure che si conoscono. Il salvataggio fatto una volta e poi dopo un anno o due tornano gli stessi problemi, non ha senso- ha detto infine- Quello che stiamo facendo è di garantire la continuità aziendale. Abbiamo ritenuto che gli strumenti messi in campo oggi fossero più utili dei 100 milioni di euro che c'erano in ballo un anno e mezzo fa»