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3 anni fail
Assoluzione per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, imputato nell’ambito del procedimento stralcio su ‘Mafia capitale’. Lo hanno deciso i giudici della Sesta sezione penale della Cassazione che hanno annullato senza rinvio le accuse per corruzione nei confronti di Alemanno.
I giudici hanno deciso inoltre di far svolgere un nuovo processo di appello per rideterminare la pena, riqualificando il reato in traffico di influenze, per la vicenda dello sblocco dei pagamenti di Eur Spa.
Il pg Perla Lori nella requisitoria aveva chiesto di confermare la condanna a 6 anni nei confronti di Alemanno sollecitando un nuovo processo di appello limitatamente alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici.
L’ex sindaco di Roma, presente ieri all’udienza in Cassazione, era stato condannato in primo grado nel febbraio 2019 a sei anni, sentenza confermata in appello lo scorso 23 ottobre. Una pena quasi doppia rispetto alla richiesta del sostituto procuratore generale Pietro Catalani che aveva sollecitato per l’ex sindaco una condanna a 3 anni e 6 mesi.
“Finisce un incubo durato 7 anni” ha commentato Alemanno. “Prima mafioso poi corrotto, resta solo piccolo traffico influenze”. “Non c’è più corruzione, niente più del fango che mi hanno tirato” aggiunge.
“Non possiamo che dirci soddisfatti dell’esito del ricorso che ha annullato tutte le ipotesi di corruzione”. Lo affermano i difensori di Gianni Alemanno, gli avvocati Cesare Placanica e Filippo Dinacci. “La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto già aveva statuito sulla vicenda dalla Corte di Cassazione e soprattutto non considerava che il Sindaco Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi, in alcune specifiche e, a nostro modo di vedere, lecite vicende, era stato giudicato completamente estraneo alle contestazioni di associazione ipotizzate dalla Procura, peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono occupate della intera vicenda”.
“Quando farete la targa ricordatevi che Alemanno assolto si scrive con due S. Grazie”. E’ questo il commento ironico, indirizzato a Virginia Raggi, Danilo Toninelli e Alessandro di Battista, postato su Facebook da Silvia Cirocchi, compagna dell’ex sindaco di Roma.
“Siamo felici dell’assoluzione di Gianni Alemanno, a cui va il nostro abbraccio. Abbiamo sempre avuto fiducia in lui ed eravamo convinti della sua estraneità” dice all’Adnkronos la leader di Fdi Giorgia Meloni, commentando la sentenza della Cassazione.
“Sentenza Cassazione Alemanno! Non è corruzione” scrive Salvatore Buzzi su Facebook. “Se la Procura mi avesse ritenuto credibile nell’estate del 2015, quando ho reso i primi interrogatori ci saremmo risparmiati tanto stress, tanta carcerazione, tanto tempo e non sarebbero andati sprecati i soldi di noi contribuenti. Se non è stata mafia e nemmeno corruzione, chi ripaga la città di Roma per i danni di immagine subiti nel mondo?”.
“Dispiace che il 23 luglio 2015 quando era in carcere durante l’interrogatorio Buzzi non venne ritenuto credibile quando negava l’accordo corruttivo”. Lo afferma all’Adnkronos il difensore di Salvatore Buzzi, avvocato Alessandro Diddi, dopo la sentenza della Cassazione sull’ex sindaco Gianni Alemanno. “A Buzzi sono state negate le attenuanti generiche, non era stato ritenuto credibile per non aver chiamato in correità Alemanno. A questo punto ci si attende un nuovo annullamento della sentenza di condanna di Buzzi”. “A distanza di sei anni – aggiunge – bisognerebbe riscrivere la storia giudiziaria di alcuni dei principali processi a Roma celebrati con l’ossessiva ricerca della mafia nella capitale”.
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