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di Cinzia Marchegiani
Mafia Capitale – L’hanno chiamata la tempesta perfetta che si sta per abbattere sulla Regione Lazio, nel dettaglio sui vertici del PD. La Regione Lazio è ora un sistema che potrebbe crollare assieme al castello eretto dagli uomini di fiducia che lo stesso Nicola Zingaretti ha nominato. Uomini chiave che sono finiti nel girone dantesco di Mafia Capitale, che ora sta facendo il giro di boa che potrebbe rastrellare quelli ancora non finiti nella rete.
Una storia squallida che parla di criminalità quotidiana e radicata nella vita politica della regione caratterizzato da evidenti vicende di corruzione e malaffare aventi come protagonisti amministratori pubblici e pubblici dirigenti. “La scelta dei vertici degli organi amministrativi e degli organi di diretta collaborazione doveva invero essere ispirata al principio di ‘precauzione’ – denuncia così l’intero gruppo consiliare del M5S – che invece è stato sinora disatteso da codesta Giunta regionale, con grave compromissione degli interessi pubblici.”
In data 24 marzo 2015 si dimetteva il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione, Maurizio Venafro, poiché indagato in una inchiesta collegata a quella denominata “Mafia Capitale”. Ma l’informazione di garanzia del Capo di Gabinetto risulta essere solo l’ultimo episodio di una serie di fatti che secondo il quadro investigativo offerto dagli inquirenti, porterebbe a comprovare l’influenza dell’associazione criminale facente capo agli arrestati Buzzi – Carminati sulla corrente Amministrazione regionale.In particolare, nel materiale investigativo già pubblicato si fa riferimento al coinvolgimento del direttore regionale Guido Magrini, in relazione ad un finanziamento di circa 16 milioni di euro da parte della Giunta regionale, nonché ad un soggetto non meglio identificato che percepiva da parte del sodalizio criminale uno stipendio di 2.500 euro al mese per tenere i rapporti con il presidente Zingaretti.
Dalle agenzie di stampa si scopre che sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma, Elisabetta Longo, direttrice della centrale unica di acquisti della Regione il cui incarico risulta conferito con Delibera della Giunta n. 92 del 30 aprile 2013, per fattispecie di reato connesse alla predetta indagine, sebbene la Stessa abbia poi smentito di essere sottoposta ad indagine per le vicende sopra citate.
Risultano altresì essere stati conferiti numerosi incarichi di responsabilità politica e amministrativa da questa Amministrazione a soggetti coinvolti in procedimenti giudiziari, oltre al citato Venafro, come:
-Raniero De Filippis, confermato dalla Giunta come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, nonostante avesse avuto una condanna con patteggiamento dal Tribunale Penale nel 2002 per abuso d’ufficio e una condanna nel 2012 con sentenza della Corte dei Conti n.357/2012 a risarcire la Regione € 750.000,00 per danno erariale; nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzato a traffico di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta “discarica di Malagrotta” e indagato anche per abuso di ufficio su una concessione di un’area nell’ambito dell’inchiesta su Marco di Stefano;
– Luca Fegatelli, è stato nominato dalla Giunta Zingaretti Presidente dell’Agenzia Regionale per i beni confiscati alla Mafia, nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzata a traffico di rifiuti nell’inchiesta “Discarica di Malagrotta”;
– Bruno Placidi, rimosso in precedenza da direttore dell’ARPA, subentrato nel 2014 all’arrestato De Filippis, come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, aveva subito una condanna da parte della Corte dei Conti per danno erariale e a risarcire la regione Lazio per quasi un milione di euro;
. Ilde Coiro, nominata Direttrice Generale dell’Ospedale San Giovanni in Roma, già condannata dalla Corte dei Conti in primo grado e in appello (sentenza n. 23581/2009 e 567/2012) per colpa grave relativa allo svolgimento di un corso risultato irregolare presso l’asl RM C;
. Alessio D’Amato, nominato nel 2013 dirigente alla Cabina di Regia SSR nell’ambito del Segretariato Generale, rinviato a giudizio per truffa su fondi pubblici;
. Luigi Macchitella nominato direttore generale dell’asl di Viterbo indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta “caro estinto”
. Ottaviani Roberto, nominato direttore della Direzione agricoltura, sviluppo rurale, caccia e pesca, è indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta a Viterbo denominata “macchina del fango”, in cui è indagata anche l’ex assessore regionale per l’Agricoltura, Angela Birindelli
. Maria Grazia Pompa, prima rimossa dall’incarico di dirigente ottenuto grazie ad un concorso fantasma, creato da De Filippis, nominata lo stesso giorno Vicedirettrice dell’ARPA Lazio, è indagata nell’inchiesta sui rifiuti di Malagrotta che ha portato all’arresto di Fegatelli e De Filippis
Lo stesso Tribunale Amministrativo del Lazio con le sentenze n.3658/2015 e n.3670/2015 annullava per gravi irregolarità le procedure di assunzione di 44 dirigenti regionali esterni voluti dalla corrente Amministrazione.
La Tempesta perfetta potrebbe coinvolgere altri personaggi illustri, ma il declino etico accertato emerso dalle carte investigative ancora non ha promosso azioni forti e decisive riguardo questa amministrazione e anche se sembra più un castello di carte pronto a crollare, Zingaretti nell’apparenza vuole dare il segnale di roccaforte di virtù e onestà lanciati a tempi di tweet. Per questo il gruppo consiliare del M5S ha chiesto con un documento la sfiducia nei confronti del Presidente della Regione Nicola Zingaretti e dell’intero Governo Regionale e chiedono la convocazione straordinaria del consiglio regionale ai sensi dell’art 43 dello Statuto per porre in votazione la su estesa Mozione che quivi formalmente presentano. La Giunta non ha posto in essere alcun atto concreto al fine di contenere detti fenomeni, e che anzi risultano coinvolti in gravi inchieste giudiziari, tra l’altro è stata bocciata una precedente mozione con cui si chiedeva alla Giunta di non nominare tra i dirigenti persone indagate.
Davide Barillari rilancia e chiede ai consiglieri dell’opposizione di appoggiare la loro mozione di sfiducia del Governo Regionale piddiino alla luce delle recenti vicende, e al culmine di due anni di governo che nulla di buono ha prodotto con riferimento ai settori che sono il cuore della gestione regionale: rifiuti, trasporti, sanità, infrastrutture, trasparenza amministrativa, enti locali, agenzie ed enti dipendenti della regione, costi della politica etc. Per essere discussa e votata, ai sensi dell'art. 43 dello statuto, occorrono 11 firme.
Lascio o non lascio? Dubbio amletico che in altri paesi europei avrebbe dato già risposte concrete, per il rispetto ai cittadini che guardano sgomenti le notizie che repentinamente parlano di poltica e criminalità organizzata.
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