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Roma

MAFIA CAPITALE E LO SCANDALO DELLA SANITA': GIUNTA ZINGARETTI NELLA BUFERA

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Tempo di lettura 7 minuti Finanziamenti milionari alla clinica Colle Cesarano: I consiglieri M5S consegnano il dossier alla Procura di Roma

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di Cinzia Marchegiani

Sulla clinica psichiatrica Colle Cesarano di Tivoli troppe ombre e misteri fanno finire questa struttura al centro di una grande inchiesta che il M5S alla Regione Lazio ha voluto sollevare. Un luogo incontrastato e centrale delle intercettazioni di Mafia Capitale, la clinica diventa una bella torta a molti zeri e nel 2011 anche un centro accoglienza Agorà gestito dalle stesse cooperative di Salvatore Buzzi.


Colle Cesarano, dopo l’insediamento di Nicola Zingaretti alla Presidenza della Regione Lazio riceve l’accreditamento e un cospicuo aumento del budget annuale che passa da 8,5 milioni di euro a 9 milioni di euro.
Sulla clinica ancora una volta ritorna la figura dell’ex capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio Marco Vincenzi, dimessosi dalla carica lo scorso 9 giugno 2015.


La storia di questa clinica vede il proprietario fino al 2003, Aurelio Casati, raccontare in un’intervista di essere stato costretto a pagare una tangente del 2 percento ad alcuni funzionari delle Asl per ottenere i risarcimenti pubblici che gli sarebbero comunque spettati per legge e di aver chiesto aiuto tra il 1998 e il 1999 anche a Marco Vincenzi, allora direttore sanitario di Tivoli Terme. A causa dei ritardi relativi i pagamenti della Asl, purtroppo Casati si vide costretto a cedere la proprietà alla società Geress SpA, dove poi entrerà Manfredino Genova, il quale veniva contattato da Salvatore Buzzi per parlare di come gestire il business dei migranti.

IL CASO AURELIO CASATI, LA PROCURA DI TIVOLI E IL DOCUMENTO
Aurelio Casati, ex presidente del consiglio di amministrazione della clinica Colle Cesarano, a gennaio del 2011 aveva richiesto un incontro urgente al Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli Gabriella Fazi.
Dall’articolo a firma di Giuliano Ghirlando su Antimafiaduemila si scopre un documento importante dal quale si evince che il Magistrato Fazi, dopo aver letto la richiesta di Aurelio Casati di poter essere ascoltato, poiché riteneva di avere informazioni di rilevanza penale, non accoglie la richiesta e risponde motivando "allo stato non è possibile per ragioni attinenti a motivi d'ufficio".
Nella richiesta ad essere ascoltato dal Magistrato Aurelio Casati ripercorreva la sua storia giudiziaria, dove emergevano importanti e sensibili informazioni proprio sulla clinica Colle Cesarano e sugli attori che ne avevano determinato la vendita alla Geress.
Il Casati aveva ricoperto la carica di presidente del Consiglio di Amministrazione della società Centro Clinica Colle Cesarano S.p.A., con sede a Tivoli, fino alla revoca da parte del Tribunale di Tivoli (decreto del 16 luglio 2004). Aurelio Casati specificava, inoltre, nella richiesta presentata al Magistrato di poter essere ascoltato, di essere stato assolto da tutti i reati precedentemente ascrittigli. Questo a conclusione di una lunga indagine della Procura.
Nella richiesta di incontro urgente con il Sostituto Procuratore, Aurelio Casati sollecitava inoltre opportune indagini in merito alle ipotesi di azioni estorsive ai danni della società e dello stesso Casati nel periodo in cui ricopriva la carica di amministratore e di socio di minoranza. Nel documento particolare importanza acquisisce la sentenza dove era passata in giudicato del Tribunale di Roma del 30 giugno 2009 di assoluzione dai reati attribuiti al Casati, la quale potrebbe diventare una pista da seguire per le future indagini. La stessa sentenza dichiara infatti che il fatto non sussisteva e nel dispositivo si dava atto che la crisi finanziaria società del Casati era stata determinata dal comportamento ingiustificato della ASL Roma G, la quale non avrebbe onorato i pagamenti verso la società Clinica Colle Cesarano.

MARCO VINCENZI, COLLE CESARANO E L'INTERROGAZIONE DEL M5S AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO DANIELE LEODORI
I consiglieri regionali del M5S in Regione Lazio Davide Barillari e Devid Porrello hanno presentato un’interrogazione indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio On. Daniele Leodori “Riscontro requisiti minimi Casa di Cura Colle Cesarano e revoca accreditamento” dove si interroga il Presidente della Giunta Regionale, Nicola Zingaretti, chiedendo di confermare il mancato riscontro dei requisiti minimi per la struttura di Colle Cesarano e di chiarire ogni aspetto legato alla gestione del centro migranti in relazione all'inchiesta di mafia capitale e alle sue relazioni con Marco Vincenzi (ex capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio), quindi di procedere con la revoca dell'accreditamento con la Regione Lazio.

Si legge: “Durante la seduta d'aula del 17.06.2015 dedicata alla mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti, viene annunciato ufficialmente che i consiglieri del M5S consegneranno carte ed emendamenti alla Procura di Roma che cercherà riscontri e valuterà eventuali illeciti, di certo negli atti sono già finiti gli incontri tra Marco Vincenzi (Ex capogruppo PD in Regione Lazio) e Salvatore Buzzi, per l'inchiesta mafia capitale. Uno il 12 settembre 2014 a Villa Adriana (Tivoli) “dove Buzzi consegnava a Vincenzi un foglietto”, e poi una cena annunciata da Buzzi: “Stasera vado da Vincenzi.. che è il padrone de Tivoli.. a cena e gli faccio un p.. poi vedemo se me riesce”. Salvatore Buzzi annota (sul suo diario n.d.R.) anche un appuntamento e una località: Colle Cesarano. Questa struttura, rappresenta quindi un luogo “importante”, non solo per questioni prettamente sanitarie ed assistenziali, ma anche un luogo importante “politicamente”… come dimostrano le intercettazioni di Buzzi. Colle Cesarano è alle porte di Tivoli, dove l'ex capogruppo del partito Democratico in Regione Lazio Marco Vincenzi è stato sindaco. E intanto a Colle Cesarano è nato nel 2011 il Centro Agorà, un centro migranti gestito proprio dalla cooperative di Buzzi, e a giugno 2014 la Regione Lazio ha riconosciuto l’edificabilità all’area in variante al piano regolatore vigente”.

IL BLITZ NOTTURNO ALLA CASA DI CURA COLLE CESARANO – TIVOLI.
Il Consigliere Davide Barillari M5S assieme al deputato Massimo Baroni e ai sindacalisti del Si-cel, lo stesso giorno (23.06.2015) della presentazione dell’interrogazione in Regione Lazio si sono presentati verso le ore 23:00 davanti ai cancelli della Clinica Colle Cesarano decisi ad entrare. Ma nonostante la legittimità dell’accesso, il varco non si apre. Dopo un'attesa di circa 30 minuti venivano chiamati i carabinieri e veniva avvisato della situazione il comandante di Tivoli. La pattuglia arrivata di corsa, non riuscirà ad avere nessuna risposta al citofono della clinica, nonostante la volante abbia acceso i lampeggianti ed i carabinieri abbiano intimato l'accesso immediato delle Forze dell'ordine. Solo dopo un’ora all’arrivo dei proprietari della struttura su un suv bianco, giunto di corsa direttamente da Roma, è stato possibile effettuare l’accesso.
Gli autori del blitz vogliono vederci chiaro se sia una coincidenza che la Regione Lazio nel giugno 2014 abbia riconosciuto l'edificabilità all'area in variante al piano regolatore vigente, con lo scopo di costruire un grande centro immigrati.
“Sappiamo inoltre che fino al 2003 venivano pagate tangenti ad alcuni funzionari delle Asl per ottenere risarcimenti pubblici. – Ha dichiarato il consigliere Barillari – Scopriamo poi che fra i proprietari della struttura di Colle Cesarano, c'è un tale Manfredino Genova… contattato sempre da Buzzi per parlare di come gestire il business dei migranti”
Una volta entrati, gli artefici del blitz visitano tutti i reparti dove sapevano di trovare forti criticità e dubbi, e hanno cercato di parlare con i lavoratori, ma non tutti erano disponibili a parlare. Il clima viene descritto “pesante… eravamo scortati a vista dall'avvocato della struttura e dalla schiera dei proprietari, dirigenti, amministratori”.
Il Movimento 5 Stelle cerca fra mille reticenze e mille omissioni, di analizzare, da due anni, le opacità che rivestono la struttura sanitaria di Colle Cesarano, e ha presentato ben 6 interrogazioni al governatore Nicola Zingaretti e secondo i pentastellati ricevendo solo risposte incomplete e parziali.

IL REPORT DEL BLITZ.

L’obiettivo primario del blitz a Colle Cesarano era quello di verificare i requisiti minimi per l’accreditamento dato dalla Regione Lazio, alcune notizie sono state date direttamente dai responsabili (pianta organica, presenze nei turni notturni), ma la parte mancante doveva essere consegnata il giorno dopo, in base agli accordi presi la sera stessa. La planimetria ed i fogli turni mensili non sono stati più consegnati, poiché la dirigenza della struttura, facendo un passo indietro, si è dichiarata non più disponibile a fornire ulteriori dati.
Nell'interrogazione presentata dal M5S in aula lo scorso 23 giugno 2015, la Regione Lazio confermava ufficialmente la perfetta regolarità dei requisiti, che invece i consiglieri pentastellati contestavano sulla base dei dati oggettivi già in loro possesso.

 

LA MANCANZA DI ORGANICO.

Nelle oltre quattro ore di visita alla struttura, si è discusso principalmente della mancanza di organico evidenziata reparto per reparto: OTA e OSS che svolgono mansioni non appropriate per il loro ruolo, personale che esce dalla struttura per andare a comprare medicine in farmacia, lasciando i pazienti soli o in carico a un solo operatore.
Dai calcoli del sindacato Si-cel, confermati dai consiglieri M5S, risulterebbero mancanti 33 figure professionali specializzate necessarie al funzionamento ottimale della struttura. E la clinica nel recente passato ha avviato ben due cicli di licenziamenti di personale.
La struttura, pertanto, non sembrerebbe operare in maniera adeguata al finanziamento ricevuto dalla Regione Lazio (circa 8 milioni di euro come rimborso alle prestazioni erogate).
Dal report che M5S e Si-cel hanno rilasciato, si apprende che le responsabilità appaiono molto chiare, si legge:
– Geress spa, che nonostante all'apparenza fornisca informazioni dettagliate e accolga tutti i visitatori con grandi sorrisi, non ha ancora chiarito i tanti, troppi aspetti oscuri relativi alla gestione economica e sanitaria della casa di cura di Colle Cesarano.
– Asl RMG, che in tutti questi anni effettua periodici controlli ed ispezioni ma non ha mai trovato nulla di strano. Come mai? (ieri, dopo la nostra interrogazione in consiglio regionale, guarda caso arriva un'altra ispezione della Asl…)
– Marco Vincenzi, e il PD del Lazio, che su questa struttura sembrano avere un particolare interesse….e non solo loro, come dimostrano le intercettazioni dell'inchiesta su mafia capitale
– Regione Lazio, che ha garantito troppo facilmente a Colle Cesarano l'accreditamento definitivo, e anno dopo anno finanziano questa struttura con un badget fra i più alti di tutte le strutture private laziali
– L'Assessore Visini, che solo l'altro ieri in risposta all'ultima interrogazione in aula del M5S, ha dichiarato che la struttura è perfettamente in regola e ha tutti i requisiti necessari per effettuare a pieno la sua attività..

LA RICHIESTA DI REVOCA DELL’ACCREDITO.

Il Movimento 5 Stelle ha già chiesto più volte, motivandola, la revoca dell'accreditamento della struttura sanitaria neuropsichiatrica e riabilitativa di Colle Cesarano, di proprietà della Geress SPA, ottenendo "solo un anomalo silenzio da parte di Nicola Zingaretti e di tutta la Direzione regionale Salute e Integrazione Socio sanitaria della Regione Lazio".

LA DENUCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA.

Dal Movimento 5 Stelle in Regione Lazio fanno sapere che completeranno le ultime verifiche legali, quindi presenteranno nei prossimi giorni una denuncia alla Procura della Repubblica, confidando che la magistratura, con tutti gli elementi, le prove ed i documenti che avrà in suo possesso, possa intervenire al più presto per chiarire una volta per tutte dove sta "la verità" in tutta questa complicata faccenda.
Sembra che di questa gelatinosa e alquanto oscura gestione della clinica Colle Cesarano dovrà occuparsene la Procura di Roma, che sembra abbia già sulla propria scrivania una massiccia documentazione, oltre quella proveniente dagli interrogatori effettuati a Salvatore Buzzi. La Procura di Roma potrebbe procedere nel dipanare finalmente il fallimento della gestione Casati della Colle Cesarano, d’altronde la sentenza ha ricostruito che per colpa della crisi finanziaria, e dei pagamenti non pervenuti dalla Asl RmG ad Aurelio Casati, lo stesso ingegnere ha dovuto vendere alla Geress SPA.
Tutto è in mano alla magistratura romana. Sotto i riflettori potenti una matassa ricca e alimentata da intrecci politici, cooperative, leggi ad hoc e… strani cappelli a cilindro.

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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