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Redazione Lazio

MAFIA CAPITALE, BUZZI VUOTA IL SACCO: DALLA REGIONE AL CAMPIDOGLIO, DA MARINO A ZINGARETTI.

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Tempo di lettura 5 minuti Buzzi imbraccia una mitraglietta carica di verità potenziali, ed apre il fuco in direzione del Campidoglio e della Regione Lazio, ricostruendo gran parte del mondo in cui ha vissuto.

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di Matteo La Stella
Roma
– Non si ferma l'inchiesta che dallo scorso dicembre sta mietendo vittime all'interno dei palazzi del potere capitolino.

La prima stoccata al “Mondo di mezzo” era stata affondata sulle note cantate da Roberto Grilli, lo skipper della coca che aveva iniziato a collaborare con la procura di Roma. Le indicazioni fornite da quest'ultimo avevano instradato il lavoro dei Ros e dei magistrati, capace di accendere i riflettori sull'esercito in forza al business della politica. Uno stop ad alta tensione, poi, aveva preceduto la stoccata al così detto “Mondo disopra”, quello dei politici corrotti, degli appalti mai appaltati e dei favori dietro compenso. Uno spaccato sorto nel mare della politica, solcato poi dal peschereccio della giustizia che aveva iniziato ad issare a bordo i pesci grossi, politici ben informati sull'ingranaggio del malaffare; fonti da cui attingere informazioni per continuare ad alimentare le indagini. Tanta carne al fuoco che, però, brucia solo in parte poichè le parole di alcuni "signori" chiamati in causa nell'inchiesta, lasciano il tempo che trovano.

Negli ultimi mesi, ad ogni modo, i procuratori romani sono stati impegnati fuori sede, a Cagliari per l'esattezza, nel carcere di Badu'e Carros dove da dicembre scorso è rinchiuso l'ex ras delle coperative, Salvatore Buzzi, desideroso di offrire collaborazione alla giustizia. Tanto impaziente da sollecitare più volte l'interrogatorio per cambiare le sue sorti difronte all'Autorità Giudiziaria, da mattatore ad agnello del sistema. L'interrogatorio arriva nelle giornate del 23 e 24 giugno, quando Buzzi, issato sul ponte dell'imbarcazione fregiata sullo scafo dal nome “Giustizia”, si gonfia come un pesce palla, pronto a puntellare chiunque con i suoi spilli dolorosi. Durante l'interrogatorio, tenuto dal Procuratore aggiunto Michele Prestipino insieme al sostituto Paolo Ielo, l'imprenditore ammette tutto ciò che lo incastra nelle intercettazioni. In seconda battuta, poi, racconta episodi vissuti in prima persona, conditi spesso e volentieri da deduzioni e voci di terzi raccolte qua e là, scrivendo, da grande conoscitore, l'ultimo capitolo emerso fin'ora, di un libro a cui mancano ancora quintali di pagine. Buzzi, quindi, imbraccia una mitraglietta carica di verità potenziali, ed apre il fuco in direzione del Campidoglio e della Regione Lazio, ricostruendo gran parte del mondo in cui ha vissuto, convinto che il fine giustifica i mezzi, e che quindi :” Per un fine nobile- fosse giusto utilizzare- mezzi, diciamo, ignobili”.

Appalti senza bando in Campidoglio. Durante il colloquio con i procuratori, il ras delle cooperative punta l'arma sul Campidoglio. Apre il fuoco a più riprese, centrando anche quella che definisce l'”invadenza della politica”. Cita il sindaco Ignazio Marino, da lui definito “marziano”, per un appalto da 78 milioni gestito senza bando di gara. Qui, secondo l'indagato, entrerebbe in scena l'”invadenza della politica”, subentrata insieme al sindaco-chirurgo, poiché, spiega:”Con il cambio di giunta che c'è tra Alemanno e Marino, c'abbiamo che la politica… gli assessori contano di meno, si interessano di meno dei processi amministrativi, e quindi prevalgono i dirigenti”. Il primo cittadino, dunque, secondo Buzzi:”Ha fatto gestire un appalto da 78 milioni di euro. Una cosa scandalosa” commenta. La bozza di progetto, stando sempre alle parole di Buzzi, riguarderebbe uno Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati). In mancanza di posti per i rifugiati, ne sarebbero stati messi al bando 18mila con offerta al ribbasso.

Zingaretti e il palazzo della Provincia.
Il signore della coop “29 giugno” ricarica la mitraglietta, gira il tronco e cattura nel mirino gli affari di Via della Pisana. Buzzi, in questo caso, filtra le parole di un altra testa mozzata nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale: Luca Odevaine, ex capo di gabinetto di Veltroni, già in carcere da tempo,  “Dopo che è andato via Veltroni, Odevaine è rimasto disoccupato, e Zingaretti lo ha nominato capo della Polizia provinciale”, spiega Buzzi. “ È lui-continua- che mi ha detto dell'operazione Parnasi, del palazzo della Provincia. Insomma Odevaine mi ha detto di Zingaretti. E mi ha raccontato 'sta cosa, che praticamente li le operazioni sporche le facevano Cionci, Cavicchia e Venafro. E a questo proposito mi ha detto dell'acquisto della sede della provincia”. Ielo allora ribatte:” Quindi sapeva che erano operazioni sporche”. “Si- risponde Buzzi- operazioni poco trasparenti”. Successivamente Buzzi spiega quelle che secondo lui sarebbero state le modalità per l'acquisizione del palazzo della Provincia, dettate dall'amico Odevaine, con cui dice di avere rapporti stretti dal 2011-2012. Odevaine:”mi racconta che la sede della provincia è stata comprata dal costruttore Parnasi, con contratto di acquisto, pre- contratto di acquisto… praticamente prima ancora di costruì l'immobile io già l'avevo venduto a lei -specifica Salvatore Buzzi, prima di commentare- pure io sarei capace a costruì così”. Il sostituto procuratore Paolo Ielo, allora, incalza chiedendo al re delle cooperative di farsi capire meglio. L'indagato, quindi, inizia ad entrare ancor più nel merito:” Ha visto i grattacieli che stanno all'Eur, Euroma…? Uno di quei due là è diventato la sede della Provincia, quando già si sapeva che la Provincia sarebbe stata soppressa. Quindi viene bandita la gara, Parnasi la vince.” Senza quell'operazione, aggiunge, il costruttore sarebbe andato fallito. In seguito, Buzzi, lascia trasparire altre indiscrezioni confidategli da Odevaine, riguardanti i guadagni della “cricca”. “Mi disse Odevaine” Che pensi che 'sta operazione l'hanno fatta gratis lì? I soldi che ci hanno fatto Cavicchia e compagnia ci possono andare avanti per generazioni.” Mi dice anche chi ha preso i soldi: Cavicchia, Cionci, Venafro e Zingaretti, Cionci per Zingaretti ovviamente”. Il sostituto procuratore, allora chiede se i personaggi tirati in ballo avessero preso tangenti, e soprattutto in che modo. Per tutta risposta, Buzzi conclude: “Lui racconta questi episodi, che poi alcune volte so' veri, alcune volte non so' veri”.

Assunzioni di favore.
Dai racconti di Salvatore Buzzi, però, emerge altro. La testa di serie di Via della Pisana, oltre ad aver percepito il denaro per la vendita del Palazzo della Provincia tramite l'imprenditore Cionci, avrebbe anche favorito l'assunzione,sempre secondo l'indagato, dell'ex cognato al Cns. Passaggio per cui, Zingaretti, avrebbe fatto affidamento su Pino Cinquanta, ex dirigente della cooperativa coinvolta nell'inchiesta di Napoli per i ponti aperti tra la società Cpl Concordia ed il clan dei Casalesi. Insomma, per Salvatore Buzzi:”Praticamente loro c'avevano questo rapporto storico con il presidente della Regione- si riferisce ad Odevaine e Cinquanta- che era il presidente della Provincia, insomma con Zingaretti. E questo rapporto storico…nell'assunzione dell’ex cognato, perché gli avevano assunto anche il cognato che lavorava nel Cns, che aveva avuto un'esperienza… gli avevano messo addirittura una piccola impresa, l'impresa era fallita, loro avevano preso ed avevano assunto 'sto ragazzo, non mi riesco a ricordare…cognato di Zingaretti…perché gli aveva chiesto Zingaretti questa cortesia, quindi era un rapporto che io sapevo molto forte. Cioè praticamente dottore, se no non ci capiamo, noi nasciamo come componente del Partito democratico, la componente di Marroni, D'Alema…qui stiamo in un'altra componente, stiamo nella componente Bettini-Zingaretti, sono come se fossero due partiti diversi”. Il Portavoce di Nicola Zingaretti, Andrea Cappelli, smentisce categoricamente la tesi sostenuta da Buzzi: ”Zingaretti non ha un cognato, con Cinquanta non parla da 10-15 anni e non ha mai chiesto assunzioni per nessuno”. Intanto, il numero uno della regione Lazio risponde con violenza alle accuse, e lo fa dal consiglio regionale:” Mai presi soldi per la vicenda del nuovo palazzo della Provincia… Ora chi è accusato dal carcere accusa. Io credo che l'accusato abbia il diritto di mentire sulle proprie responsabilità, ma non di calunniare terzi. Il signor Buzzi- rincara la dose Zingaretti- vuole passare è per una persona vessata dalla politica, vuole sottrarsi dall'accusa di associazione mafiosa. Ora risponderà di tutto ciò difronte alla giustizia- tuona Zingaretti- ho conferito mandato ai miei legali di querelarlo”. 

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Cronaca

Roma, via Mezzoiuso nel degrado: Cittadini in piazza per la legalità

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Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00

Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00 i cittadini di Via Mezzoiuso manifesteranno per un ritorno alla legalità nel loro quartiere. È una questione che abbiamo seguito durante questa estate mostrando senza filtri il grave stato di illegalità e di insicurezza che questi cittadine e queste cittadine stanno vivendo.

Spazi comunali, a quanto ci dicono gli organizzatori della manifestazione, occupati abusivamente; baracche senza alcun servizio igienico trasformate in abitazioni di fortuna; accumulo seriale di immondizia e materiali pericolosi che hanno generato incendi gravissimi nel territorio.

Una vera e propria “sacca di illegalità” contro la quale i cittadini, riuniti in comitato spontaneo, stanno combattendo non volendo cedere nemmeno di un millimetro dalla loro posizione.

Accompagnammo, alla fine di luglio, l’amministratore di condominio, Monia Lustri, alla riunione della Commissione Sicurezza del VI Municipio richiesta proprio dai cittadini di via Mezzojuso per capire le ragioni di queste “immobilismo” da parte delle Istituzioni.


Anche stavolta abbiamo incontrato l’amministratore Monia Lustri alla quale abbiamo rivolto alcune domande:
Monia ci rincontriamo di nuovo e già ti dico che il 28 settembre come Osservatore d’Italia saremo presenti alla manifestazione proprio per documentare la vostra richiesta di legalità.


Ti faccio la prima domanda: avete deciso di organizzare questa manifestazione, come mi dicevi nelle tante telefonate di questi giorni, che la misura è colma.
Ma le promesse, le aspettative da parte delle Istituzioni, scusami, sono venute meno?

Buongiorno in realtà io non sono di Borghesiana ma rappresento alcune persone, miei condomini, che sono esasperati da una situazione ormai invivibile che non vede luce di essere fermata.
Non si riesce a capire chi abbia la competenza su cosa e perché non venga esercitata.
Come Amministratore del condominio interessato maggiormente dal problema, debbo rilevare l’annosa problematica che tale situazione ci porta, sia per la mole notevole di topi, entrati addirittura dentro gli appartamenti di alcuni condomini al piano terra, devastando tutto ciò che hanno trovato in giardino, sia trovandoli dentro le parti comuni del condominio e al piano 4 ultimo di 5 piani, accessibile con le parti comuni.
Per il pericolo che tale situazione comporta alla sicurezza dei condomini e del fabbricato poiché c’è una rampa privata in cui abbiamo scoperto esserci buttati a terra e accatastati: una ventina di estintori, dei motori di condizionatori, degli split, delle biciclette, dei monopattini, stendino e tanto altro creando il solito mucchio che se va a fuoco mette in serio pericolo tutto il fabbricato con i condomini o terzi, se non pure il vicinato.
Già dal mio esposto del 4/4/24 protocollato a tutti i soggetti interessati del Municipio VI Roma delle Torri e alla Polizia Locale del VI municipio di Roma delle Torri, tutto ciò che è seguito è il numero dei due protocolli: ad oggi ho capito che posso serenamente incorniciarli.

l’incendio avvenuto il 12 luglio 2024 in via Mezzoiuso

Non è servito a prevenire quanto è avvenuto in data 12 luglio 2024 in quanto un bruttissimo incendio in una proprietà, in buona parte privata, e il retro accessibile dal privato e non recintato, del Demanio, che ha bruciato una quantità spaventosa di materiali, baracchette, bombole del gas, scaldabagni o caldaie, e tanti altri che hanno portato un rischio per le stesse persone che ci vivono a tutt’oggi, a un dispendio notevole a tutt’oggi si sa che è stato a carico della collettività per lo spegnimento e la bonifica del luogo.
Non è ancora dato sapere se questi costi sono stati imputati ai proprietari che mettono a vivere in queste baracche prive di fogne e priva di acqua potabile delle persone di colore.
Senza alcun controllo dell’utilizzo che ne viene fatto.
Non risultano interventi di identificazione nonostante il giorno dell’incendio in un video si nota uno degli ospiti in asciugamano arancione accanto al camion dei vigili del fuoco intenti a cercare di spegnere le notevoli fiamme. Operazione durata tantissime ore. Che ha impiegato almeno una ventina di pattuglie della polizia di Stato per chiudere e monitorare per ore tutte le vie di accesso per interdirle. Non risulta alcuna operazione per fermare questo fenomeno.
Nonostante non solo i molti mesi passati dall’esposto ma almeno un anno o due dalle varie segnalazioni bonarie inviate per whatsapp al presidente anche per altre questioni anomale che riguardavano il contesto collegato relativamente all’acqua del condominio, argomento, questo, di notevole importanza di cui si potrà parlare successivamente.
Tale situazione porta accumuli di spazzatura mostruosi abbandonati a terra e attaccati ai nostri secchioni condominiali. Cosa che fa rizzare i capelli agli operatori della stessa Ama che puntualmente se la prendono con i miei condomini che invece, nella maggior parte, la differenziata la fanno bene
Insomma una situazione pesante che viene vissuta malissimo da tutto il vicinato che sinceramente non ne può proprio più.
Esserci rivolti al municipio non ha portato assolutamente ad alcun concreto interesse da parte loro a risolvere il problema.

IL VIDEO ESCLUSIVO DELL’INCENDIO IN VIA MEZZOIUSO DEL 12 LUGLIO 2024

La commissione che è stata convocata su mia richiesta al consigliere Licopodio era generica e non identificava il luogo come privato con persone messe li dai privati, ma veniva identificato come uno dei tanti accampamenti abusivi nati spontaneamente.
Non veniva citato minimamente che si trattasse di un terreno privato che non ha alcuna limitazione ad estendersi sulla parte pubblica del retro baracche.
La recinzione anche con muro e ringhiera da anni per strada e mai sistemata sta solo sul davanti che recinta la proprietà privata.
Nella convocazione si sono scordati di convocarmi nonostante la richiesta partiva da me. Mi diceva Licopodio quando mi ha invitata tramite Messenger di fb che non avevano i miei dati: poteva chiederli visto che ci eravamo sentiti svariate volte.
In effettivamente siamo molto sfiduciati e vediamo molto lontano un serio intervento delle istituzioni.

Quello che vi preoccupa, oltre alla situazione che state vivendo come cittadini, è la situazione ai limiti della decenza, delle persone che vivono nelle baracche e che sono, a vostro dire, vittime di un “vortice di situazioni” che li porta a vivere nella illegalità.
Ci preoccupa che sembra che alcuni cittadini abbiano carta bianca per far ciò che vogliono ed altri devono rispettare le leggi altrimenti su questi si agisce.
Quindi non riesco a spiegarmi perché non viene applicato lo stesso metodo su tutti.
E ci sono molti altri casi che possono far ciò che vogliono o lo fanno perché puntualmente i controlli li non vanno nemmeno a seguito di precise segnalazioni e questo onestamente è un tema che vorremmo estendere e che ci venga chiarito. Non riguarda solo questo caso.
Beh non saprei se le persone messe lì sono vittime.
Sarei invece interessata a sapere di cosa campano, perché ciò che vediamo accadere quotidianamente apre a molti dubbi ma non siamo noi cittadini a doverli approfondire.
Ci sono situazioni strane che accadono tipo le molte consegne a delle macchine che si fermano lungo la strada, consegne di cosa non è dato sapere.
Si sa solo che da moltissimo tempo, qualche anno, accade ciclicamente ma in orari sempre diversi e giorni diversi.
L’unica persona che risulta fermata a fine luglio di notte era il figlio di una condomina che rientrava dal lavoro. Persona che fa parte del gruppo non piccolo che lamenta e soffre di questa situazione che svaluta notevolmente anche i loro stessi appartamenti oltre la qualità di vita.

una delle “consegne” che avvengono per strada in via Mezzoiuso

Allora l’appuntamento è sabato 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00.
Cosa vi aspettate che succeda?

Il 28 settembre 2024 è previsto un Sit In in cui parteciperanno tutte le persone gravemente colpite da questa incessante situazione vivono ormai nel terrore che possa esplodere qualcosa.
E sinceramente anche io. Parliamo della situazione collegata sotto il palazzo.
Cosa ci aspettiamo? Che chi di competenza non perda più tempo ed intervenga poiché presumo abbiano in tal senso un obbligo giuridico.

È una donna combattiva Monia Lustri ed unisce alla sua la forza che gli viene dalle decine di donne, di mamme che vivono in via Mezzoiuso e chiedono, ormai da troppo tempo, di vivere in un luogo dove regni la legalità ed il rispetto perché ci dice alla fine: … che messaggio stiamo dando alle nuove generazioni?

Seguiremo, come sempre, l’evolversi di questa battaglia di legalità e, come sempre, se volete evidenziare criticità nelle vostre zone basta scrivere alla nostra redazione.
Vorrei aggiungere, ci dice in ultima battuta Monia Lustri, che basta vedere la situazione ai due leoni a San Biagio Platani, situazione molto diversa, per capire che se gli interventi non sono sufficienti le situazioni gravi continuano a sovrastare gli spazi pubblici e privati e si estendono come sta accade di lì.
A fine agosto dovevo incontrarmi con il titolare di una ditta e mi ero scordata che il bar riapriva il 2 settembre ebbi la pessima idea di andarci a piedi. Verso le 14 … arrivato il titolare della ditta mi ha detto che era stato addirittura fermato da dei tizi per sapere dove andasse.
Siamo proprio oltre la soglia.

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Castelli Romani

Velletri si prepara alla 93esima Festa dell’Uva e dei Vini: un weekend di tradizione e cultura

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Il 21 e 22 settembre 2024, il centro storico si trasformerà in un palcoscenico di sapori, musica e folklore

Velletri si appresta a celebrare la sua storica Festa dell’Uva e dei Vini, giunta alla 93esima edizione. L’evento, organizzato dalla Fondazione De Cultura e patrocinato dal Comune di Velletri, dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, si terrà il 21 e 22 settembre 2024.

Il centro storico della città, da Piazza Garibaldi a Piazza Caduti sul Lavoro, sarà il cuore pulsante della manifestazione. Stand enogastronomici, degustazioni, attività culturali e spettacoli animeranno le vie e le piazze, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nelle tradizioni locali.

Tra gli eventi in programma, spiccano i Tour nelle Cantine Vinicole e il Salotto del Vino nelle principali piazze. L’inaugurazione ufficiale, sabato alle 16, vedrà la partecipazione della Banda Città di Velletri Umberto Cavola e il corteo delle associazioni folkloristiche.

Non mancheranno momenti di intrattenimento per tutte le età: dalla Corsa delle Botti alla pigiatura tradizionale, dai concerti agli spettacoli degli Sbandieratori. Per i più piccoli, sono previste attività dedicate nel Camelieto.

La domenica si aprirà con il raduno dei Bersaglieri e proseguirà con una serie di eventi, tra cui la cerimonia di riempimento delle Botti e spettacoli musicali. La serata si concluderà con il gran concerto finale di Greg e the Frigidaires in Piazza Caduti sul Lavoro.

L’edizione 2024 si propone di valorizzare ogni angolo del centro storico, coinvolgendo attività commerciali e monumenti. L’obiettivo è offrire ai cittadini e ai turisti un’esperienza unica, che coniughi tradizione, cultura e divertimento.

La manifestazione è resa possibile grazie al supporto di numerosi sponsor locali e all’impegno degli organizzatori. L’appuntamento è per tutti a Velletri, il 21 e 22 settembre, per due giorni di festa all’insegna della tradizione enogastronomica e culturale del territorio.

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Roma

Aggressione shock a Roma: coppia rincorsa da un uomo con un’ascia sulla via Cassia

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I Carabinieri arrestano un 43enne per tentato omicidio, cittadini sconvolti dall’accaduto

Una tranquilla serata sulla via Cassia si è trasformata in un incubo per una coppia di fidanzati, vittime di una violenta aggressione. Alle ore 19:30 circa, all’altezza del civico 700, i due giovani sono stati attaccati da un uomo in evidente stato di alterazione, presumibilmente dovuta all’assunzione di alcol. Il 43enne, di origine srilankese, li avrebbe prima insultati senza motivo apparente, poi avrebbe afferrato una bottiglia di vetro rotta e, successivamente, un’ascia, minacciandoli con l’urlo agghiacciante: “Ti ammazzo!”

Alcuni testimoni, terrorizzati, hanno immediatamente allertato i Carabinieri, mentre altri si sono precipitati alla Stazione di Roma Tomba di Nerone, a pochi passi dal luogo dell’aggressione. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha evitato il peggio: i militari sono riusciti a disarmare l’uomo e a metterlo in sicurezza. La coppia, fortunatamente, è riuscita a sfuggire all’aggressore senza gravi ferite, ma sotto choc ha raccontato la vicenda.

“È stato terribile, non riuscivamo a credere a quello che stavamo vedendo,” ha dichiarato uno dei residenti che ha assistito alla scena. “Sentire quelle urla e vedere un uomo rincorrere due ragazzi con un’ascia in mano è stato qualcosa che non dimenticherò mai.”

Un altro testimone, ancora visibilmente scosso, ha aggiunto: “Questa è una zona tranquilla, passeggiamo spesso qui, ma ora siamo tutti spaventati. È impensabile che qualcosa del genere possa accadere sotto i nostri occhi.”

Il 43enne è stato arrestato e condotto presso la caserma dei Carabinieri, dove, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, è stato formalmente accusato di tentato omicidio. Attualmente si trova detenuto presso il carcere di Regina Coeli, mentre il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e imposto per lui la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana in caserma.

La comunità locale è sotto shock, chiedendo maggiore sicurezza e più controlli nella zona. “Non ci sentiamo più sicuri,” ha commentato una residente. “Dopo questo episodio, ci chiediamo se sia davvero possibile vivere in pace nelle nostre strade.”

L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica a Roma, con molte persone che sollecitano un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nelle aree residenziali periferiche come quella della Cassia.

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