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Roma

MAFIA CAPITALE, APPALTI TRUCCATI PER L'AULA GIULIO CESARE: 6 ARRESTI

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Tempo di lettura 2 minuti In manette un alto dirigente della Sovrintendenza ai beni culturali dI Roma Capitale che avrebbe favorito l'imprenditore Fabrizio Amore nell'aggiudicazione di gare pubbliche

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Redazione

Mafia Capitale 2 – Questa mattina il Comando Unità Speciali della Guardia di Finanza di Roma ha eseguito un'operazione di polizia giudiziaria disposta dalla Procura della Repubblica capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. In tale ambito, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal Gip di Roma nei confronti di 6 soggetti – (tutti in stato di arresto, eccezion fatta per un soggetto recentemente deceduto), tra i quali un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito l'imprenditore romano Amore Fabrizio nell'iter procedurale per l'aggiudicazione di gare pubbliche. Tra le gare "truccate" scoperte dalla Finanza, vi è quella relativa al restauro dell'aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio, aula ove si riunisce il consiglio comunale della Capitale, che è stata affidata a trattativa privata al citato imprenditore, risultato coinvolto anche nell'inchiesta "mafia capitale".

Le indagini. Dagli accertamenti eseguiti è emerso come l'imprenditore arrestato fosse più che sicuro dell'aggiudicazione della gara, avendo stipulato contratti ed effettuato pagamenti in acconto ai subappaltatori alcuni giorni prima dell'apertura delle buste contenenti le offerte. In sostanza, il pactum sceleris ha fatto sì che fossero invitate alla procedura di gara esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto economico. La rete di conoscenze che l'imprenditore vanta all'interno degli uffici di Roma Capitale è risultata alquanto estesa e ramificata poiché lo stesso, tramite sue società, controllate da società lussemburghesi, ha concesso in locazione al comune due strutture residenziali in zona Ardeatina per la gestione delle emergenze abitative della Capitale. Il comune di Roma, sottolineano gli investigatori, ha pagato per diversi anni canoni di locazione particolarmente elevati, pari a circa 2.250 euro al mese, per ogni mini appartamento. Nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma si è anche accertato che alcune unità immobiliari, anziché essere destinate alle emergenze abitative, così come previsto nel contratto di locazione, sono state utilizzate dall'imprenditore per fini propri. Le indagini hanno consentito di ricostruire una imponente evasione fiscale, per oltre 11 milioni di euro, attuata dall'imprenditore e dai suoi collaboratori, attraverso un gruppo di società residenti, controllate da imprese estere con sede in Lussemburgo. A seguito dell'esecuzione di intercettazioni telefoniche e di numerose perquisizioni locali nei confronti di imprese, studi legali e commercialisti, nonché presso abitazioni di persone fisiche sono stati acquisiti molteplici elementi di prova in ordine alla riconducibilità in termini di proprietà e gestione delle società residenti ed estere in capo all'imprenditore arrestato. I reati contestati sono quelli dell'associazione a delinquere, truffa aggravata e continuata in danno del comune di Roma, falso, turbativa d'asta, emissione e utilizzo di fatture false, indebite compensazioni d'imposta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con l'aggravante del reato transnazionale, commesso in Roma, Lussemburgo e altrove. Allo stato delle indagini sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria 20 soggetti, nonché, in riferimento al reato di truffa per la percezione di indebiti canoni di locazione, sono state segnalate 3 società per la responsabilità amministrativa dipendente da reato

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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