Editoriali
madonna e il sesso orale
Published
8 anni faon
MADONNA E IL SESSO ORALE
DI ROBERTO RAGONE
È d’obbligo un po’ di pruderie, se non altro per sdrammatizzare, anche in un ambito serio come quello delle recenti elezioni americane. Madonna si dichiara delusa, anzi, come tanti suoi colleghi dello spettacolo, proprio arrabbiata a causa dell’esito dell’elezione di Trump. Rimane la promessa delusa: quella che la cantante, attrice e ballerina, insomma show-girl (in Italia questo termine indica chi di fatto non sa far nulla), non ha potuto mettere in atto, la promessa di sesso orale – nel quale lei stessa si è dichiarata molto ‘brava’ – praticato a tutti, e intendeva proprio tutti, coloro che avessero votato per la Clinton, nel caso della vittoria di quest’ultima. Nel qual caso avrebbe dovuto disertare le scene per qualche anno, stante la presumibile durata di ogni prestazione. Penso che sia almeno ridicolo contestare per sessismo Donald Trump, quando invece si sfrutta proprio il sesso per chiedere un voto. D’accordo, è stata una boutade, da parte di Madonna, al secolo Luisa Ciccone, calabrese d’origine, ma avrebbe potuto risparmiarsela. Quanto poi alle mogli americane, può anche darsi che abbiano costretto i loro mariti a cambiare opinione, votando Trump, dopo aver letto dell’offerta fatta dalla Ciccone: per gelosia e comunque per non correre rischi. Sullo sfondo, l’ombra lunga di Monica Lewinski, la stagista di Clinton, molto più intraprendente della stessa Madonna, che invece s’è dovuta fermare all’intenzione. Oppure può ancora darsi che le mogli americane abbiano inteso impegnarsi in una gara a distanza, a tutto vantaggio dei fortunati mariti: di qua o di là, che fosse Madonna o una moglie particolarmente impegnata, per loro è andata bene comunque. In ogni caso, si continua a criticare Trump. Gli argomenti, come sempre pilotati da una lobby mediatica internazionale, sono: il muro con il Messico, Guantanamo, l’Obamacare, e in generale i diritti umani. Ora, non crediamo che Trump sia l’orco cattivo delle fiabe. Il muro con il Messico esiste di fatto da sempre, anche se non realizzato solidamente, come sembra che voglia fare il nuovo mister president. Chi s’è occupato della faccenda, come il sottoscritto, sa benissimo che lo sconfinamento dei messicani negli USA è una piaga purulenta, che genera ogni giorno violenze, abusi, e anche vittime. Il confine con il Messico è un posto pericoloso. Ogni notte c’è che cerca di passare, e ogni notte gli sceriffi effettuano arresti, non vi dico in che condizioni. Il passaggio clandestino negli States è gestito da malavitosi che sfruttano i poveracci, un po’ come quelli dei barconi. E ogni tanto ci scappa il morto. Può succedere di passare tranquillamente; come può succedere di tutto, e lasciamo a voi immaginare cosa. Il muro è virtuale, ma esiste. Costruire un muro invalicabile lungo tremilacinquecento chilometri non vuol dire penalizzare i più disgraziati, dato che comunque l’espatrio clandestino è un reato: vuol dire evitare che la malavita continui ad ingrassare sulla pelle di povera gente. Andare clandestinamente negli USA non può e non deve essere l’unico modo per risolvere una situazione. Ma chi ci riesce, muro o non muro, sceriffi o meno, sa che se riesce a lavorare e a pagare le tasse, nessuno lo verrà a disturbare, anche da clandestino. L’America è, ai nostri occhi, uno strano paese. Da una parte non vuole clandestini, ma se ci si comporta bene, ti accoglie. E col tempo puoi anche regolarizzare la tua situazione. Guantanamo non è stata in’invenzione di Trump, ma è stato necessario. Il terrorismo islamico va combattuto. Se un presidente decide di non smantellare Guantanamo, certamente lo fa a ragion veduta. Non credo che nessuno si diverta a tenere prigionieri elementi sospetti o peggio in una prigione di massima sicurezza. A mio parere, questo non significa violare i diritti umani. Che diritto può avere un assassino che uccide ottantaquattro persone con un TIR, o che entra in una discoteca e scarica l’AK47 sui presenti, oppure ancora che mette bombe nei mercati, mirando solo ed esclusivamente ad uccidere donne, bambini e persone pacifiche e particolarmente vulnerabili? Vogliamo ancora riconoscere dei diritti ‘umani’ a chi umano non si è mostrato? E non ha forse diritto una nazione, di difendersi da costoro? Quanto all’Obamacare, voglio dire che già prima di Obama le aziende avevano il dovere di pagare almeno una parte dell’assicurazione sanitaria ai dipendenti. Pare che la nuova amministrazione voglia, più che distruggere un welfare obamiano, riformarlo in modo che non pesi eccessivamente sull’amministrazione. Ma di questo avremo occasione di discutere in futuro. Va comunque detto che, leggendo fra le righe, tutte le posizioni contrarie a Donald Trump sono esclusivamente politiche. L’opposizione delle persone di spettacolo ci mostra chiaramente chi sia il loro padrone, a scapito del talento di ognuno di loro, e quale potere eserciti sulle loro possibilità di guadagno. Rendiamoci conto che di fronte abbiamo – anche noi in Italia – un’establishment internazionale potentissimo, pronto forse anche all’omicidio, come dimostra la morte della giovane deputata Jo Cox, contraria alla Brexit – morte molto probabilmente orchestrata per creare scalpore a pochi giorni dal referendum inglese – e attribuita ad uno sbandato che è molto facile assoldare. Secondo Farage, leader dellUkip, con la vittoria del NO al referendum, l’Italia ha preso a martellate il moribondo progetto europeo. I burocrati del progetto europeo ora guardano con timore l’avvento di Trump, e il fatto che l’onda lunga della Brexit potrebbe coinvolgere, in un effetto domino, per le elezioni del 2017, anche la Francia, l’Olanda e la stessa Germania: pare infatti che una buona parte di tedeschi, circa il 40%, vogliano uscire dall’Unione Europea. “L’establishment pro-UE ha dato agli Italiani più povertà, disoccupazione e meno sicurezza a causa dell’immigrazione di massa” afferma Farage. E prosegue: “La UE sta barcollando da una crisi all’altra: rapide elezioni appaiono necessarie in modo che gli Italiani abbiano l’opportunità di liberarsi dell’establishment pro-UE.” È chiaro che un Trump può fare da sponda all’Italia, e non solo, per il fallimento del disegno europeo, accarezzato e organizzato da decenni, a favore di un potere occulto che tende a impadronirsi di intere popolazioni, senza sparare un colpo, ma di fatto occupandone le nazioni come in una guerra guerreggiata. Questo spiega in parte l’accanimento senza precedenti scatenato contro di lui a tutti i livelli, e la campagna denigratoria di cui è bersaglio. Una prova della globalità della minaccia è data proprio dalle menzogne ampiamente diffuse a proposito della Brexit, da parte di giornali e TV. Da un bell’articolo di Aldo Pannullo, sul Secolo d’Italia, riportiamo: “I giornalisti di tutto il mondo, i governi di tutto il mondo, le organizzazioni sovranazionali come la Ue, hanno mentito ai loro popoli in merito alle conseguenze della Brexit: avevano detto che sarebbe successa una catastrofe economica, che nessuno avrebbe potuto più lavorare nel Regno Unito, e così via, invece non è successo nulla, anzi. Gli indicatori economici britannici volano, la Ue non minaccia più di non fare accordi commerciali bilaterali con Londra, e il neopresidente americano corre in soccorso degli ex colonizzatori. L’Unione europea è ormai finita, perché non aveva previsto la variabile Trump. E Londra va avanti come un treno”. In gioco, come ha dichiarato Trump, ci sono triliardi di dollari, che non entreranno nelle casse di chi ha investito in questa campagna elettorale centinaia di milioni di dollari a favore di Clinton, e che si aspetta di riaverli centuplicati. A costo anche della vita della gente comune.