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Cronaca

M5S, firme false: esposto di Nuti, Mannino e Di Vita. La Rocca rompe il silenzio sui social

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Tempo di lettura 3 minutiLa tensione oramai è altissima e la situazione sembra sfuggire di mano al gruppo che sembra sempre più slegato e non riesce più a mantenere una certa coesione

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di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Gli esponenti del M5S Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, con le colleghe del gruppo Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo, indagati per le presunte firme false nelle comunali del 2012, scelgono di rompere il silenzio presentando un esposto all'Ordine degli avvocati e alla Procura. Una vera e propria denuncia contro un presunto "complotto" ai loro danni per mano del giovane avvocato Ugo Forello tra i fondatori di Addiopizzo e candidato alle comunarie del M5S per la carica di Sindaco di Palermo che, a detta dei pentastellati indagati, sarebbe responsabile di aver convinto la parlamentare regionale indagata Claudia La Rocca a presentarsi davanti ai magistrati per rendere dichiarazioni spontanee. Dopo La Rocca anche Giorgio Ciaccio ne ha seguito lo stesso iter e successivamente i due colleghi si sono poi autosospesi cosi come aveva ordinato pubblicamente il leader Beppe Grillo. La tensione oramai è altissima e la situazione sembra sfuggire di mano al gruppo che sembra sempre più slegato e non riesce più a mantenere una certa coesione. 
 
Claudia Rocchi ha commentato nel suo profilo social: "Cosa ci sia di sbagliato in un avvocato che consiglia a diversi soggetti tirati in ballo nei servizi sulle 'firme false', di scegliere un'eventuale collaborazione con la magistratura, specificandone lo scrupolo e attenzione nel lavoro, non è dato saperlo..eppure viene disegnato quasi come un peccato mortale. In tutto questo, fra le righe, anche la mia facoltà di intendere e di volere viene messa in dubbio, visto che sono stata dipinta come una pentita manovrata, quando di fatto ogni mia scelta è stata fatta in autonomia (e ci tengo a precisarlo), lontana da ogni eventuale consiglio e dopo lunghe riflessioni, pensando di fare semplicemente la cosa giusta nei confronti della mia coscienza e per tutto ciò in cui credo. Solo un cieco non vedeva la degenerazione in cui si stava scivolando". 
 
Parole di sconforto e di confusione per la scelta di collaborare con la giustizia contestata dal resto del gruppo che in una apparente posizione "omertosa" preferisce non proferire parola in attesa di chissà quale intervento ripartore o chiaritore per una indagine che giorno dopo giorno sembra appurare e dimostrare la veridicità dell'illecito. Prosegue la parlamentare regionale: "Strano che chi sceglie di collaborare con la giustizia, parlando prima di tutto del proprio coinvolgimento, venga dipinto come irretito da chissà quale inverosimile complotto. Ancora più strano, è essere stata così ingenua al punto da mettere volontariamente in discussione anni di duro lavoro. Praticamente il mondo al contrario". 
 
Riguardo al colloquio con i magistrati: "Ho raccontato al pm solo ciò che effettivamente ricordavo con estrema onestà intellettuale, non una parola di più né una in meno. Le carte lo dimostreranno. Ho sempre sostenuto che alcune ricostruzioni del servizio delle Iene non corrispondessero pienamente alla realtà, come la strumentalizzazione delle mail, del record delle 13 ore in sede o la storia della riunione dove si sarebbe parlato della ricopiatura delle firme. Motivo per cui non c'è nulla che 'stride' fra le mie mail con la Mannino e la mia intenzione di dire la verità ai magistrati, cosa che non ho mai pensato omettere. Sono anche fermamente convinta che i soggetti che hanno portato alla luce questa storia, dopo quattro anni e mezzo, non l'abbiano fatto di certo per amore della verità , ma probabilmente per mal di pancia passati e per creare caos in vista prossime comunali. In qualsiasi caso nulla cambia la realtà di un fatto avvenuto. Il punto è questo. Ci sono tanti comportamenti in questi giorni che mi hanno lasciata perplessa, ad esempio sono convinta che chi è innocente (e non sono io a deciderlo) ha il solo interesse di collaborare per far archiviare quanto prima la propria posizione, senza chiudersi in silenzi o paventate strategie per allungare il brodo. Forse sarebbe stato più sano affrontare con responsabilità una situazione, invece di provare a 'buttarla in caciara'. Purtroppo sembra essersi perso il senso di ragionevolezza e della realtà. In questo momento surreale per vederci chiaro basterebbe fare ragionamenti semplici, oggettivi e logici. Avevo pensato di indire una conferenza stampa, ma a questo punto non lo ritengo più necessario, attendo con fiducia l'esito delle indagini, voglio continuare a credere nel lavoro della magistratura".