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Lutto nel mondo dello spettacolo: è morto Leone Di Lernia

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Tempo di lettura 4 minuti Si spegne all'età di 78 anni il cantante pugliese ormai simbolo di provocazione e idolo indiscusso del trash musicale

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di Angelo Barraco

Milano – Lutto nel mondo dello spettacolo. All’età di 78 anni è morto Leone Di Lernia, il cantante pugliese ormai simbolo di provocazione e idolo indiscusso del trash musicale, divenuto famoso negli anni 90 per le sue deliranti e scurrili reinterpretazioni di tormentoni stagionali stagionali correlate da simpatici e dissacranti videoclip. Caratteristica principale della sua musica i testi pungenti come “Ti si mangiate la banana (The rhythm of the night…)” che si apre con “Ti si mangiate la banana, con due salsicce e u'parmigian, e mo' te senti mal! se tu te fe 'na limonata con tre cucchiai di cidret surridi alla giurnat!!”. La notizia della sua morte è stata resa nota dal figlio Davide Di Lernia, che in un post su facebook ha scritto: “R.I.P. LEONE DI LERNIA Un male incurabile l'ha portato via, ma non ha portato via il suo spirito che rimarrà nei nostri cuori. La famiglia Di Lernia ringrazia tutte le persone che l'hanno amato e i suoi fans. Grazie di essere esistito. Ti amo Davide”. Leone di Lernia era un personaggio simbolo dello Zoo di 105 e alle spalle aveva avuto una carriera iniziata sotto lo pseudonimo di Cucciolo Di Lernia. La sua prima pubblicazione ufficiale risale al 1968 con il 45 giri Trenta chili/Andiamo nei cieli ma il successo vero e proprio arriva negli anni 90, quando partecipa al programma radiofonico Carlo Fausto Terenzi Show. Divenuto ormai un’icona decennale per i ragazzi dello Zoo di 105 che sulla pagina facebook hanno scritto il seguente messaggio: “Sembra uno scherzo, uno dei mille fatti dallo Zoo, ma con il cuore spezzato, dobbiamo annunciare che Leone ci ha lasciato questa mattina! Riposa in pace fratello”. Marco Mazzoli, voce dello Zoo di 105, ha ricordato il suo amico con un lungo messaggio sulla sua pagina facebook: “Quando io e Fabio siamo andati in ospedale a trovarlo, i medici e i famigliari ci avevano detto che il male era in stato avanzatissimo e che aveva pochi mesi!In quel momento, io e Fabio, siamo esplosi in un pianto infinito! L'unica speranza era che il suo corpo tenesse duro e potesse affrontare la chemio, ma come faceva a rimettersi?? Appena ha visto telecamere, tutta l'attenzione su di lui, ha tenuto botta e si è goduto gli ultimi giorni di notorietà! Lui era così, viveva per la tv e la radio, apparire era la sua gioia, essere riconosciuto, la sua aria! Sabato sera ha voluto che io e Wender andassimo a cena da lui, voleva stare con quelli con cui ha inizato Lo Zoo nel 1999, come se volesse chiudere il cerchio! Sembrava in forma, sembrava pieno di vita, ma la notte ha avuto un tracollo e la mattina successiva mi ha inviato (con fatica) un messaggio vocale in cui diceva che si sentiva debole e che forse sarebbe venuto in radio il giorno dopo, ma quello è stato l'ultimo messaggio da lucido! Mi mancherai tantissimo amico mio, lascerai un vuoto nella vita di tutto noi, eri un ragazzino, con una carica assurda! Eri sempre di buonumore e riuscivi a farci ridere anche in circostanze assurde!
Eri un amico, un fratello, un collega, un nonno e un vecchio di merda! Ora vai, sali in cielo e insegna al paradiso i tuoi "auz", "Addavadai", digli che "non succedeee nientttt"! Ti voglio bene! Tuo
Figliastro Mazzoli”. Tantissimi i commenti  dei fan sulla pagina dello Zoo di 105 che salutano con il cuore affranto e con una velata ironia che, senza ombra di dubbio, Leone apprezzerà.  La notizia in merito al malessere di Leone Di Lernia era emersa il 21 febbraio, quando Marco Mazzoli pubblicava sulla sua pagina facebook il seguente messaggio poi condiviso anche sulla pagina de Lo Zoo di 105: “Abbiamo iniziato questo lungo percorso radiofonico insieme! Per 18 lunghi anni, ci siamo insultati, augurati la qualsiasi. Ti ho fatto un milione di scherzi, abbiamo creato tormentoni indimenticabli e costruito il programma radiofonico più assurdo d'Italia! Hai 80 anni, ma non hai mai mollato un secondo! Quando andiamo in onda, siamo cane e gatto, ma nella vita reale, ti voglio un bene indescrivibile! Non mollare adesso, nessuna malattia potrà mai sconfiggere il guerriero che c'è in te! Tieni duro vecchiaccio, perché voglio poterti insultare per altri 20 anni! Ti voglio bene. Tuo figliastro Marco”. Parole che successivamente sono state confermate da una foto che vedeva Leone disteso su di un letto d’ospedale e i suoi amici al suo fianco. Innumerevoli i commenti che incitavano “il nonnino” (come lo chiamavano quelli de Lo Zoo) a rimettersi in piedi, tante le domande che hanno inondato le bacheche dei diretti interessati fino al 23 febbraio, quando Lo Zoo di 105 scrive sulla bacheca: “Buongiorno ragazzi, ringraziamo tutti quelli, che in queste ore, si sono preoccupati per le condizioni di Leone! La situazione è delicata e Facebook non è il posto più adatto per spiattellare questioni delicate! Attualmente, la cosa più importante è stare vicino a Leone e fargli sentire quanto è importante per noi! Appena avremo novità (speriamo positive), sarete i primi a saperlo. Grazie a chi ci sostiene e fanculo a chi usa ogni pretesto per romperci le palle…siete pietosi!” e le speranze di una ripresa si riaccendono a seguito di un divertente video in cui Leone scherza e ride con Marco e gli amici in ospedale. Ma alcuni soggetti non prendono sul serio la malattia di Leone di Lernia e insinuano che il tutto sia una farsa, così il 24 febbraio sulla pagina dello Zoo di 105 spunta questo messaggio “Stiamo superando l'assurdo e il cattivo gusto! Arrivare a scrivere e dichiarare in tv che la malattia di Leone è una farsa pubblicitaria, è davvero squallido!Ok, siamo lo Zoo, ok, facciamo scherzi da 18 anni, ok, ma arrivare a simulare una grave malattia per farci pubblicità, sarebbe una trovata a dir poco squallida! Leo era in gravi condizioni, sta reagendo e affrontando la malattia da grande guerriero….e questo è quello che conta! Che i giornali e la tv, smettessero di speculare sulla questione!”. Ma dietro quelle immagini e quei messaggi non vi era nessuno scherzo ma soltanto un uomo che ha lottato fino alla fine contro un male incurabile, portando impresso sul suo viso armonico la serenità di chi ha voluto circondarsi di allegria e gioie, ridendo e scherzando fino alla fine e senza mai abbattersi davanti a niente e nessuno. “Guarda Leo, tutti parlano di te! Ciao Leo”. 
(Zoo Staff)

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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