L’Ue prepara lo stop al gas russo: prosegue la linea delle sanzioni

L’Unione europea prepara un sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, da varare in settimana, che includerà anche lo stop, graduale, al petrolio russo, mentre continua lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sui presunti crimini di guerra e gli Stati Uniti, denunciando nuovi abusi dell’esercito russo, si preparano a fornire ulteriori aiuti all’Ucraina per i prossimi 5 mesi.

Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando al Consiglio europeo, ha già espresso il sì dell’Italia alle nuove sanzioni, invitando alla ricerca della pace attraverso il dialogo, più che nelle prove di forza tra grandi potenze, mentre il premier Draghi si appresta a far visita al presidente degli Stati Uniti Joe Biden il prossimo 10 maggio per rinsaldare l’alleanza.

Dopo il vertice Nato a Ramstein, in cui diverse voci di sono levate a favore di un riarmo, Putin minaccia di usare armi segrete contro l’Occidente e gli ucraini hanno già denunciato l’uso di armi al fosforo. Gli Stati Uniti fanno sapere di aver ricevuto “informazioni credibili” secondo cui una unità militare russa avrebbe giustiziato ucraini che volevano arrendersi vicino a Donetsk, “esecuzioni di persone alle quali erano state legate le mani, torture e violenze sessuali contro donne e ragazze”, tali da far ravvisare “abusi sistematici”. Mosca ribatte, con un suo diplomatico all’Onu, che gli ucraini avrebbero torturato prigionieri in un centro di tortura a Mariupol chiamato “la biblioteca”. Kiev chiede agli Usa altre armi, in particolare droni d’attacco e munizioni, richiesta che attende l’ok di Biden, il quale ha annunciato un discorso per questo pomeriggio e ha chiesto al Congresso fondi per sostenere l’Ucraina, sia dal punto di vista militare che umanitario, per altri 5 mesi. Intanto la Camera Usa ha approvato una legge che consente di sequestrare e vendere i beni degli oligarchi soggetti a sanzioni e di usare i proventi per la ricostruzione in Ucraina. Resta poi il nodo del gas. Dopo lo stop per Polonia e Bulgaria, il presidente della Duma ha chiesto di chiudere i rubinetti a tutti ‘i Paesi ostili’. In Italia i flussi dalla Russia sono al momento regolari, nonostante sia escluso il pagamento in rubli, ma il governo è al lavoro per diversificare le fonti di approvvigionamento. I prossimi pagamenti a Mosca sono previsti per metà maggio.