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di Cinzia Marchegiani
Questo fine settimana, sabato 29 e domenica 30 marzo, oltre tremila piazze italiane saranno presenti i volontari dell’Unitalsi per festeggiare la loro 13ma edizione della Giornata Nazionale Unitalsi. La storia dell’Unitalsi ha un legame particolare con il Santuario Mariano di Lourdes che, ancora dopo più di cento anni dalla fondazione dell’Associazione, è la meta privilegiata dei propri pellegrinaggi. Era il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Era un ragazzo poco più che ventenne, affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni; molto sofferente nel corpo e nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi chiese di parteciparvi con una precisa intenzione: giungere dinanzi la grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un gesto clamoroso.
Ma ciò, fortunatamente, non accadde. Davanti alla Grotta dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernadette, venne colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio vedendo quanto la condivisione dei volontari regalava conforto, speranza e serenità ai sofferenti.
”Al centro della nostra storia c’è, quindi, la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre centomila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale.”
La Missione quindi rappresenta per quest’associazione una “storia di servizio” che dal 1903, anno della sua fondazione, si è sempre alimentata del desiderio di essere uno “strumento” nelle mani di Dio, per portare la speranza dove c’è disperazione, un sorriso dove regna la tristezza.
Da allora grazie all’impegno smisurato di quanti abbracciano e condividono l’obiettivo comune dell’associazione encomiabili pellegrinaggi e progetti concreti hanno permesso di offrire risposte tangibili ai bisogni di ammalati, disabili, persone in difficoltà.
Questo weekend con un’offerta, si potrà ricevere una piantina d’olivo, il cui ricavato sarà utilizzato dall’Unitalsi per sostenere i numerosi progetti di carità in cui l’associazione è impegnata quotidianamente sull’intero territorio nazionale, al servizio delle fasce più disagiate della popolazione, grazie al costante e generoso impegno dei propri volontari.
Sicuramente queste due giornate saranno un importante un’occasione per far conoscere l’associazione, e come ricorda il suo presidente, Salvatore Pagliuca:” L’Unitalsi non propone un turismo religioso mordi e fuggi, bensì amiamo offrire a tutti, e specialmente a coloro che vivono in difficoltà perché malati, anziani o disabili, il pellegrinaggio verso i luoghi più significativi della storia cristiana, perché cresca la speranza e si possa scegliere ogni giorno di condividere un cammino associativo di solidarietà e di amicizia. Il pellegrinaggio è un percorso di ricerca di significato, una esperienza che coinvolge il corpo e lo spirito.Se il pellegrinaggio è molto diverso da un viaggio, l’Unitalsi è molto diversa da una agenzia di turismo religioso. L’Unitalsi è una proposta, è una opportunità, capace di coniugare sobrietà e gioia, capace di tradurre la comunione in missione.
Perché il pellegrinaggio è l’occasione per osservare l’esperienza della vita da una dimensione nuova, dove a ciascuno non è più concessa l’illusione di far finta di nulla, di continuare come se nulla fosse accaduto.”
Questo sabato e domenica, in tantissime piazze italiane l’Unitalsi ricorda agli italiani che grazie alla donazione di un’offerta, quel piccolo gesto rappresenta per tanti un grande fututo. Sul sito Unitalsi è disponibile l ’elenco delle piazze dove si potranno trovare i volontari Unitalsi con i loro gazebi.
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