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Roma

L’OSSERVATORE D’ITALIA AL MATCH TRA I SEGRETARI GENERALI DI SIULP SILP CGIL E SAP

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Tempo di lettura 9 minuti Tutti ospiti del programma di Luca Marco Comellini su Radio Radicale

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di Cinzia Marchegiani

Roma – Un match radiofonico che passerà alla storia, per l’anticipazione su quelle perplessità che si sono rivelate concrete proprio in merito alla Legge di Stabilità appena firmata dal Presidente della Repubblica. La bozza che circolava della stessa legge doveva essere lo strumento per sbloccare i tetti salariali delle forze dell’ordine, militati e polizia, oltre alla Guardia di Finanza. Il braccio di ferro tra sindacati con il governo sembrava portare a casa un pezzo di quei diritti dei lavoratori che per 4 anni sono stati accantonati. Luca Marco Comellini, segretario del PDM (Partito per la tutela dei diritti di militari) alla rubrica radiofonica “Cittadini in Diivisa” del 21 ottobre 2014, è riuscito a mettere a confronto le rivendicazioni e i pareri discordanti dei tre segretari generali di SIUL, SILP CGIL e SAP. L’Osservatore d’Italia, chiamato a testimoniare il round, ha sollevato una doverosa riflessione che ha segnato un importante punto di incontro delle diverse forze rappresentative.. Tra irriverenti sfotton e battutine al vetriolo la puntata è partita sotto la guida della domanda di Luca Marco Comellini che ha moderato tutto l’incontro: C’è lo sblocco dei tetti salariali? Orecchie ben tese ad ascoltare la puntata erano quelle dei lavoratori del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico che ogni giorno scendono in strada a tutela della sicurezza del cittadino.

IN PILLOLE
In pillole, occorre ricordare che lo sblocco, che sarebbe costato 1 miliardo di euro alla Stato a partire dal 1° gennaio 2015 ha visto un’iniziale apertura quando i sindacati delle forze dell’ordine hanno annunciato lo sciopero generale. L’analisi delle bozze e la mancanza di un testo inizialmente ufficiale hanno generato uno spartiacque tra i sindacati, alcuni si sono dichiarati soddisfatti per le disposizioni inserite nella Legge di Stabilitaà 2014/2015 tra cui SIULP, SILP CGIL, mentre il SAP, sin da subito scettico, ha sempre diffidato a gridar vittoria. Con l’art. 21 (delle bozze ovviamente) sul pubblico impiego erano state inserite norme che nonostante confermavano lo sblocco del tetto salariale indicizzato per il personale contrattualizzato, vedeva prorogare fino al 31 dicembre 2015 il blocco del contratto di lavoro, dell’indennità di vacanza contrattuale, dell’adeguamento annuale istat e la non validità giuridica degli anni 2011/2014 per quella maturazione di classi e scatti per il personale dirigente. Ma non solo, la bozza così come girava in rete, vedeva l’abolizione delle promozioni alla vigilia, il sostanziale dimezzamento dei distacchi per le organizzazioni sindacali delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, oltre la riduzione delle indennità ausiliari.

MATCH RADIOFONICO
Gianni Tonnelli, segretario generale del SAP (Sindacato Autonomo della Polizia) etichettato come il SanPinocchio ovvero il critico d’autore in questa circostanza parte in picchiata proprio sulla bozza, spiegando che anche lui è convinto che lo sblocco ci sarà:”ma il problema capire qual’é la fregatura, perché non sappiamo qual è…non per essere polemici, se avessimo avuto la possibilità a Palazzo Chigi il 7 ottobre, avremmo sciolto ogni nostra riserva, ma se andiamo ad un incontro non trattativa, non basta dire..con la legge di stabilità supereremo il DL 78 del 2010. E’ chiaro che occorrerà oggettivare, quindi noi abbiamo messo tutto al condizionale e noi abbiamo validi motivi per pensare a qualcosa che non va.” Ciò che non convince al segretario Tonelli del SAP è la reticenza continuata e aggravata nel fornire elementi oggettivi:” Se qualcuno ce li fornisce, scioglieremo ogni riserva. A di là del SanPinocchio, tutti i giornali sono pinocchi, tutti hanno fatto riferimento ad una bozza, consegnata al Presidente della Repubblica ma senza alcuni requisiti formali, quindi le valutazioni, come tutti i giornalisti, le facciamo su ciò che abbiamo, vedremo che ci sarà, ma già di fatto in questa legge di stabilità una parte cospicua, notevole, concreta e individuata dei tagli alle nostre tasche, non al sistema o efficienza, ma una parte oserei dire dal 40/50% viene individuata nella tasca dei poliziotti finanzierà l’abrogazione del tetto salariale.” Insomma decisamente cauto a fare lanci di gioia e soddisfazione su una bozza che ancora non ufficiale ha visto Tonelli andare in controtendenza agli altri due ospiti di Cittadini in Divisa.

Daniele Tissone, segretario SILP CGL (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) anche se confessa che ha grande difficoltà a parlare di un testo che non è definitivo di cui non ne ha il documento, afferma:”sono circolate delle bozze che non ci soddisfano, c’è da aggiungere che ci sono dei passaggi vanno in controtendenza con delle dichiarazioni ci sono state fatte, posso dire una cosa semplice… che non viene riproposto il blocco, anche il documento di ottobre sul MEF vale in questa direzione e per quanto riguarda le dichiarazioni di Tonelli mi fa piacere anche se un po’ mi meraviglia, che adesso ci parla dello sblocco che c’è, che fino a ieri dalla sua organizzazione sindacale non veniva dato per certo.” Tissone affronta la politica dei tagli, etichettandola decisamente miope, poiché la sicurezza va inquadrata come una risorsa, e non da tagliare in termini ragionieristici, ma vista come opportunità, poiché la legalità è un tema importante per il paese:” noi ci siamo sempre dichiarati contro alla politica dei tagli, diciamo comunque che qui non c’é alcun accenno che appunto il SAP dice essere, e il fatto che qui non sia riproposto il blocco e si vada ad una situazione che ci porta ante al 2010, che per effetto del DL 78 ha bloccato, e direi in maniera grave e drammatica, anche le retribuzione del personale della polizia, arma dei carabinieri, finanza e personale militare, rispetto al quale abbiamo avviato la campagna che era conoscitiva verso l’opinione pubblica e forze politiche quelle che erano le condizioni reali di vita dei nostri operatori.” Il SILP CGIL quindi rimane fiduciosa e credo che questa riproposizione non dovrebbe esserci. Importante quindi per Tissone la battaglia per il tetto retributivo delle forze armate, che organizzati per gradi, per qualifiche funzioni in base al quale rispetto hanno maggiori doveri dovrebbero corrispondere gli onori e doveri con le retribuzioni associate. Cinque anni di mancate retribuzioni di salari per le forze di polizia sono un nocumento grave per tutti gli operatori.

Arriva l replica e stoccata del collega Tonelli a Tissone, che gli ricorda che negli otto mesi da quando è al comando del SAP esiste tutta la documentazione pubblica in notiziari, comunicati e anche clips in merito al suo lavoro realizzato sul sul blocco: “sono contento che ci sia lo sblocco i parte, ma non vorrei che poi dovesse pagarla” .

La domanda principe …”lo sblocco c’è?” Luca Marco Comellini la rivolge anche al segretario generale del SIULP, Felice Romano, che senza ombra di alcun dubbio dichiara che lo sblocco c’è, e comprende gli assegni di funzione, le promozioni bianche, gli scatti gerarchici, trattamento di omogeneizzazione e “molto probabilmente rispetto a queste ore alla prima bozza del DL comprenderà i periodi validi ai fini di maturazione di classe e scatti per quanto riguarda la dirigenza.” Felice Romano, con pungente ironia nel richiamare il collega Tonelli, che anche se sta lavorando da otto mesi sul blocco, ricorda che questa è una questione più atavica e antica:”questo governo, che noi per primo abbiamo criticato, rispetto alla possibilità di un voler rinnovare il blocco del tetto salariale, che cessava al 31 dicembre 2014, e per farlo prorogare il governo avrebbe dovuto produrre un provvedimento legislativo ad hoc con il quale diceva che veniva prorogato per un ulteriore anno il tutto:”noi che lavoriamo da tempo su questa materia, c’era già scritto nel documento finanziario, che lo sblocco non sarebbe stato prorogato” citando il decreto Brunetta.

Rimarca e stringe Comellini “insomma blocco si, o blocco no?” I sindacati SIULP e SILP CGIL ne sono certi dello sblocco, anche se rimangono in riserva qualora il testo dovesse venir cambiato, mentre Tonelli del SAP, mantiene cautela rispetto allo sblocco e in merito ha anche lanciato provocazioni anche sui giornali, a cui chiede alla fine la risposta logica: “dal dettato letterale qualche problema emerge, se Romano ha certezze eventualmente ha un altro testo, ma siccome è quello che abbiamo tutti, in quello non ci sono grandissime certezze, tra l’altro la corte costituzionale, oltre il MEF, pone dei dubbi…e il governo non risponde quanti soldi sono a disposizione, da dove prende i soldi, come verranno spalmati, e il destino giuridico di questi quattro anni.”

L’osservatore d’Italia, considerando che all’incontro ogni sindacato rimane fermo sulle proprie convinzioni su un testo bozza, avendo poco tempo a disposizione e ricollegandosi alle parole di segretario generale Romano che considera lo sblocco del tetto salariale, la madre di tutte le battaglie un’operazione che ha ridato efficacia, efficienza e speranza a chi si assume responsabilità chi serve questo paese a 1.300 euro al mese, vuole solleticare le reazioni dei segretari. Così, partendo da una lettura e un’analisi della legge di stabilità viene fatto notare l’apparente vantaggio dichiarato nella legge di stabilità dal risparmio di due milioni di euro ottenuto dal dimezzamento delle risorse per le rappresentanze militari e sindacali, una cifra che perde valore rispetto al miliardo di euro richiesto per lo sblocca tetti salariali, mentre non considera il reale risparmio che si potrebbe ottenere, anzi il doppio, se di fatto viene riconosciuto la libertà di associazione e l’esercizio dei diritti sindacali. A tal riguardo la sottoscritta ricorda che proprio in merito alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo che ha dichiarato illegittima l’interdizione assoluta a tutti i militari di aderire ad associazioni riconosciute e costituite per la difesa dei propri diritti professionali. E alla domanda se le disposizioni inserite sembrano più voler incidere fortemente sui diritti dei lavoratori più ai fini di ridurre una spesa, quindi un dimezzamento più indirizzato al fatto che non hanno ceduto alla proroga di blocco dello stipendio, quando in effetti il vantaggio del risparmio è nettamente apparente, tutti i segretari trovano un punto in comune, che viene letto come un gesto di stizza verso chi ha provato a puntare i piedi. Successivamente al  riferimento sulla sentenza n.154 della Corte Costituzionale che indica il legislatore non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 9 comma 21, secondo e terzo periodo del DL 78 del 2010, che di fatto ha congelato i contratti anche per tutto il 2015, risponde il segretario Tonelli del SAP:” questa come altre è scritta male e vuole sapere in merito”, mentre Romano non ne sente il peso poiché afferma chei conti che sono stati fatti e al quale hanno lavorato per non rinnovare il blocco, hanno superato la sentenza e l’intervento politico supera la stessa sentenza. Tassone di SILP CGIL, sulla sentenza 154 non ha dubbi in merito:”non è così altrimenti il governo non avrebbe richiesto queste risorse.” Il moderatore Luca Marco Comellini chiudendo la trasmissione, nel dubbio lascia in sospeso la domanda di apertura…C’è o non c’è lo sblocca tetto salariale?

E come sempre ai posteri la sentenza. Non sempre chi cammina e guarda con cautela è il “SanPinocchio” della situazione.

La Legge di stabilità, dopo alcuni giorni della trasmissione a Radio Radicale è stata consegnata al Capo dello Stato e poi trasmessa al governo. Non si può vendere la pelliccia prima di aver catturato l’orso, e questa legge di stabilità del 2015 sembra essere diversa da quella finora raccontata anche dal premier Renzi. Così non tutte le forze dell’ordine avranno riconosciuti i loro diritti dopo aver partecipato alle proteste per il blocco dei tetti salariali. 119 milioni di tagli e niente riordino delle carriere nel comparto difesa e sicurezza, non ci saranno assunzioni anche per il 2015 con un ulteriore risparmio di altri 27 milioni di euro, il già citato dimezzamento della rappresentanza sindacale e dulcis in fondo, la disdetta dell’accordo nazionale quadro che permette ai responsabili degli uffici di impiegare il personale in turni di servizio diversi da quelli ordinari. E ora Felice Romano del SIULP dichiara che proprio nel DDL Stabilità:” è stata inserita una previsione che, oltre ad annullare il diritto alla contrattazione del sindacato che è titolarità costituzionalmente tutelata, porta indietro di 30 anni l’organizzazione del lavoro e dei diritti dei lavoratori di polizia con il chiaro intento di ricondurli allo stato di “celerino” di pasoliniana memoria. Non era mai accaduto che in una legge finanziaria si prevedesse espressamente che gli orari di lavoro per ordine pubblico e contrasto alla criminalità, a prescindere dagli accordi contrattuali possono essere disposti indipendentemente dalla durata degli stessi”. Romano lancia forte l’allarme, poiché avverte che tornare ad orari indefiniti, senza alcuna garanzia, soprattutto per ordine pubblico, significa umiliare la dirigenza, perché la si ritiene incapace di programmare e gestire le risorse disponibili nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e far incattivire le donne e gli uomini in divisa, che già lavorano in condizioni di costante disagio per pochi euro al mese rischiando la propria vita, poiché li si riconduce allo stato di “gladiatori”, maltrattati e famelici pronti ad aggredire chi trovano di fronte come accadeva negli sessanta quando il Paese era teatro di scontri e tensioni sociali. Parole amare che ricordano, col senno del poi le parole di Gianni Tonelli alla trasmissione a Radio radicale, che invitavano alla cautela e non mettere nel sacco ciò che ancora non si era conquistato, e ora riecheggiano lungimiranti le sue parole:” sono contento che ci sia lo sblocco in parte, ma non vorrei che poi dovesse pagarla” . Sul mancato sblocco delle classi e degli scatti della dirigenza e l’annullamento della promozione il giorno antecedente la pensione, Felice Romano confessa in un comunicato:”non vorremmo, a differenza delle assicurazioni avute nel confronto con il Governo il 7 ottobre scorso, che sia stato il prezzo che il Dipartimento della P.S. abbia pagato a cuor leggero pur di avere le mani libere nello sfruttare senza limiti temporali, i poliziotti che sono rei solo di aver avuto, grazie all’azione del Sindacato, lo sblocco totale del tetto salariale.” Forse l’Osservatore d’Italia aveva visto lungo sulle ombre di quelle disposizioni inserite al fine di ridurre l’esercizi dei diritti dei lavoratori….

E la replica di Gianni Tonelli, segretario generale del SAP non si è fatta attendere e citando la Fata Turchina inizia la sua amara constatazione: "Le bugie hanno le gambe corte. Così è stato, purtroppo per voi, cara Consorteria (rivolgendosi a SIULP e SILP CGIL). I tempi non sono stati quelli previsti e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato prima del 31 ottobre la Legge di Stabilità con un notevole anticipo rispetto a quanto preventivato. Sono due mesi che ci offendete indicandoci come dei bugiardi, partigiani e mistificatori solamente perché avevamo fondati motivi per ritenere che lo sblocco del tetto salariale si accompagnava, per certo, ad una fregatura per i colleghi. Si, una fregatura, se non più di una. Eravamo sospettosi nei riguardi del Capo della Polizia e di quelle del Ministro Alfano che, perentoriamente e con certezze divine, garantivano il tutto OK per l'abolizione del tetto salariale senza però mai dare risposta ai nostri quesiti:a quanto ammonta la somma a disposizione, da dove provengono i fondi, come verranno distribuiti, oltre a chiarimenti in merito al destino giuridico dei quattro anni di sospensione.”

Lo sblocco del tetto salariale c’è stato? A quale prezzo? E’ stato deleterio il braccio di ferro impugnato contro il governo…?
A voi l’ardua sentenza… E come spesso accade, non tutto quel che è oro… riluce!

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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